7 novembre 2012, seduta del Consiglio Comunale "urgente" in materia di sanità, convocato con un solo punto all'ordine del giorno: le comunicazioni del Sindaco, e Peria dando corpo a quanto minacciato negli scorsi giorni, dà le dimissioni dalla sua carica.
"Non chiedetemi di stare in silenzio davanti a ciò che trovo ingiusto" su queste parole la commozione ha la meglio su Peria. Infatti nella lettura del suo scritto al Sindaco si incrina più e più volte la voce fino a che si vede costretto ad abbandonare temporaneamente la sala.
Peria spiega che, nonostante l'impegno costante sull'argomento, nonostante le energie profuse dagli amministratori isolani, troppe sono state le promesse disattese e che si è trovato costretto a questa decisione, sperando che un gesto forte possa attirare l'attenzione delle istituzuioni nel rispetto del diritto alla sanità per tutta la popolazione
La lettera del Sindaco commuove e mette d'accordo tutti, anche i consiglieri di minoranza dichiarano il loro sostegno e la voglia di lavorare insieme, nella speranza di un forte e reale cambiamento. Anche Marini (UDC) sostiene che sia necessario collaborare al di sopra delle parti politiche per non perdere di vista il diritto alla sanità per ogni cittadino elbano.
Peria e tutto il consiglio sperano che con questo gesto, nei prossimi 20 giorni che renderanno esecutive le dimissioni, anche gli altri sindaci elbani prendano una posizione chiara, e che la regione Toscana prenda coscienza della grave situazione elbana e si adoperi a fare qualcosa di concreto per il miglioramento e il consolidamento delle strutture sanitarie elbane. Quanto meno fermando un processo di smantellamento del servizio ospedaliero che gli elbani senza distinzione giudicano già in atto.
Il consiglio si chiude sulle parole di Peria ".. la politica non ha senso se si dimentica dei problemi di cittadini. Il mio è un gesto simbolico, istituzionale, politico ma anche soprattutto morale".
Laura Giretti
(di seguito il testo dell'Interventro del Sindaco di Portoferraio:)
Caro Presidente, cari Capigruppo, cari Consiglieri,
è questo per me un giorno molto difficile, poichè dopo otto anni e mezzo di impegno da sindaco, mi vedo costretto a rassegnare le dimsssioni.
Lo faccio in perfetta coerenza con gli impegni pubblicamente assunti, nel caso la battaglia istituzionale in difesa della nostra sanità non avesse avuto un esito soddisfacente.
Un anno fa si svolse la più grande manifestazione popolare mai tenutasi all'isola d'Elba a memoria d'uomo. Da quattro a cinquemila persone scesero in piazza, per chiedere un forte rilancio dei servizi sanitari.
Il presidente dell'apposita commissione del Consiglio Regionale, Marco Remaschi, dopo aver verificato che si era in presenza di un quadro oggettivamrnte degradato, prese, davanti a tutti, l'impegno di recuperare per l'ospedale, in pochi mesi, condizioni di normalità.
Qualche tempo dopo arrivò l'accordo con l'assessore Scaramuccia: garanzia della presenza nel reparto di ortopedia di tre medici stabilmente collocati sul territorio insulare, da reperire mediante concorso pubblico, crerazione di un'unità complessa di medicina grenerale (un nuovo primario, da selezionare e la stabilizzazione di sette medici nel reparto), riqualificazione, anche attraverso esperienze professionalizzanti del personale del reparto chirurgico; oltre a ciò un complessivo "progetto Elba", che tenesse conto delle richieste presentate dalla Conferenza dei Sindaci.
Di tutto questo pressochè niente si è concretizzato. Siamo stati anzi informati dall'azienda, nell'incontro del 31 ottobre scorso, che scompariranno dalla programmazione finanziaria gli ultimi 467.000 euro che la regione eroga per l'insularità.
Sono state anche sostanzialmente disattese le richieste presentate dai sindaci e su cui aveva dato ampia disponobilità al confronto l'assessore Sdcaramuccia: non vi sono 6 medici anestesisti (anzi per lunghi periodi ne abbiamo avuti 3 e solo ora 4), non è stata quindi attivata la guardia anestesiologica h/24ore; non si è avuto un miglioramernto dell'organizzazione per garantire una più elevata risposta cardiolagica in emergenza, non si è rafforzato il reparto di ragiologia, anzi risulta ormai aiminimi termini, non è stata incrementata la qualità e la sicurezza del punto nascita; la RSA no è stata portata a 40 posti; non sdono miglioraste le prestazioni ambulatoriali e riabilitative e d il territorio si è indebolito.
I nostri pazienti chirurgici sostanzialmente già ora vanno fuori elba per interventi complessi o le emergenze. Fra poco perderemo anche la chirurgia progammata e cominceranno i viaggio a Piombino e Cecina. A Portoferraio si farà chirurgia ambulatoriale, o poco più. Il prolungamento dell' ATI a 6 giorno su 7 e l'apertura dell'ospedale di comunità sono gli unici risultati conseguiti, ma rappresentano ben poco a fronte di questa grave situazione.
La mancata realizzazione degli accordi 2011 e i nuovi tagli prefigurano un presidio ospedaliero che non sarà più tale: senza una chirurgia vera, senza un'ortopedia efficiente, senza una medicna riqualificata e organizzata non c'è più un ospedale.
A fronte di una tale, grave situazione non può essesre considerata sufficiente, per quanto apprezzabile la recente lettere dell'assessore Marroni, con la promesse di uno specifico piano per l'Elba. Per un anno abbiamo atteso , con infinita pazienza, il "ripristino dell normalità" e risposte positive rispetto alle nostre richieste; adesso portiamo a casa soltanto l'impegno in ordine a qualcosa tutto da costruire. Nel frattempo siamo stati e veniamo smantellarti pezzo per pezzo dall'azienda.
