Dopo le "dimisioni commosse" di Peria di fromnte al Consiglio Comunale, un nuovo gesto eclatante da parte degli amministratori elbani, questa mattina 4 dei sindaci isolani del Centrodestra (Bulgaresi, Ciumei, Segnini e Simoni) sono saliti sul tetto dell'ospedale (ovverosia sul tetto terrazzato del piano quinto ala ovest dell'Edificio), dichiarandosi determinatia reimanerci ad oltranza, almeno fino a quando non vi saranno risposte concrete da Regione e ASL riguardanti la sanità dell'isola, almeno fino a quando non si accetterà di bloccare ed invertire il processo di smantellamento dei servizi erogati all'Elba.
Poco dopo i quattro sono stati raggiunti anche dai loro colleghi dei due comuni del Centrosinistra il riese Danilo Alessi ed il portoferraiese Peria.
Il presidio comunque non rappresenta territorialmente tutta l'Elba, non può che mancare Rio Marina (retta da un commissario) ma anche il sindaco di Capoliveri è assente. A dire il vero sul tetto insieme a rappresentanti dei comitati e sindaci con la fascia tricolore un'amministratore di Capoliveri c'è ma è il consigliere dell'opposizione Fausto Martorella, che non ha licenza di rappresentare l'istituzione.
L'Elba insomma a partire dalla maggioranza dei suoi rappresentanti amministrativi non ci sta, apre davvero quella che Peria ha definito "vertenza Elba" sul fronte della sanità ma anche su quello delle scuole e degli uffici giudiziari.
Sta montando un clima di reale tensione che coinvolge istituzioni e partiti. In decisa sofferenza il PD, asse della politica regionale, i cui rappresentanti locali si dividono tra quelli che scalpitano ed i preoccupati per gli attacchi alla regione. Non a caso quelli del PD della federazione Val di Cornia - Elba sono stati tra gli ultimi a prendere posizione sulle dimissione di Peria, producendo un comunicato ufficiale che è un capolavoro di equilibrismo, che nasconde con tutta probabilità un serrato confronto interno, e forse pure forti pressioni sul (Democratico) Sindaco portoferraiese, perché desista da un atteggiamento che suona estremamente critico verso i "palazzi" Fiorentini e Livornesi.
Giretti, Paolini, Rossi
Prosegue da parte dei sindaci isolani la simbolica occupazione dell'Ospedale portoferraiese, fissata una scadenza, quella del 26 novembre, giorno in cui le dimissioni di Peria da sindaco di Portoferraio diverranno per legge non revocabili; fino ad allora almeno uno dei sei primi cittadini sarà presente nella struttura sanitaria, ora "guarnita" anche dei gonfaloni comunali.
Decisa la turnazione delle presenze, mentre arrivano a valanghe le attestazioni di solidarietà a Peria ed alle ragioni del presidio si attende ancora un comunicato ufficiale degli "occupanti", nel quale si chiariscano con esattezza i termini di questo versante della "vertenza Elba", cioè cosa cosa ASL e Regione dovrebbero "benignamente concedere" agli isolani perché i sindaci recedano dalla loro ultra-condivisa protesta.
Logica vorrebbe che gli amministratori tenessero come punto fermo il rispetto degli impegni assunti appena un anno fa, in confronto ai quali invece il ridimensionamento dei servizi erogati all'Elba, eufemisticamente definito "razionalizzazione", è andato avanti a passo di carica.
Paradossalmente si è poi scoperto che proprio i tagli del governo Monti stabilirebbero che per un bacino di utenza come l'Isola d'Elba (senza considerare la sua insularità e le punte del carico antropico stagionale) applicando la formula ministeriale di 3,7 posti letto per 1000 abitanti, sarebbe compatibile "al massimo" una struttura sanitaria da circa 120 (!) unità a fronte della scarsa ottantina che ne conta attualmente l'ospedale portoferraiese.
E se sacrifici e chiusure si debbono proprio fare, parlando con la lingua fuori dai denti, che senso ha, dove sta la razionalità, nel tenere aperto un ospedale a Cecina che è ad un tiro di schioppo da Livorno, e far diventare un guscio vuoto o giù di lì un ospedale come quello elbano?
s.r.