Subito dopo il voto referendario sono iniziate a piovere le dichiarazioni di rito e i commenti al 59 a 41 emerso dalle urne.
Personalmente, visto che ho combattuto la battaglia per il SI, credo tuttora fermamente nel progetto riformatore delineato dal Governo uscente, ma oggi, con la consapevolezza della ragione, vorrei fare delle pacate riflessioni sul dopo, in quanto necessita saper intravvedere oltre l’immediato.
Matteo Renzi è, paradossalmente (ma anche paradigmaticamente) uscito più forte dalla competizione, portando il “suo” elettorato al voto in ragione del 41%; ha quindi buone ragioni per chiedere le elezioni anticipate muovendo da posizioni di maggioranza o comunque difendibilissime; diversamente, tutti gli altri partiti, sostenitori strenui delle ragioni del NO (Pannella la chiamava “partitocrazia”), risultano essere in grande ritardo o affanno e comunque non pronti ed organizzati per elezioni politiche a breve.
Tutto sopra citato, per ultimo, vorrei citare una frase sempre vera e attuale di Andreotti, il quale dopo ogni vittoria elettorale della DC sul PCI dichiarava che, in Italia, vi erano sempre “piazze piene e urne vuote”!
Le prossime settimane faranno luce sull’orizzonte che si andrà a prospettare agli Italiani dopo lo stallo intervenuto, facendomi auspicare che le forze riformiste e repubblicane abbiano la meglio su quelle disgregatrici e populistiche, stante l’ineludibile necessità di ammodernamento di uno Stato che non potrà mai avvenire con i soli NO.
Michele Mazzarri