E poi, alla fine, sono volati gli stracci. Era cominciato più o meno come al solito il Consiglio Comunale di giovedì 27, con un discorsetto sonnacchioso e un po’ rancoroso del Sindaco Ferrari, dispiaciuto che ci fosse stata gente che s’era voluta dissociare da lui e dalla sua istituzionale e personale commemorazione del 25 Aprile. Poi, per ore, il Teatrino della Biscotteria aveva avuto come unico interlocutore delle minoranze il vicesindaco Marini, se si esclude l’intervento del Segretario Acerbi che, in un guazzabuglio di documenti ovviamente non consegnati prima alle minoranze, ma anche lì per lì da correggere, tagliare, integrare, era riuscito anche a tenere in sospeso tutti per mezz’ora e più mentre cercava una mail del Revisore dei Conti. Dopo la sospensione della seduta, alla ricerca della lettera scomparsa, si era scoperto che il segretario, quella mail, se l’era immaginata. Nel susseguirsi dei punti all’ordine del giorno l’iter era invariabile: discorsino del Marini, obiezioni delle minoranze, votazione scontata. Unica novità l’uscita dalla maggioranza della Consigliera Brandi. Poi due interventi decisi di Cosetta Pellegrini hanno lasciato senza parole il tavolo della maggioranza. Il primo quando, dopo aver riferito di non aver avuto risposta ad una sua richiesta di accesso agli atti, ha seccamente minacciato di far intervenire i Carabinieri. Il secondo quando ha pulitamente snocciolato le cifre del dissesto della cassa comunale. Di fronte ad un milione e seicento mila euro di cassa positiva, ci sono una quantità di debiti da pagare, a cominciare da ESA, che deve avere due milioni e settecentomila. Ma quanto deve avere la Cosimo dei Medici? E gli altri fornitori? E poi, prima di veder rientrare i soldi dell’IMU, il Comune dovrà comunque pagare - speriamo - pure gli stipendi ai dipendenti.
Il Dott. Marini, di solito loquace, ha scansato con la mano il microfono che il Presidente Fasola gli porgeva, e non ha ribattuto. Ed ha taciuto, più tardi, il sindaco Ferrari: sollecitato dalla consigliera Giuzio a fornire un suo parere sulla situazione generale, ha fatto conto di non aver sentito. Sospesi i lavori alle 20,45, per quarantacinque minuti, alla ripresa gli stracci, che eran proprio stracci visto che la miseria era ora palese, hanno incominciato a volare. Urla, questa volta anche da parte del sindaco Ferrari, col controcanto del vice Marini, hanno caratterizzato il finale di partita, da parte di una Giunta che è riuscita a far saltare anche per quest’anno la possibilità di avviare finalmente il PEEP in Albereto della Cooperativa delle Forze dell’Ordine (che ha già pagato il 10% dovuto). Il Demanio aveva chiesto di stipulare entro marzo il contratto per la cessione delle aree, ma inspiegabilmente il Comune non si è dato la pena di rispondere quindi se ne parla, se va bene, l’anno prossimo. Perché? Non è dato saperlo. Per i lavori pubblici è stato indicato in bilancio che verranno finanziati non dai proventi degli oneri ma dal ricavo della vendita degli immobili di proprietà del Comune. Se non si venderanno, niente lavori pubblici.
Si svendono tutto, palazzi, anche appartamenti di pregio, scantinati, tutto. Ma per cosa, poi? Perché non se ne vanno ora, prima di fare altri danni? Nemmeno se passassero l’estate, vestiti col gonnellino di paglia e la collana di fiori al collo, ad accogliere i turisti danzando e cantando:”Aloha aloha” riuscirebbero a dare un senso al fatto che stanno occupando ruoli che sono manifestamente incapaci di gestire.
M.T.
Dobbiamo una spiegazione ai nostri lettori; questo pezzo era stato commissionato come un reportage "serio", su una seduta del consiglio comunale in cui era prevista la discussioni di importanti argomenti, ma, vuoi per la vena ironica che contraddistingue pressoché costantemente gli scritti del nostro cronista, vuoi per l'effettivo andamento dei lavori (con i suoi tratti di involontaria comicità) constatando che la situazione amministrativa portoferraiese potrebbe essere definita (citando il grande Ennio Flaiano) "grave ma non seria", ci siamo decisi di inquadrare la cronaca nella parte più disimpegnata del giornale.
Contemporaneamente facciamo voti che lo stato delle cose ferajesi non abbia a passare (aumentando ancora la siderale distanza che pare interporsi tra cittadinanza e amministratori) da "grave ma non serio" a "tragico e scompisciante"
sr