Il Porto di Marciana Marina era ed è un porto polifunzionale, che, al suo interno, oltre all’approdo turistico ha da ottemperare a molte altre funzioni (commerciale, servizio passeggeri, peschereccia e di rifugio).
In passato, la gestione del Demanio marittimo compresi i porti di II categoria III classe, era affidata dallo Stato alle Capitanerie di Porto, senza il cui consenso, i Comuni non potevano apportare modifiche sostanziali o varianti ai Piani Regolatori Portuali. A quel tempo (ben 11 anni fa) solo la metà del porto di Marciana Marina, dalla Torre al molo di sassi insieme ad una piccola parte terminale del molo di sopraflutto, era nelle disponibilità del Comune per la realizzazione di un approdo turistico. E questo in seguito ad un accordo fra Comune e Capitaneria di Porto, in cui l’Autorità Marittima stabilì “le linee di sviluppo portuale”, che delineavano gli ambiti nei quali venivano svolte quelle determinate funzioni.
Tutto ciò condizionò inevitabilmente la nostra ipotesi progettuale. Per aumentare i posti barca, infatti, la “Commissione per il porto” da me istituita - della quale facevano parte la allora minoranza, un rappresentante di Legambiente, pescatori, lavoratori portuali, commercianti, ristoratori , sotto la Presidenza di Sergio Spina - approvò all’unanimità una bozza di progetto (redatto dall’Ing. Alessandro Schezzini con la consulenza nautica di Sergio Spina). Tale bozza prevedeva lo spostamento del molo di sassi di circa quaranta metri, all’altezza dell’Hotel Marinella; non c’erano altri spazi acquei disponibili. Quello si poteva fare allora e quello proponemmo, facendo partecipare i rappresentanti di tutta la cittadinanza. Questo senza far spendere al Comune nemmeno un euro.
Nel contempo alcune società si rivolsero al Comune perché interessate alla realizzazione dell’approdo turistico, previsto da una legge regionale e che era stato inserito nel piano triennale delle opere da realizzare, con il supporto del capitale privato. Ovviamente queste società ci chiesero le indicazioni, gli orientamenti e le linee generali per presentare e realizzare un progetto che fosse il più conforme possibile alle necessità manifestate dalla “commissione comunale”. Una società, la Mast di La Spezia, chiese non al Comune, ma alla Capitaneria di Porto, competente per il territorio, il rilascio di concessioni demaniali per realizzare un approdo turistico, presentando un progetto. Questo in base ad una legge nazionale (il decreto Burlando). In seguito a tale richiesta, altri potevano presentare “osservazioni” o “progetti alternativi”. E così avvenne. La Capitaneria di Porto di Portoferraio trasmise tutti i progetti depositati (cinque), tra i quali anche il progetto di un consorzio, “Marina di Marciana”, del quale facevano parte numerosi operatori economici marinesi. E ciò avvenne al termine del mio mandato, ad un mese dalle Elezioni Comunali. Ecco perché la mia Giunta non avrebbe potuto , dopo i tre mesi previsti dalla Legge, convocare una “conferenza di servizi”, alla quale dovevano partecipare gli Enti preposti ( la Regione, il Comune, il Genio Civile etc.) che avrebbero avuto la possibilità di rigettare tutte le richieste oppure di scegliere quella che “presentasse la maggiore idoneità a soddisfare in via combinata gli interessi pubblici alla valorizzazione turistica ed economica, alla tutela del paesaggio e dell’ambiente e alla sicurezza della navigazione”. Evidentemente lasciammo tale compito alla nuova Amministrazione, che sarebbe entrata in carica dopo di noi. Tutto questo è stato fatto dalla mia Amministrazione, come sempre in modo chiaro e trasparente, senza sotterfugi o secondi fini.
Nell’Aprile 2007, al termine del mio mandato amministrativo, una sentenza della Corte di Cassazione stabilì che la gestione del Demanio Marittimo, compresi i Porti, passasse dallo Stato alle Regioni e, conseguentemente, ai Comuni.
Questa sentenza ha stravolto tutto. Alle amministrazioni fu quindi concessa la piena disponibilità delle aree portuali e delle concessioni marittime, possibilità mai avuta dai sindaci precedenti. Il Comune aveva pertanto la facoltà di stabilire le nuove “linee di sviluppo del Porto”, senza accordi con l’Autorità Marittima, su tutta l’area portuale.
Date le mutate condizioni, era evidente che tutti i progetti presentati erano da respingere in toto e la nuova Amministrazione avrebbe dovuto e potuto, con la collaborazione della Commissione per il Porto, studiare e valutare le migliori e meno impattanti soluzioni possibili.
