Quello elbano è stato un voto nel segno della più assoluta continuità, con Maurizio Papi che torna (dopo la parentesi Simoni) per l'ennesima volta a guidare Porto Azzurro, sbaragliando la concorrenza troppo giovane e coraggiosa per un paese (citazione di Federico Regini) troppo conservatore, e nel segno della più assoluta discontinuità, con i due sindaci uscenti di Marciana Marina e Campo nell'Elba "politici" di diverso segno entrambi battuti da liste civiche (anche se a Campo era più esplicito il favore del centrodestra nei confronti di Montauti e Marciana Marina il centrosinistra forniva, alla variegatissima compagine di Allori, una sorta di appoggio esterno).
Due cadute rumorose ma numericamente diverse: grave per il PD che il suo uomo di punta Lambardi sia stato battuto in un voto "tripolare" con tutti e tre i contendenti sopra il 30%, un vero tonfo quello di Ciumei nella "piccola" Marciana Marina, regolato con uno scarto di più di 200 voti (quasi il 20% di differenza) dopo due mandati da sindaco.
Lambardi ha probabilmente pagato in questo turno la "stagione dei veleni campesi" susseguente al suo precedente interrotto mandato, per scelte e non scelte ingestibili nella compagine rissosa che aveva accorpato, (con il suo ex-vice che è giunto a guidare la terza lista!), Ciumei è stato "crocifisso sul porto", una vicenda che ha avuto risonanza nazionale e che gli ha fatto piovere addosso critiche da ogni dove, ma ha pagato anche una supponenza, una tracotanza nel rapporto con la cittadinanza che ha finito per cementare contro di lui una larga parte del paese.
I peccati dei perdenti? Inesperienza Lungonese, Ingenuità Campese, Superbia Marinese.
Dei pregi e delle buone opere dei vincenti avremo (speriamo) tempo per parlare.