Da che cosa nasce il richiamo della Presidenza della Repubblica al parlamento perché provveda sollecitamente ad approvare una nuova legge elettorale e l’elezione di un giudice alla corte costituzionale?
Sembra di capire che il Presidente della Repubblica, persistendo il sistema elettorale attuale, tema il rischio di una possibile ingovernabilità perciò il richiamo al parlamento a votare una nuova legge elettorale che è strumento attraverso il quale i partiti possono inviare nel parlamento stesso i candidati eletti nelle loro liste.
Al riguardo, ogni partito politico ha la sua strategia la quale può essere realizzata meglio con una legge elettorale piuttosto che con un’altra.
E anche per l’elezione del giudice di corte costituzionale non c’è accordo fra le varie fazioni politiche sul nome da candidare al voto nel parlamento per cui nessun nome proposto riesce a raggiungere il quorum previsto di voti per la elezione.
Questo interesse di partito è legittimo in quanto ogni partito politico è l’unione di più persone volta al raggiungimento di fini comuni per la conquista e l’esercizio del potere politico.
Questo interesse politico di partito impedisce l’approvazione di una nuova legge elettorale e l’elezione del giudice costituzionale.
La tendenza a risolvere i problemi del paese all’interno dei partiti si chiama partitismo e partitocrazia il trasferimento dell’interesse di partito dentro le istituzioni rappresentative.
E’ infatti la partitocrazia il predominio del sistema dei partiti nella direzione della vita politica nazionale dentro le istituzioni che rappresentano la sovranità popolare (assemblea parlamentare, regionale, provinciale e comunale).
Il distacco e il rifiuto di questa partitocrazia, è manifestato con la astensione dal voto da parte della sovranità popolare.
La partitocrazia troverà certamente un accordo dando risposta alla Presidenza della Repubblica ma continuerà ad esistere.
La partitocrazia è democrazia?
Marcello Camici