Nel corso dell’incontro con gli assessori Regionali alla Pianificazione Territoriale, Vincenzo Ceccarelli, e all’Ambiente & Terme, Federica Fratoni e con la presenza del Presidente del PNAT, Giampiero Sammuri, sono state esaminate le conclusioni di natura urbanistica e tecnica per la migliore allocazione delle future Terme di Cavo.
L’incontro, al quale è succeduto un colloquio di aggiornamento col Presidente Rossi, è stato coordinato dal Capo di Gabinetto della Presidenza, Ledo Gori, mentre per il Comune di Rio Marina, oltre al Sindaco, erano presenti gli esperti di fiducia Pierfrancesco Bernacchi per la parte termale, l’avv. Mario Chiti per la parte urbanistico legale e l’arch. Giovanni Parlanti, pianificatore.
Sul tavolo le due possibili localizzazioni: quella delle Paffe, interessata dai vincoli posti dal PIT Piano paesaggistico della Toscana, e quella di Cala Seregola, ricadente nella zonizzazione DS del Piano del Parco, che pone vincoli al cambio di destinazione d’uso e al carico antropico.
Il Comune di Rio Marina ha posto come prima opzione l’area delle Paffe, anche in risposta alle richieste della popolazione di Cavo, mediante una perequazione urbanistica delle fatiscenti volumetrie esistenti sull’area di Cala Seregola, per ottenere il doppio risultato di risanare due aree che presentano, la seconda in maniera più evidente, situazioni di degrado.
Sulla prima e principale alternativa la Regione Toscana ha ribadito la sua posizione negativa dettata dal rispetto senza eccezioni del PIT co-pianificato col MiBACT, che imporrebbe quindi una negoziazione dagli esiti incerti.
Il Comune di Rio Marina, aderendo anche alle previsioni dell’art.31 e 32 del PIT in materia di infrastrutture d’interesse regionale, ha insistito attraverso l’intervento dell’avv. Chiti, noto amministrativista dell’Università di Firenze, sul suo carattere di interesse pubblico, non riuscendo tuttavia a rimuovere la pregiudiziale regionale.
A questo punto, prima di accantonare un’opportunità storica per l’intero territorio elbano, come più volte ribadito dall’esperto termale che ha confermato il paragone con Ischia, è stata presa in considerazione la seconda alternativa di Cala Seregola, ritenuta da tutti, urbanisti compresi, più gestibile, anche se sul medio periodo, col Parco Nazionale dell’Arcipelago.
Su questa indicazione aveva già convenuto il consulente, giudicandola la più idonea per il tipo di struttura da realizzare, precisando che più di terme, che attraversano momenti di criticità, si deve parlare di centro benessere che per il complesso di servizi resi, termali, di talassoterapia combinata con elioterapia ecc., può consentire flussi di utenza supplementari, e quindi una sua validità economica, rispetto alle normali spa destinate a migliorare l’accoglienza alberghiera.
In relazione alla mancata attuazione dell’art.13.3 del Piano di Parco sulle aree DS, che lascia libero spazio alla norma di salvaguardia dettata dall’art. 20.7 e al congelamento della situazione esistente, è nato un confronto col Presidente Sammuri sulla sua mancata attuazione e, quindi sulla necessità di attivare le procedure necessarie, quali una variante normativa che ne precisi la destinazione.
L’iter, particolarmente articolato, ne prevede l’approvazione da parte della Comunità del Parco, del Consiglio Direttivo del Parco, della stessa Regione Toscana, che ha promesso i suoi buoni uffici, e la notifica al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Il Comune di Rio Marina ha manifestato la propria insoddisfazione, soprattutto per i tempi non determinabili a priori delle soluzioni prospettate, che non tengono conto delle certezze richieste dal mercato degli investitori e che rischiano di vanificare i 20 milioni stimati e confermati di investimenti, sui quali ha richiamato anche l’attenzione del Presidente Rossi nel successivo colloquio.
A questo punto l’Amministrazione presenterà un’ipotesi circostanziata di variante normativa al piano del Parco, che comprenderà un piano particolareggiato d’intervento sull’area di Cala Seregola, che presenta non indifferenti problemi di ripristino ambientale, che spera non incidano in maniera eccessiva sull’investimento tale da metterne in discussione l’equilibrio.
Su tale variante si aprirà un confronto col PNAT in modo da rendere possibile l’attivazione per le aree minerarie di Rio Marina, zonate in area DS, di quel progetto integrato di valorizzazione previsto dall’art, 13.3 delle N.t.a., rimasto inattuato, e sul quale rimane aperta la mobilitazione richiesta alle Categorie Economiche e alle componenti della società locale.
Considerata l’entità del flusso e la temperatura delle acque, l’Amministrazione sta valutando di riservare una parte della gara, eventualmente anticipandola sui tempi dell’intervento complessivo, alla distribuzione alle strutture alberghiere di Cavo e a promuovere la realizzazione di un impianto locale, oltre a misure finanziare a favore del territorio col ricavato delle concessioni.
Comune di Rio Marina
Il Sindaco Renzo Galli