Alla luce delle vicende sulla fusione tra comuni di Rio nell’Elba e Rio Marina e sul percorso di governo intrapreso ormai da più di due anni e mezzo dall’amministrazione riese guidata dal sindaco De Santi, mi sento in dovere, come cittadino e come consigliere del gruppo di minoranza “Rio Democratico” di esprimere alcune considerazioni.
Nel corso della mia vita ho fatto politica in maniera occasionale, mettendomi a disposizione del paese quando candidati sindaci di sinistra hanno chiesto la mia collaborazione ed il mio tempo.
L'ho fatto non certo per avere un lavoro, qualche carica onorifica, ma per la mia comunità, fatta di uomini e di donne con i quali vivo quotidianamente, con cui condivido affetti, amicizie, interessi, tempo libero.
Ed anche alle ultime elezioni sono stato disponibile a dare una mano per il nostro paese, che si vincesse o si perdesse.
Non è andata secondo i nostri desideri, ma eletto consigliere di minoranza ho comunque deciso di dare una mano e non tirarmi indietro.
Pensavo all'inizio che il sindaco e la sua squadra avessero comunque voglia di fare per la comunità, partendo da opinioni diverse, ma in ogni caso interessati a raggiungere l'obiettivo di migliorare le sorti del paese e condividendone anche e in qualche occasione alcune scelte.
Con il tempo, mi sono reso conto, anzi ci siamo resi conto, che invece la volontà della amministrazione attuale è molto diversa dalla mia, anzi dalla nostra, rispetto agli impegni da portare avanti.
Non voglio elencare il poco delle cose fatte (peraltro provenienti da impegni di altri) rispetto alle promesse, le difficoltà ogni giorno maggiori di gestire la macchina comunale e di dare risposte ai cittadini.
Quello che avviene in comune e fuori è sotto gli occhi di tutti e non ha bisogno di essere elencato o spiegato.
Ma dato che al peggio non c'è mai fine, ora l'amministrazione comunale, o meglio il sindaco, si è impegnato in una nuova avventura che potrebbe lasciare danni permanenti nella comunità.
Mi riferisco al progetto della fusione con Rio Marina, lanciato sulla stampa qualche settimana fa e portato a spron battuto in consiglio comunale.
Ma è possibile che un sindaco, nel momento che decide di iniziare un percorso così rilevante per il futuro del nostro paese e non solo, non abbia sentito la voglia, la volontà, la cortesia, di condividerlo prima di tutto con tutti noi?
Perché questo è il primo nodo da sciogliere.
Una lettera condivisa da decine di riesi ha già posto questa domanda pubblicamente al sindaco e lui ha risposto ricordando le regole.
Certamente ci saranno informazioni ed assemblee dopo la decisione del consiglio.
Ci mancherebbe! La regione Toscana ha una legge per promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche e certamente, nel percorso per arrivare al referendum che deciderà davvero le sorti di questo progetto, ci saranno momenti informativi.
Ma un sindaco, nel momento in cui maturava una decisione così importante e non contenuta nel suo programma elettorale, avrebbe dovuto sentire la voglia di condividere prima di tutto con noi paesani questo progetto, di spiegare pregi e difetti, di raccontare quale sarebbe stato il percorso, di spiegare le ragioni vere, i vantaggi reali e duraturi.
Niente di tutto questo. Si è andati a diritto in consiglio comunale contando su una maggioranza pronta ad accettare e votare comunque.
Allora il sindaco ci potrebbe spiegare quando è stato folgorato sulla via di Damasco?
In questi anni, quel poco di gestioni associate con il comune di Rio marina, nate e mantenute durante le precedenti amministrazioni, sono state via via cancellate.
Ultima, esemplare, la mensa scolastica.
Il sindaco poi si è rivolto invece a sud est e ha stipulato un patto con il sindaco di Capoliveri, con il quale ha molti e più stretti legami politici.
In consiglio comunale sono arrivate le gestioni associate con questo comune, non confinante, distante più di 15 km, vendute come un gran risparmio, miglioramento delle performance dei dipendenti e delle procedure.
I risultati si vedono ogni giorno. Non voglio fare mio un commento che gira, condiviso da molti, per cui Rio è diventato una succursale di Capoliveri, neanche la frazione.
Ma certamente i dipendenti sono stati mortificati, i nuovi che vengono per poche ore non conoscono bene le nostre situazioni come quelle del comune da cui provengono.
Penso anche che andrebbe fatto un conto, non solo dei risparmi, ma anche delle spese telefoniche, di benzina, di consumo dei mezzi, del rallentamento della operatività della macchina amministrativa, per verificare se davvero Rio ha guadagnato in questa operazione oppure ha già perso una sua identità.
Ma il sindaco, quando è presente, si trova in comune e via via in questo ultimo anno sono diminuite anche le occasioni di incontrarlo casualmente sulla piazza.
Da rappresentante dei cittadini mi sarebbe piaciuto che prima del lancio ufficiale in consiglio comunale della proposta del comune unico di Rio, il sindaco avesse sentito la necessità ed anche il piacere di spiegare le ragioni del voler mettere insieme nuovamente le due comunità e dicesse perché ha deciso in questo modo di rinunciare alle gestioni associate con Capoliveri. Che avesse raccontato le motivazioni vere di questa novità, che contraddice nei fatti il percorso compiuto fino adesso.
Mettere insieme due comuni non può essere solo un fatto economico, una convenienza per avere qualche soldo in più.
Come in un matrimonio bisogna essere in grado di mettere insieme tutto, beni, affetti, tradizioni, modalità di vita.
Se un matrimonio si celebra tra persone che si vogliono bene e si rispettano, sicuramente ci saranno le condizioni per una buona vita insieme, ma se il matrimonio è solo di interesse, alle prime difficoltà si rischia di stare insieme solo perché costretti e questo non farebbe fare nessun passo avanti positivo a tutto il versante.
Non vorrei che questo fosse un modo per abdicare senza disonore prima della fine, visto che attualmente, dopo il grande exploit delle indagini sui precedenti amministratori, lo sviluppo promesso è ancora molto di là da venire e i cittadini non hanno visto né maggiori opportunità di lavoro, né molti più turisti ed il miglioramento del commercio ed in genere della offerta complessiva, promesso con grandi slogan e grande sicurezza in campagna elettorale e che sembra essere sempre più vicino ad una chimera.
Bruno Chiassoni
Consigliere di minoranza Rio Democratico