Caro direttore,
chi dice che destra e sinistra sono concetti ottocenteschi e quindi superati, in genere è di destra. A cominciare dai ragazzi pentastellati, che a volte vogliono apparire di sinistra-sinistra, ma poi in Europa siedono con il peggio della vecchia destra reazionaria britannica, antieuropea e non a caso protagonista della Brexit e entusiastica partner di quella mina vagante che è Donald Trump.
Dal che ne deduco che destra e sinistra non sono affatto categorie superate, ma poichè la storia va avanti, non hanno nemmeno più lo stesso significato di un tempo. Ti stupirò con effetti speciali: io ad esempio ho votato Sì, mi considero un riformista di sinistra, (credo che veniamo dallo stesso glorioso partito), sono elettore del Pd, nonostante renzi, sono contento che il pd stia nel gruppo socialista europeo (sarà un po' meglio di Farage, non credi?) e ho un'idea piuttosto semplice per definire cosa è di sinistra: lo è chi mette in atto tutto ciò che possa arricchire la società, perchè quello è l'unico modo, in un mondo vorticosamente esposto a crescenti rischi economici e sociali, di poterla redistribuire la ricchezza, garantendo a tutti un livello sufficiente di welfare, di opportunità, di lavoro, di diritti, di giustizia, di crescita culturale e sociale.
Ma non è che siccome il Pd tutte queste cose non le ha ottenute, vuol dire che è di destra. Vuol dire che la crisi è terribile e che forse, con la destra vera (o dio non voglia gli arruffapopolo del movimento dei ragazzi) sarebbe molto peggio.
Mi ricorda un po' la storia dell'euro: poichè con l'euro le cose non sono andate come si sperava, si parla allegramente di ritorno alla liretta, senza nemmeno capire di cosa si parla e senza chiedersi se senza euro, non staremmo ancora peggio. Io dico che anzichè in Europa, l'odiata Europa dei banchieri, dei poteri forti, della finanza, di draghi, di Bruxelles, staremmo nel Grande Maghreb. Lo preferisci? Ci piove poco, come all'Elba quest'estate, ma io dico che è molto peggio dell'Europa.
Quanto a Bersani, uomo così leale alla ditta da votare contro la ditta, si definisce un uomo delle liberalizzazioni non un liberista. Sono due cose molto diverse: le liberalizzazioni sono a mio parere di sinistra, perchè aprono il mercato e offrono più risorse a più persone, il liberismo è l'idea, sempreverde ma sempre smentita dalla storia, che il mercato da solo crei ricchezza e prosperità. Una balla, semplicemente, ma che affascina sempre perchè buona parte del mitico Popolo pensa che il mondo sarebbe e ricco e libero se non ci fossero lo stato, la burocrazia, il welfare, i partiti, la politica i sindacati e via sciocchezzando.
E siamo al punto. Oggi lo scontro è tra riformismo e populismo, tra democrazia rappresentativa e una strana e per me pericolosa idea di democrazia diretta, che poi non è diretta ma molto manipolata. Per questo considero i ragazzi del Movimento degli apprendisti stregoni che hanno nel loro Dna qualcosa che non mi convince: l'odio contro i partiti (anche se in realtà odiano solo il Pd, forse perchè prima votavano bossi e berlusconi), l'autonominarsi difensori dei cittadini contro la casta (i mitici cittadini che in italia evadono al 45% le tasse), l'idea del cittadino che si fa stato senza la mediazione della politica e dei partiti. Questa roba, per me, è di destra, come lo sono sempre stati qualunquismo, populismo, antipolitica.
Caro direttore, non c'è cassazione o corte costituzionale che stabilisca l'interpretazione autentica di destra e sinistra ma non può essere nemmeno che uno sta con Farage e si sente il meglio della sinistra. Se stai con Farage, sei il peggio della destra. Viva il dibattito, questo sì è di sinistra. Con grande affetto e stima per elbareport, piccola-grande oasi di confronto.
Bartolo Misiani
Caro Bartolo
Condivido alcune delle cose che hai affermato, su altre sono scettico, su altre ancora sono in totale disaccordo. Ma non ti risponderò qui e ora perché su questi argomenti ho scritto parecchio e non voglio mandare i miei lettori in overdose di Tardò-Pensiero (Tardò è il soprannome della mia schiatta, quello che ci salva dalle omonimie). Questo anche per far spazio ad interventi di altri, pacati ed intelligenti come il tuo, o come l'ultimo di Luigi Totaro che sosteneva diverse tesi. Sbarcare di tanto in tanto in un'isola di raziocinio, dopo aver navigato per mesi in un procelloso mare di insulti da bettola, giuridiche minchiate, fideistiche pappagallate, e solenni esternazioni di confusi chiccazzè, è mentalmente rigenerante. Al momento ti ringrazio di averci scritto. E ti lascio (un po' di in caudam venenum consentimelo) con una citazione petroliniana: "Mi dispiace di morire ma son contento, son contento di morire ma mi dispiace".
sergio rossi