La fusione dei piccoli comuni è una necessità, così come oramai lo è l’uso degli strumenti informatici: è inutile ostinarsi a scrivere un documento utilizzando la mitica macchina Lettera 22 e collegare il ticchettare di quei tasti al giornalismo elegante e senza sbavature del tempo passato.
Lo stesso si può dire fra quanti si ostinano a difendere l’esistenza dei piccoli comuni.
Davvero la nuova entità amministrativa che nascerà dalla fusione dei due comuni di Rio, sarà estranea e distante dalle comunità d’origine? Davvero queste perderanno la tutela dei loro interessi sociali, economici e culturali? Noi non lo crediamo, anche se riaffermiamo come quest’operazione sia caratterizzata da una fusione nata a freddo.
I sindaci dei due comuni, prima ancora di ufficializzare la proposta d’accorpamento, avrebbero dovuto informare i cittadini sulle difficoltà organizzative che nella vita quotidiana stanno incontrando i piccoli comuni con la perdita, nei fatti, della loro sovranità amministrativa e territoriale.
I due sindaci avrebbero dovuto illustrare il mancato funzionamento delle gestioni associate, queste fra l’altro non sono obbligatorie per un comune di oltre tremila abitanti!
I due sindaci, nel proporre la fusione, avrebbero dovuto presentare un progetto d’ampio respiro con le strategie nell’uso delle risorse del territorio. Insomma, con proposte concrete in grado di indicare un comune nuovo all’altezza dei tempi che viviamo, ma con lo sguardo rivolto alle generazioni future. Finora i due sindaci invece hanno calcato la mano solo sui benefici finanziari che giungeranno dallo stato e dalla regione, necessari e indispensabili, che però non possono essere l’unico motivo dell’accorpamento.
Ciò non significa che il Partito democratico non sosterrà le ragioni della fusione, sempre più necessaria anche in seguito ai forti cambiamenti economico-sociali e demografici avvenuti negli ultimi anni.
Pertanto il PD s’impegna affinché con l’accorpamento delle due Rio siano mantenute e si valorizzino le identità culturali e storiche dei territori delle comunità d’origine, comprese le frazioni di Cavo e Bagnaia, attraverso la creazione dei municipi, a cui affidare il nome, il gonfalone e lo stemma dei vecchi comuni, nonché dotarli di organi elettivi e di servizi di base. In un municipio, fra l’altro, dovrebbe risiedere la giunta comunale e nell’altro il consiglio comunale.
Circolo Pd Rio Marina e Cavo