In relazione al documento presentato dal gruppo consiliare PD non si può che rimanere stupiti, dato atto che i problemi di attuazione sono conseguenti alla gestione dilatoria della vicenda da parte della Giunta del PD. Considerata la confusione che hanno o che fanno finta di avere, si rende, quindi, necessario un riepilogo dettagliato sull’argomento.
Si può iniziare ricordando che il PEEP è stato approvato con delibera del consiglio comunale del novembre 2008; che con delibera del Consiglio Comunale del febbraio 2009 è stato approvato il regolamento per l’assegnazione delle aree; che la selezione per l’assegnazione delle aree è stata avviata mese di giugno 2009; che la graduatoria definitiva per l’assegnazione delle aree è del luglio 2010; che la comunicazione della indennità di esproprio ai proprietari è del febbraio 2011.
Tra l’approvazione e la fase di concreta attuazione sono passati circa 3 anni.
Se questo non fosse sufficiente, in relazione ad un evidente insufficienza di capacità di governo da parte della giunta allora in carica, si determina una singolare situazione: mentre si propone una indennità di esproprio di 95 euro/mq. e si cerca di concludere sollecitamente accordi bonari, l’ufficio tributi, autonomamente, invia la richiesta di pagamento ICI per le medesime aree con stime attorno a 125 euro mq; per le procedure dell’imposizione e riscossione del tributo si determinano ovviamente contenziosi che per “sovrapprezzo” ruotano anche attorno alla richiesta del tributo per le medesime aree in vigenza del piano strutturale ed in assenza del regolamento urbanistico; e comunque la vicenda fa lievitare i prezzi perché se pago in relazione a 125 mi espropri per 125 euro/mq.; indubbiamente una logica operativa “sociale”.
In quella fase, ma anche successivamente, il responsabile dell’Area 2 impone il principio che prima si deve assegnare le aree ai soggetti attuatori, farsele pagare, quindi procedere a pagare i soggetti espropriandi; la conseguenza è che vanno in attuazione solo 2 interventi: il primo al Brunello, ove il soggetto espropriato è anche il soggetto attuatore, il secondo all’Albereto, ove la cooperativa assegnataria è in grado di saldare seduta stante il corrispettivo richiesto in quanto anche in questo caso è unico soggetto attuatore. Per gli altri ambiti invece sorgono problemi; ovviamente i maggiori problemi si rilevano per l’ambito 28, il più grande, che prevede la realizzazione di 5 interventi edilizi.
Le assegnazioni a seguito del bando prevedevano 3 interventi in capo ad una cooperativa, uno a carico di un’altra cooperativa e l’ultimo a carico di soggetto espropriato. Forse la crisi economica planetaria del 2011 ha scoraggiato molti, ma è pur vero che progressivamente si sono avute rinunce per i lotti 1 e 2, mentre per il lotto 3 l’assegnatario aveva molte perplessità perché il trascorrere del tempo per l’attuazione degli espropri faceva “evaporare” i soci prenotatari.
Si potrebbe mettere la croce in carico agli uffici, forse qualche responsabilità l’hanno, ma risulta che i procedimenti espropriativi che dovevano essere in carico all’area 1 - ufficio beni patrimoniali - furono speditivamente affidati all’area III, ufficio urbanistica, ovviamente senza la benché minima integrazione di personale; ed è bene ricordare che quell’ufficio contestualmente era impegnato nella variante al Piano strutturale, al regolamento urbanistico e quindi alla formazione del piano regolatore portuale per la portualità turistica. Come dire, quanto meno, che la Giunta pretendeva senza dare gli strumenti per conseguire i risultati.
Successivamente , nel 2012- 2013, si compone faticosamente il quadro degli accordi bonari per la cessione delle aree. Da quel momento parte la vera e propria attuazione che si scontra con il già citato diktat dell’ufficio ragioneria: non si acquisiscono le aree se prima non si ha la certezza, per contestualità o per anticipazione da parte del soggetto attuatore, delle provviste finanziarie necessarie per saldare gli espropriandi. Cioè: non viene consentita l’anticipazione di cassa, se non in un caso che, in qualche modo fa anche scalpore, perché determina una disparità di trattamento.