Purtroppo i nuovi Amministratori non ci coinvolsero minimamente né chiesero un parere alla Commissione per il Porto. Hanno invece scelto una strada diversa, quella di una modifica sostanziale che porterebbe a snaturare irrimediabilmente l’aspetto unico e autentico del nostro lungomare, del nostro paese, del nostro paesaggio che tutti ci invidiano.
Da quella sentenza in poi (sono passati ben 10 anni), l’Amministrazione Comunale in carica aveva la possibilità e l’obbligo di cercare soluzioni diverse dalle opzioni progettuali precedenti, senza stravolgere, come avverrebbe con l’attuale ipotesi, l’unicità e la impareggiabile bellezza del nostro porto.
Sono stati spesi inutilmente 240.000,00 € per un Piano Regolatore Portuale che non sarebbe stato necessario se si fosse utilizzato il “Decreto Burlando”, per un nuovo progetto condiviso con la gente di Marciana Marina, che mai è stata coinvolta.
Questo decreto permetteva, tramite un “accordo di programma” fra i vari Enti interessati (Regione, Comune, Genio Civile etc.), di adeguare il Piano Regolatore Portuale (Variante del Piano Regolatore Portuale predisposta dall’Ufficio del Genio Civile per le OO.MM. di Roma approvata nel Maggio del 1977) al progetto eventualmente scelto, in caso di difformità del progetto ai vigenti strumenti di pianificazione ed urbanistici.
A noi, e a tanti Marinesi e amici che amano il nostro paese, non piace quello che hanno progettato gli attuali Amministratori, che tentano di confondere la gente mostrando un’ipotesi progettuale di 11 anni fa, allora obbligata, paragonandola alla loro, proposta in condizioni assolutamente diverse. E’ un trucchetto da bimbi che vogliono apparire furbi, ma che vengono facilmente smascherati dalla realtà dei fatti. E' un vano tentativo di indorare la pillola agli elettori, provando ad addolcire l'imposizione di un porto inutile e dannoso per l’immagine del nostro paese.
Sarebbe un salto nel buio, senza certezze di ritorni economici e con potenziali effetti negativi sull’ambiente, per la mutazione dei fattori meteomarini (moto ondoso, correnti e venti), causati dal prolungamento di ottanta metri del molo di sopraflutto e dello spostamento di quaranta metri di quello di sottoflutto.
Inoltre – ha dichiarato l’attuale sindaco - tutta questa operazione sarebbe a costo zero, perché verrebbe realizzata mediante lo strumento del “project financing”, dimenticando però di dire che il gestore unico, padrone assoluto, precluderebbe la disponibilità del porto alla nostra comunità, condizionando il futuro dell’economia marinese per decine di anni.
Non dimentichiamo che il porto di Marciana Marina è un porto essenzialmente “di transito”, caratterizzato da un elevato “turnover” di imbarcazioni, opera soprattutto nel periodo estivo ed è localizzato in una zona attrattiva dal punto di vista ambientale. E’ inserito in un contesto urbano, dove si trovano “i servizi complementari” (commerciali, ricettivi, di ristorazione e di rimessaggio per le imbarcazioni) di cui ha bisogno. Pertanto non necessita di un nuovo “edificio di servizi”, come prevede il nuovo progetto, con al suo interno punto di ristoro, atelier etc, che sarebbero di esclusiva proprietà del gestore unico e toglierebbero lavoro ad attività commerciali e di ristorazione già presenti nel paese e alle quali questa utenza deve invece rivolgersi. Coloro che gestiranno il porto dovranno piuttosto occuparsi dei “servizi di ormeggio”, attuando tutto ciò che serve per la sicurezza e l’assistenza ottimale alle imbarcazioni, fornendo loro servizi complementari adeguati (acqua, corrente, postazioni antincendio, accesso Wi-Fi ad Internet per Porti, etc.).
Purtroppo non si è voluto ascoltare la voce di Associazioni ambientaliste e di molte persone, sia marinesi che turisti, fortemente avverse a questo tipo di porto, anche a quello con le parziali modifiche dell’ultimo momento.
La raccolta delle tantissime firme contrarie alle ipotesi progettuali contenute nel nuovo Piano Regolatore Portuale approvato dall’attuale Amministrazione, ne è autorevole e appassionata dimostrazione.
Giovanni Martini
Ex sindaco di Marciana Marina
Candidato a consigliere comunale nella lista “Per Crescere Insieme”