Qualche giorno fa la stampa locale riportava un intervento di Yuri Tiberto, di Marina di Campo, già consigliere comunale, con un appello-proposta ai suoi concittadini politici sicuramente nuovo, come nuova è la situazione che vive oggi quella comunità tanto per “l’anomala presenza di un Commissario -al posto del classico Sindaco uscente impegnato a tappare buche, bonificare fogne e organizzare feste-”, quanto per l’assenza di qualunque segno di campagna elettorale che normalmente, a pochi mesi dalle elezioni, dovrebbe essere in pieno svolgimento.
E invece, prosegue l’intervento, “Nessun candidato a Sindaco. Il povero Lambardi, ri-auto-candidatosi un paio di mesi fa, si direbbe sconfessato in perentorio politichese da Federico Zini, Segretario del PD elbano che mi sembra (se possibile) ancora più confuso dei suoi referenti nazionali: "sarà il gruppo locale a trovare il candidato"” (di altri possibili candidati degli altri schieramenti, forse per carità di patria Tiberto non fa cenno).
Denuncia invece il pericolo della paralisi di iniziative, che non possono essere certo attese dall’iniziativa del Commissario al di là dei poteri che pure detiene, visto che dovrebbe andarsene senza poterle poi gestire. Eppure di cose da fare ce ne sarebbero, afferma, e ne abbozza un già nutrito elenco da apprestare “per essere pronti per la stagione”, fra meno di due mesi. Se però il Commissario venisse sollecitato… Potrebbe farlo “un’assemblea cittadina nella quale recepire <…> le necessità più impellenti del nostro Comune, con il preciso intento di formulare richieste urgenti e circostanziate al Commissario in carica”.
Ci sia consentito dire che la proposta desta qualche perplessità, sia di metodo che di merito.
Nel metodo, l’elenco indicato dei possibili convocatori dell’assemblea, anzi “gli unici titolati a farlo”, appare per la verità un po’ sconcertante. Forse potrebbe essere credibile un’iniziativa simile da parte della “ex-maggioranza (Lambardi & C.)”; ma la stessa, se intrapresa dalla “ex-minoranza (Segnini & C.) ed ex-ex-maggioranza (Scotto di Santolo & C.)”, suonerebbe a dir poco impropria, o addirittura beffarda: non si può dimenticare, infatti, che la situazione presente è stata determinata proprio dalle minoranze indicate, con la insensata iniziativa di interrompere l’azione amministrativa della Giunta Lambardi a inizio estate del 2016, coinvolgendo in un ‘non governo’ sia l’ultima “stagione” che verosimilmente la futura. Non per entrare a posteriori in un dibattito politico che non ci riguarda, ma aspettare almeno settembre sarebbe stato segno se non altro di buon senso comune. Presentarsi ora a dire che si è in ritardo sulla programmazione estiva 2017 da parte di chi di questo ritardo è responsabile sembrerebbe un vero autogol.
Nel merito, il ricorso alle assemblee cittadine, “alla ggente” per farsi raccontare le necessità più urgenti e circostanziate della comunità pare ormai una procedura opportunista e anche poco sincera: chi si occupa di politica locale, e Tiberto mostra di saperlo benissimo, conosce e in ogni caso deve mettersi in condizione di conoscere direttamente le cose da fare (e da non fare), senza ricorrere al rituale della ‘consultazione cittadina’, che finisce per essere uno scarico di responsabilità. Chi ha idee e si propone di impegnarsi a realizzarle trovi semmai il modo di comunicarle chiaramente ai concittadini, e magari chieda di essere ricevuto dal Commissario per vedere insieme a lui se è possibile metterne in cantiere qualcuna. C’è da dubitare che la processione degli ex amministratori in coro, confondendo i ruoli avuti nell’amministrazione e nella sua caduta, possa sortire miglior effetto dei suggerimenti o delle richieste di singoli cittadini o gruppi. E già le indicazioni dell’intervento di Tiberto sono testimonianza di quanto si è ora osservato.
Giusta dunque la preoccupazione, plausibile l’analisi, corretta la sollecitazione, ma bisognerebbe evitare confusione di ruoli passati e futuri. La chiarezza nel merito e nel metodo è sempre la strada migliore.
Il Caracuto