Questa riforma delle Province è stata una ulteriore penalizzazione per l'Elba. E ciò si è verificato perché sono divenute enti di secondo grado, cioè con organismi i cui rappresentanti, nel Consiglio, non sono più eletti direttamente dai cittadini, ma dai consiglieri comunali e sono state depotenziate di competenze e risorse a favore dei Comuni Capoluogo (città metropolitane) e delle Regioni.
La riforma Costituzionale, recentemente bocciata al referendum avrebbe dovuto ulteriormente cancellarle anche dalla Costituzione, avvalorando il rafforzamento dei poteri esecutivi a vantaggio di quelli collegiali. Il ruolo della Provincia, nelle forme precedenti alla recente riforma, aveva consentito di gestire adeguatamente sul territorio elbano, strutture ed infrastrutture fondamentali, dall'assetto e sicurezza del territorio dal rischio idraulico/geologico, alla manutenzione della viabilità, a quella della edilizia immobiliare delle scuole superiori, alla forestazione ed agricoltura, alla stessa promozione turistica locale. Non solo, ma la Provincia, nel suo precedente ruolo, aveva rappresentato l'esigenza di una eguale distribuzione delle risorse pubbliche Europee, Statali e Regionali sui territori di propria competenza, specie quelli più periferici ed insulari e per i piccoli comuni. Al posto di questo ente si è proceduto con la suddetta riforma, a svuotate di potere di rappresentanza, competenze e risorse le Province, con i risultati negativi che i cittadini elbani hanno sotto gli occhi: strade mal tenute, meno risorse ed interventi per edilizia scolastica, agricoltura forestazione promozione turistica. Si è lasciato l'attuale vuoto istituzionale e favorito un neocentralismo esecutivo e tecnocratico Regionale e Statale a discapito dei territori periferici ed insulari e la estraneazione dei Comuni dalla gestione di importanti servizi per i cittadini, i cui effetti li stiamo verificando con la riforma sanitaria, con la gestione dell'acqua e dei rifiuti, con il trasporto pubblico, la cui gestione e stata riorganizzata in mega strutture tecnico/burocratiche di ambito regionale, supercentralizzate e mega organismi istituzionali, gli ATO, dove i piccoli soccombono ai grandi. A questo punto, dopo che il referendum che ha chiuso definitivamente con la ubriacatura antinstituzionale della semplificazione amministrativa, che in verità nascondeva la volontà di ridurre spazi di partecipazione e sovranità dei cittadini e dei territori periferici e insulari si procederà a rivedere la funzionalità di queste tecnoriforme?
Pino Coluccia
Consigliere comunale Rio Elba