Un gruppo di iscritti alla CGIL di Portoferraio ha voluto inviarci una riflessione sulla Festa della Liberazione dal nazi-fascismo, ma il documento si chiude con una stilettata polemica, per il Segretario della Camera del Lavoro dell'Elba, che ha optato per presenziare alla cerimonia ufficiale portoferraiese, condita dalle ormai usuali ma sempre sconcertanti "interpretazioni" del Sindaco Ferrari, mentre in pratica sia loro che i rappresentanti di tutti i partiti della sinistra e del centro-sinistra avevano optato per l'informale contemporaneo raduno di fronte alla lapide dedicata ad Ilario Zambelli. Di seguito il testo della nota:
La Resistenza, in Italia, nacque già dal momento in cui il Re V.E. III conferì a Mussolini l’incarico di formare il governo, il 31 Ottobre 1922 (M. Revelli).
La Resistenza iniziò in Parlamento, nei partiti, nelle organizzazioni sindacali, nella vita civile, nelle fabbriche e nelle campagne. Ricordiamo alcuni : Giacomo Matteotti (1924), Giovanni Amendola (1926), i fratelli Rosselli (1927) oppositori come Don Giovanni Minzoni (1923) e decine di lavoratori e sindacalisti massacrati dalle squadracce fasciste. Resistettero nelle galere e al confino centinaia di italiani condannati dai tribunali speciali del regime. Non poterono resistere i 5791 su 6807, intere famiglie di cittadini italiani di religione ebraica che furono deportati nei campi di sterminio tedeschi e che non fecero ritorno grazie alle leggi razziali volute dal regime e controfirmate dal re e imperatore di casa Savoia. Non resistettero le centinaia di italiani, anziani, donne e bambini che vennero massacrati dalle truppe tedesche in ritirata a Marzabotto, S.Anna di Stazzena a Forno di Massa ecc. Nel massacro indiscriminato delle Fosse Ardeatine morì il 2° Capo Segnalatore della Regia Marina Ilario Zambelli, elbano.
Resistettero invece migliaia di italiani dopo l’8 settembre 1943. Resistettero i soldati della Divisione Acqui a Cefalonia. I reparti italiani, che in seguito ad una votazione democratica, decisero di non cedere le armi ai tedeschi. Così, soldati, carabinieri, finanzieri e marinai al comando del Generale Antonio Gandin resistettero e dopo pesantissime perdite si arresero. A resa avvenuta, a migliaia furono assassinati dai plotoni di esecuzione tedeschi.
Nelle città, nelle campagne, in montagna le formazioni partigiane dettero filo da torcere ai tedeschi invasori e ai fascisti al loro servizio. A detta degli Inglesi e degli Americani le formazioni partigiane distolsero dalla Linea Gotica circa 7 divisioni germaniche accelerando l’avanzata alleata. Nelle formazioni partigiane c’erano tutti, democratici, cattolici, comunisti, socialisti, monarchici, civili, ufficiali e soldati del dissolto esercito. Decine di miglia morirono in combattimento o condannati a morte. È bene ricordare anche gli uomini e le donne dell’ “Esercito delle tute blu” che difesero le loro fabbriche e gli impianti dalla distruzione o dal trasferimento in Germania. Furono loro che con i loro scioperi prepararono l’insurrezione generale.
Questo è il 25 Aprile e queste sono le cose da ricordare.
Il 25 Aprile è la data fondante della Democrazia e della Costituzione.
A Portoferraio questa amministrazione sembra non sappia che cosa sia successo o non voglia ricordare.
In Piazza della Repubblica, il 25 Aprile 2017, tra le varie delegazioni era presente anche il Coordinatore della Camera del Lavoro dell’ Isola d’Elba. Ci auguriamo che ci fosse solo a titolo personale.
Un gruppo di iscritti alla CGIL