La conseguenza è che gli interventi nell’ambito 28 latitano anche se nel corso del 2013 si avvia la procedura per regolare i rapporti con la società Val di denari srl in parte proprietaria e soggetto attuatore, in parte soggetto espropriato.
A maggio 2014 allo scadere del mandato della precedente amministrazione sono quindi stati realizzati gli interventi degli ambiti 30 e 27; per l’ambito 28 molti sono i problemi aperti. E sono trascorsi in pratica 5 anni dalla approvazione del PEEP. Il giudizio sull’efficacia dell’azione di governo del PD lo lasciamo ai lettori che certamente sapranno valutare le responsabilità.
I rapporti con detta società conducono la medesima alla presentazione del progetto edilizio ed alla sua approvazione, alla presentazione del progetto delle urbanizzazioni. Ma solo nel mese di dicembre del 2014 si produce l’acquisto e la successiva cessione dell’area al soggetto attuatore e, nello stesso con delibera di giunta n. 250 del 18 dicembre 2014, la giunta, su proposta dell’allora dirigente, consente l’attuazione del peep 28 individuando 2 stralci: i lotti 28,3, 28,4 e 28,5 da una parte, i lotti 28,1 e 28,2 dall’altra, impegnando Val di denari srl e Cooper isola elba a presentare un progetto a stralcio delle opere di urbanizzazione.
Al netto di altre vicende per dare corso all’intervento sul lotto 28.4 si rende necessario creare una viabilità di cantiere alternativa a quella prevista dal piano PEEP, questa viene individuata interessando la Via val di denari. E’ vero il PEEP imporrebbe quantomeno la contestuale realizzazione delle urbanizzazioni, ma in assenza di assegnatari dei lotti 28.1 e 28.2, con le incertezze degli assegnatari del lotto 20.3, perché le cooperative sono evaporate e perché è incerta la procedura di esproprio in virtù delle posizioni assunte dall’ufficio ragioneria che reputava una sorta di danno erariale l’acquisto dei terreni in carenza di un acquirente, veniva valutato come interesse pubblico far partire l’operazione, magari con la speranza di far da traino agli altri interventi.
Qui si innesta la vicenda dei rapporti con il Consorzio Strada Val di Denari che, intervenendo a tutela della risorsa stradale dava l’impressione di voler essere in partita come controparte o potere autonomo che può decidere sull’utilizzazione della strada. Ma non è questo il tema perché l’Amministrazione ha sempre assicurato che a conclusione degli interventi la strada sarebbe stata ripristinata. Il Consorzio forse avrà sue ragioni per dubitare, ma avrebbe anche l’onere di accreditare la buona fede, fatta salva dimostrazione del contrario. Dimostrazione che appare problematica se, come è accaduto, l’Amministrazione Comunale si è assunta l’onere di svolgere le verifiche sulla portanza del ponte e della progettazione di alcune opere a difesa del ponte e delle zone limitrofe interessate dal corso d’acqua.
Nel corso del 2016 la Giunta, riflettendo su i ritardi accumulati e non certo per sua responsabilità, come evidenziato dal riassunto della storia sopra riportato, valutata la necessità di dovere delle risposte ai proprietari che vengono espropriati e che avrebbero diritto a sostanziosi indennizzi qualora si retrocedesse, ha ritenuto di dare mandato, con un atto d’indirizzo, la delibera 215 del 2016, di studiare una possibile variazione del PEEP che consentisse di soddisfare le aspettative dei privati senza lederne i diritti e di portare a compimento al meglio il disegno di assetto dell’area. Se poi a turbare i sogni del gruppo PD è la dizione della possibile rinuncia degli assegnatari la cosa è chiara: Cooper Isola d’Elba ha rinunciato, la cooperativa Piesse o trova modo di avere diversa soluzione o dovrà essere ristorata.
