Ancora una volta, nel carcere di Porto Azzurro, lo Stato viene aggredito: i componenti del sindacato U.G.L. Polizia penitenziaria di Livorno: Angelo Montuori, Luigi Pagliuca e Francesco Mazzei comunicano l’ennesimo e grave evento critico ai danni del personale di polizia penitenziaria in servizio presso la casa di reclusione di Porto Azzurro.
Nel primo pomeriggio del 31 maggio due detenuti di origini magrebine, da qualche mese assegnati al penitenziario della sede elbana con un fine pena breve da scontare , hanno iniziato subito ad assumeme un comportamento poco disciplinato e non conforme al regolamento nei confronti del preposto del 3° reparto e dell’infermiere durante la somministrazione della terapia psicotropa pomeridiana.
I due detenuti facinorosi, con prepotenza, pretendevano che la terapia, anzichè assumerla al momento come previsto presso il laboratorio infermieristico del 3° reparto, volevano portarsela via ed assumerla la sera o in un altro momento a loro piacimento.
Al diniego ricevuto come da normativa, all’improvviso, uno dei due detenuti dava in escandescenze percuotendo violentemente in più parti del corpo l’assistente di polizia penitenziaria preposto al 3° reparto.
Questi fortunatamente riusciva a dare l’allarme, via radio, alla sorveglianza generale che si portava subito in aiuto con altri due agenti disponibili; a quel punto anche l’altro detenuto entrava in azione aggredendo violentemente gli altri agenti giunti sul posto, procurando loro diverse lesioni.
Con l’arrivo di altro personale di polizia penitenziaria si ristabiliva nuovamente, con professionalità, l’ordine e la sicurezza nel reparto, bloccando definitivamente i due aggressori, anche se subendo dai due detenuti, che opponevano continua resistenza, delle forti contusioni.
Per le cure del caso è stato necessario ricorrere al pronto soccorso dell’ospedale civile di Portoferraio, con una prognosi più grave di 10 giorni di guarigione per i primi quattro agenti intervenuti e di circa cinque giorni di prognosi per il restante personale di polizia penitenziaria intervenuto successivamente.
I sindacalisti della U.G.L. evidenziano la grande preoccupazione che si registra ultimamente a Porto Azzurro, con discutibili assegnazioni, da parte del D.A.P. di roma e del P.R.A.P. di Firenze, di detenuti di una certa pericolosità penitenziaria, con problemi psichiatrici e di tossicodipendenza, che si sono resi protagonisti di gravi eventi critici negli istituti di provenienza, per poi essere assegnati in una casa di reclusione a regime aperto trattamentale come quella elbana.
La U.G.L. Polizia penitenziaria chiederà, con una nota, al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria di Roma e Firenze, oltre ad evitare di assegnare soggetti con pene definitive brevi, che i due soggetti violenti e di grande pericolosità penitenziaria, prima che compiano altre aggressioni peggiori ai danni del personale o possano promuovere disordini ancora più gravi, vengano trasferiti in altri istituti della penisola a regime chiuso, come le case circondariali, con l’obiettivo di non destabilizzare l’ordine e la sicurezza del reparto di polizia penitenziaria della Casa di Reclusione elbana, orientata recentemente al trattamento ed al recupero della persona condannata attravervo le opportunità lavorative che gli vengono proposte.
Ormai è evidente, dopo questo ennesimo grave evento critico, che la tensione ed il clima fra il personale di polizia non è più sereno all’interno del carcere di Porto Azzurro, nel quale, come è noto, da decenni vige un circuito penitenziario a socialità aperta, che inizia alle 08:30 e termina alle ore 19:00 e da circa due anni a questa parte la direzione si sta adoperando per rilanciare questo istituto con iniziative lavorative, trattamentali e rieducative a favore dei detenuti, così come ci viene chiesto dall’articolo 27 della Costituzione.
Ma la presenza di questi soggetti pericolosi con problemi psichiatri e tossicologici non aiutano, anzi ostacolano la direzione e la polizia penitenziaria a raggiungere gli obiettivi di recupero della persona condannata: senza sicurezza non ci può essere trattamento penitenziario e progetti rieducativi.
Qualora l’Amministrazione Penitenziaria regionale e centrale non dovesse procedere al trasferimento dei detenuti violenti presenti in questo istituto, il sindacato U.G.L. invierà un atto di diffida con messa in mora, considerato che l’amministrazione ha il dovere di salvaguardare l’integrità fisica, la personalità morale e la dignità dei poliziotti penitenziari.
I sindacalisti della U.G.L. concludono esprimendo solidarietà ai colleghi feriti augurando loro una pronta guarigione.