Documento presentato nell’ambito dei lavori del convegno dell’Udc del 9 novembre 2012 sul tema della spending revuew e dei tagli alla riorganizzazione sanitaria oggetto della protesta di cittadini e ammininistratori elbani.
“LA RESPONSABILITA’ DI NON GARANTIRE TEMPI E CONDIZIONI PER LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE”.
Abbiamo tutti sperato per mesi che la vicenda della sanità si risolvesse dando a quest’ isola il giusto riconoscimento delle sue primarie necessità e che ciò avvenisse attraverso un percorso serio e costruttivo avviato con la Regione e dell’ASL cui tutti ancor oggi riconosciamo l’ingrato onere di dover tagliare risorse cercando di salvaguardare il bene primario della vita.
Siamo peraltro convinti che ciò non possa avvenire indiscriminatamente ma che mai come nel momento in cui stiamo vivendo sia indispensabile trovare il coraggio e la libertà delle scelte.
E se in altri campi i programmi e gli obiettivi sono mutevoli e talvolta “di parte”, quando si parla di sanità all’Elba l’obiettivo è uno solo e comune: apprestare un’ organizzazione in grado di salvaguardare la vita dei cittadini intesa come tutela del bene della salute che potrebbe essere comunque compromesso nella perdita di funzionalità connessa a ritardi nei tempi di intervento o carenza di adeguate strumentazioni.
Ed in proposito se da un lato si comprende chiaramente la “guerra tra poveri” che sta infiammando l’intera Toscana con i tagli imposti dal Governo, dall’altro appare invece inspiegabile come non siano al riguardo individuate delle “priorità” che governino questo processo di razionalizzazione al quale il Piano Sanitario Regionale discusso sui territori avrebbe invece fornito un adeguato supporto.
E’ così che – se appare ingiustificata la sua mancata approvazione – riteniamo che ulteriori provvedimenti di razionalizzazione non possano essere messi in campo senza una valutazione preventiva dei loro effetti il profilo delle garanzie dei “tempi di intervento”, soprattutto nella Medicina d’Emergenza Urgenza.
Oggi infatti le Linee Guida e i protocolli internazionali, riconosciuti ed approvati dall’intera comunità scientifica globale, secondo i moderni concetti della Medicina basata sulle evidenze, mettono in relazione la tutela della vita e la salvaguardia della funzionalità d’organo dei pazienti a condizioni e tempi ben precisi, spesso riferiti al “primo intervento” (time is life), dettando standard che non possono essere estranei alle decisioni degli amministratori comportando – al contrario – una precisa responsabilità giuridica nel caso che il danno alla vita sia procurato per l’assenza di tali condizioni.
E qui sorge una domanda.
Se ai nostri cittadini è garantito un contributo procapite diverso da quello di altre aree geografiche proprio per l’implicito riconoscimento dei problemi e degli ostacoli che la nostra insularità comporta, perché non assumere ad unico criterio di razionalizzazione quello di un’organizzazione in grado di assicurare quelle condizioni attraverso dunque una struttura che sia contemporaneamente in grado di affrontare le fasi di accertamento, la terapia ospedaliera di casi “ordinari” nonché un’emergenza – urgenza qualificata ed attrezzata (e conseguentemente una chirurgia a tali attività funzionale)?
Perché non un presidio ospedaliero in grado di scongiurare da un lato i rischi che alla salute dei cittadini elbani spesso si frappongono in ragione di condizioni meteo talora proibitive oppure l’insorgere di patologie quantitativamente e qualitativamente connesse ai picchi di presenze turistiche stagionali?
Lo stesso Ministro Balduzzi assume che “l’esercente delle professioni sanitarie che si attiene a linee guida e a buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale risponde dei danni solo in caso di dolo o colpa grave”, confermando l’importanza del rispetto dei protocolli, in cui il tempo di intervento è elemento fondamentale e rappresenta criterio e limite alla riorganizzazione. Questo fondamentale concetto dimostra che una risposta sanitaria non esiste se non è apprestata in modo efficace, sancendo così un rapporto molto stretto tra tagli e livelli minimi da garantire
Affinché gli stessi dati forniti dalla medicina dettino le priorità basta solo abbandonare una ingiustificata par condicio tra i territori ed assumere chiaramente ed irreversibilmente il criterio della salvaguardia della salute quale unico legittimo criterio alla base delle difficili decisioni che dovrà assumere la Regione Toscana.
Occorre dunque riscoprire quel valore e ritenerlo fermamente l’unica priorità.
Paola Mancuso – UDC
Gianluigi Palombi - FLI