Allora dove è lo scandalo? Nella ricerca di soluzioni che non gravino sulle casse comunali? Se poi crea scandalo l’approvazione di un progetto in attesa del completamento della procedura di esproprio per le motivazioni di cui sopra, non si può che pensare ad una ormai assoluta dominanza della forma burocratica rispetto alla sostanza delle cose; anche se la stessa cosa ha fatto il PD, perché il progetto relativo gli ambiti 27 e 30 sono stati approvati prima del completamento della procedura di esproprio. Forse non se ne sono accorti, non c’erano, o peggio ancora, dormivano.
Infine, la cancellazione parziale del PEEP, anche se così fosse, variare gli strumenti di pianificazione è forse un delitto? Nel farlo peraltro si aumenta l’edificabilità? No. E allora dove è il problema? Il problema è evidentemente nel pregiudizio, nel non avere una strategia, una prospettiva per il futuro della città, come d’altra parte erano bradipi nel governare. Oppure si deve pensare che era una logica sociale far acquistare prima i terreni a cooperative o altri soggetti, come accaduto in anni più lontani ove governavano, per poi trasformarli in PEEP?
Se poi proprio si deve ragionare in termini di logica sociale sorge spontaneo domandare perché in 10 anni non hanno fatto? Perché hanno fatto fare progetti e non li hanno realizzati come i 16 alloggi all’Albereto in luogo del campino di basket abbandonato su terreni di proprietà comunale?
E veniamo alle richieste dell’odg:
$11. Venga rispettato il Piano PEEP e vengano rimossi comportamenti amministrativi difformi e in contrasto: abbiamo avviato una procedura di variante, non è illegittimo variare gli strumenti urbanistici, non lo è di più se con tale iniziativa si evitano maggior oneri al Comune, a meno che il PD non dichiari di accollarsene i costi;
$12. Vengano individuate le responsabilità del caos che si è cerato: è evidente dalla ricostruzione che molte sono loro perché in 10 anni hanno depauperato la compagine dei dipendenti, non hanno conferito risorse ad uffici operativi importanti privilegiando operazioni per quanto legittime, per esempio, pensando solo a riscuotere tributi;
$13. La Giunta revochi la propria delibera 215/2016: ci dovrebbe essere spiegato dove sta l’illegittimità di un atto d’indirizzo che le strutture tecniche ed amministrative devono applicare, se possibile; la richiesta appare del tutto incomprensibile, se non assurda, se si dovessero verificare quanti atti d’indirizzo sono stati assunti e quante conseguenze coerenti o meno si sono avute, forse chi ha governato per 10 anni avrebbe certamente problemi non solo di coerenza ma quantomeno di legittimazione ad assurgere al ruolo di censore;
$14. Vengano riparati i danni al territorio ed alle sue storiche urbanizzazioni: prescindendo dal fatto che non è chiaro a cosa ci si riferisca, se si coglie nel segno pensando che il riferimento è alla strada di Val di Denari, si ricorda che più volte abbiamo affermato che avremmo provveduto facendo partecipare alla spesa tutti coloro che quella strada, chi più e chi meno, ha utilizzato con mezzi pesanti negli ultimi anni; non vorremmo infatti pensare che il PD pensi che invece sussistono diversità orwelliane.
Non sappiamo se il PD sarà soddisfatto delle risposte, forse no perché vivono col pregiudizio che solo loro fanno cose giuste e bene e gli altri no, sbagliano o forse peggio. E’ un gioco pessimo il loro, deprimente per la politica, ma soprattutto per i cittadini, le imprese, che attendono risposte ai problemi, per esempio come siamo stati capaci, anche se con qualche difficoltà, per l’edilizia scolastica.
Tuttavia crediamo che i cittadini abbiano ora un quadro della situazione e sappiano giudicare.