Vi è, in tutto questo, qualciosa di inacettabile sotto vari profili. L'Elba è un'isola e è unica. i suoi abitanti, da sempre, hanno meno possibilità e chances rispetto a chi vive in continente. Se un cittadino di Follonica ha un grave problema sanitario, in un tempo molto breve può recarsi all'osopedale di Piombino, di Cecina, di Livorno e di Grosseto (volendo non considerare il presidio "minore" di Massa Marittima), ma può anche decidere di andare a Cisanello o Siena. Gli elbani hanno tempi di risposta drammaticamnete più lunghi e, talvolta, con condizioni metereologiche avverse, enormi difficoltà a trasferirsi. La battaglia per i servizi è una battagli per la vita. Gli elbani sono cittadini con pari dititti e pari dignità rispetto agli altri. La progrmmazione sanitaria deve tenere conto di ogni popolazione e di ogni territorio.
Sono abituato a gestire le difficoltà e la complessità. Sono stato eletto nel 2004 quasi nove anni fa in un momento molto difficile per il mio comune. Ho dovuto annullare interi strumenti urbanistici, risanare complesse situazioni finanziarie. Sono abituato a lavorare molto, almeno dieci ore al giorno, sono uso a rilevanti sacrifici e rinunce.
Non sopporto però le diseguaglianze le ingiustizie e a quasto credo che sia stata condannata la mia comunità. Non sono bastate cinquemila persone in piazza per essere ascoltai, non è bastato un anno di opaziente attes per avere riscontri. Con le mie dimissioni voglio lasciare questo messaggio: accetto i sacrifici, qualcuiasi sacrificio ma non chiedetemi di stare in silenzio di fronte a ciò che non ritengo giusto(NDR a questo punto del discorso Peria si è interrotto sopraffatto dalla commozione per riprendere qualche secondo dopo), a ciò che colpisce i più deboli, a ciò che non tiene conto della realtà del nostro complesso e difficile quotidiano a ciò che comprime diritti costituzionalmente garantiti.
Questa domanda di parità e ugualianza, peraltro, non riguarda soltanto il diritto fondamentale alla salute ma si estende anche al diritto a una istruzione adeguata, a fronte di una scuola elbana sempre più in difficoltà al diritto di avere una giustizia amministrata sul nostro territorio, senza rischiare di perdere con conseguenze molto gravi, la sezione distaccat a del tribunale, al diritto ad avere collegamenti marittimi adeguati ai nostri bisogni. Questa domanda per ciò che mi riguarda, coinvolge una complessiva vertenza Elba, che oggi si apre ufficialmente.
E' difficile spiegare alla mia gente la scelta che compio. A loro voglio dire che non mi dimetto per un senso di resa o di rinuncia; tutt'altro: lo faccio per dare forza e voce ai cittadini dell' Elba, soprattutto ai più deboli e per alzare il livello del confronto. In un Italia dove l'attaccamento alla poltrona prevale spesso sul bene comune sono felice di mettermi fino in fondo in discussione, per affermare un principio: che quello che sono, che la fascia che porto, la porto per la mia gente e quando non sono messo in condizione di difenderela come sarebbe giusto e doveroso, sono pèa tutto ed in primo luogo a rinunciare a qualsuiasi incarico e ruolo.
Il potere di un sindaco ha come fondamento la libertà di pensiero e d iazione, come obiettivo il bene comune, la difesa e lo sviluppo della propria comunità. Il potere di un sindaco è un bene collettivo: io esisto per una consonanza di volontà, perchè i miei concittadini hanno creduto in me perchè li rappresento e li difendo nelle giuste lotte per i diritti fondamentali.
Rassegno pertanto le mie dimissioni, sperando che con un passo indietro se ne possa fare uno avanti. Sono dimissioni non per andarsene ma per difendere i diritti dei cittadini elbani, esse sono l'ultimo tentativo per avere le risposte che non abbiamo ancora ottenuto, anche dallo Stato.
La Toscana vanta una delle migliori organizzazioni sanitarie dell'intera Nazione. Tutto questo è merito di un uomo: Enrico Rossi. Per come lo conosco non credo che possa condividere quanto ci stia accadendo. Da lui attendo risposte forti alle nostre domande e sono sicuro che arriveranno.
Confido anche in una risposta collettiva del territorio. Mi ha fatto male vedere che non tutti i sindaci erano presenti alla riunione del 31 ottobre in Regione. Spero adesso di non essere da solo a combattere questa dura battaglia, poichè, anche se me ne faccio interamente carico, essa interessa tutta l'Elba.
Ai seni dell'art. 53 del TUEL le dimissioni che rassegno a far data da oggi diverranno definitive e irrevocabili tra venti giorni. Questa mia nota viene inviata per conoscenza al Presidente della Regione Toscana, per ogni valutazione che riterrà giusta e opportuna ed a S.E. il Prefetto per doverosa informativa e per ogni eventuale iniziativa come rappresentante del Governo.
Se in questi venti giorni vi saranno interventie mutamenti sostanziali sarò ben lieto di rivedere la mia posizione, informandone il Consiglio e chiedendo la sua espressione di volontà.
In ogni caso, comunque andrà, voglio dire a tutti voi, consiglieri di maggioranza e minoranza, che vi sono straordinariamente riconoscente per l'affetto, la stima e la fiducia che, anche privatamente in questi difficili giorni mi avete voluto manfestare. Un grazie infinito poi ai miei assessori, che mi hanno testimoniato una lealtà, amicizia, vicinanza e condivisione che ritengo possano essere da sole dare un senso a questi anni a servizio della mia comunità.
Roberto Peria Sindaco