Negli ultimi giorni alcune notizie hanno movimentato la scena politico –amministrativa della città. E’ caduto l’ultimo baluardo, il ricorso del Comune di Marciana, contro lo tsunami annunciato dei Debiti (meglio scriverli con la maiuscola) della Comunità Mondana & eredi, e ci prepariamo tutti a trovarci presto in mutande.
Il precedente Segretario Comunale, Dott. Pinzuti, cacciato con ignominia dal Comune, è stato assolto con formula piena dalle accuse infamanti che gli erano state mosse, tra l’altro, dal nostro sindaco. All’epoca in cui era in carica il Dott. Pinzuti aveva dichiarato e ribadito che le due ordinanze del Sindaco Ferrari sul transito di mezzi pesanti in Val di Denari erano illegittime: chissà se ora quel pronunciamento può nuovamente considerarsi autorevole?
E’ arrivata, compilata in modo chiaro e dettagliato, la lista di "criticità, inadempienze, irregolarità e responsabilità" che il revisore dei conti, Dott. Angelo Bachi, ha individuato nel comportamento dei nostri amministratori e spedito alla Procura della Corte dei Conti. Restituendoci finalmente l’idea che viviamo in uno stato democratico, dove gli organi di controllo lavorano per garantire la legittimità degli atti della pubblica amministrazione.
Giorni fa L’ex Sindaco di Portoferraio, dott. Peria, in un’intervista rilasciata a Luca Centini ha chiarito la dinamica con cui si è determinato uno dei numerosi debiti che potrebbero cascarci addosso.
Una cosa, leggendola, appare chiara, e cioè che dei responsabili da individuare, prima che l’Architetto Ferrari decidesse di annullare il ricorso, ci sarebbero stati. Saltato il ricorso, però, probabilmente non sapremo mai a chi dobbiamo questa eredità in negativo.
Certo, se si fosse potuto ricostruire l’iter che ha generato ognuna delle situazioni debitorie che sono forse destinate a farci piangere, sapremmo chi ne è stato responsabile e potremmo eventualmente invitare lui a versare lacrime e denaro.
Una considerazione che induce a chiedersi: come mai, a pochi giorni dal giudizio del tribunale regionale, l’Architetto Ferrari ha sentito il bisogno di impedire che venisse pronunciato?
Preferiva non sapere? Potremmo trovare una spiegazione accettabile del perché un uomo di così vasta esperienza in ruoli dirigenziali abbia potuto compiere la mossa di dichiarare che il Comune non era più interessato al ricorso, rinunciando a giocarsi una carta che, in caso di accoglimento del ricorso avrebbe probabilmente evitato che una montagna di debiti ricadesse addosso al Comune, e agli altri Comuni dell’isola?
Una mossa, si badi bene, che oltretutto parrebbe tutta sua, se è vero quello che appare, e cioè che la comunicazione, secondo la quale era venuto meno l’interesse per il ricorso, è stata una sua iniziativa diretta, non (almeno ufficialmente) supportata dal parere della Giunta.
Perché, quindi, il Ferrari avrebbe deciso di far saltare il ricorso?
Giova ribadire che il tentativo di Peria (la cui ratio era condivisa da amministratori di altri Comuni) era quello di risalire ai reali responsabili (amministratori e funzionari) dei dissesti finanziari della cattiva gestione di un Ente (Comunità Montana - Comunità dell'Arcipelago - Unione dei Comuni) di cui l'Architetto Ferrari era apicale dirigente.
Ciò premesso, ed anche tenuto conto della ipotesi (non peregrina) che, dopo un pronunciamento del TAR positivo, si fosse determinata una situazione tale, per la quale a dover rispondere, anche per centinaia di migliaia di Euro, dei debiti, non sarebbero stati i Comuni (in primis Portoferraio), ma personalmente i responsabili dei diversi provvedimenti che li avevano determinati, mi pare chiara la sussistenza di un conflitto di interessi tra le figure del Ferrari Sindaco e quella di Ferrari ex-Funzionario dirigente della C.M. e seguenti.
Di fronte al sorgere di una simile situazione, da parte del Sindaco Portoferraiese, un chiamarsi fuori e compiere un passo indietro sarebbe stato un segno di apprezzabile decenza, che Ferrari ha deciso evidentemente di non dare.
E passando ad altro, pur restando in argomento del pessimo opaco amministrare, leggendo all’Albo Pretorio che quattro giorni fa, il 20 dicembre, è stata pubblicata una determina del 3 novembre, dichiarata esecutiva il 5 dicembre (ma allora la pubblicazione a cosa serve?) con cui si affida un incarico ad uno studio di Piombino per “Verifica statica relativa al ponte in via Val di Denari e redazione progetto di muri spondati di difesa e consolidamento del ponte” penso che si sia di proposito omesso di avvertire gli interessati, cioè il Consorzio val di Denari.
Esiste un ente giuridicamente valido, il Consorzio, che ha come compito il mantenimento e la cura della strada di Val di Denari di cui il ponte ovviamente è parte.
Da più di un anno il Consorzio è in contraddittorio col Comune per il traffico di mezzi pesanti inopportunamente dirottato sulla nostra strada e ha diffidato formalmente il Dirigente suddetto da proporre perizie “a naso”, non suffragate da prove strumentali. Sarà stato per mera distrazione che l’Architetto Parigi ha omesso di informare il Consorzio Val di Denari?
Questioni, si obietterà di interpretazione di norme, Ma una cosa invece che non credo rientri nella discrezionalità delle interpretazioni personali è che da gennaio 2016 (quello passato, non quello che sta arrivando) in Italia é obbligatorio per legge adottare la procedura di Pubblica Amministrazione Digitale, con cui non sarebbe stato possibile un pasticcio di date come quello testè riferito. Ma a Portoferraio non ce n’è traccia.
Vista comunque in ultimo la grandissima discrezionalità e la "elasticità creativa" dell'amministrare messa in campo da "SvendiAmo Portoferraio", suggerirei di inserire nel pacchetto dei beni in via di alienazione lo stesso Palazzo dela Biscotteria. Non in senso metaforico, dico proprio l’edificio. Non è mica brutto, a parte il balcone che lasciato al suo destino prima o poi finirà per crollare (ve lo ricordate il Ferrari con l’elmetto che periziava i danni, subito dopo le elezioni?) A buon prezzo, se c’è qualche buon amico che viene in soccorso…
Spero tanto che qualcuno intervenga. L’anno scorso, quando alcuni di questi amministratori si erano buttati a mare alle Ghiaie, mi lamentavo che fossero riemersi tanto presto; quest’anno posso solo sperare che, per gentile intercessione della Prefettura di Livorno, siano invitati ad una nuotata ancora più lunga, una crociera a nuoto, così da allontanarli a tempo indeterminato dal governo della città.
Altrimenti, date le dimensioni dello sfascio che hanno determinato, e che continuerebbero a determinare, dell'albero di Natale prossimo venturo, quello del 2017, il poetà potrà cantare parafrasando: "Alle fronde dell'abete per voto/ anche le nostre palle erano appese/ oscillavano lievi al triste vento..."
Ma sì, ora tregua: Buon Natale anche a lor signori (ma da Santo Stefano si ricomincia)
Maurizio Tavanti