La mattina del 12 settembre, convocati dal vicePrefetto Giovanni Daveti si sono riuniti i responsabili delle Istituzioni: Comuni, Parco Nazionale, Carabinieri forestali, Consorzio di Bonifica, Protezione civile...allo scopo di verificare lo stato dell' arte sulle norme, l'organizzazione e le conoscenze delle aree a maggiore rischio idraulico ed idrogeologico dell' Elba.
La riunione era stata convocata da tempo, e ha avuto la sua preziosa attualizzazione, con i tragici eventi di Livorno della notte del 10 settembre. Apprendiamo così, fra l' altro, che il Consorzio di Bonifica dispone dal 2016 di un censimento delle are a rischio dell'Isola dove: "sono 52 i tratti di corsi d' acqua tombati con il cemento, per una lunghezza complessiva di 5 km. su un reticolo totale di 156 km. In diversi luoghi i corsi d' acqua sono stati deviati, gli alvei ristretti per poter costruire case capannoni ed infrastrutture".
Diverse le considerazioni che sono emerse nella riunione: manutenzione ordinaria di taglio della vegetazione e rimozione degli sfalci; dragaggio dei fossi superando le viscosità normative che regolano la rimozione dei detriti di fondo; rimozione dei tombamenti di maggiore pericolo e opere di regimazione dei fossi; capillare censimento delle case e degli opifici a rischio idraulico e idrogeologico con una adeguata opera di sensibilizzazione dei cittadini e di piani operativi in grado di provvedere a ordinate evacuazioni- testate da specifiche esercitazioni che coinvolgano istituzioni e cittadini " a rischio"-, in caso di allerta; non sottovalutare le allerta, anche se "la volta precedente non era successo nulla" (Le previsioni non sono una scienza esatta e comunque, meglio avere paura che buscarne, come dice un antico adagio).
Al riguardo di particolare significato quanto dichiarato dal Ten.Col.Marco Pezzotta, Comandante dei Carabinieri Forestali, nonchè geologo: "dobbiamo lavorare sull'educazione delle persone che devono conoscere quali sono i problemi e non sottovalutarli". Certamente non molto potremo fare per le "malaccorte" cementificazioni e intubamenti del passato, anche se gli ostacoli di maggiore pericolo devono essere rimossi, ma nel presente dobbiamo essere estremamente rigorosi nei nuovi interventi edificatori, piccoli o grandi che siano, e investire risorse e promuovere incisive campagne comunicative, affinchè la cultura delle regole e delle fragilità geologiche del territorio divengano parte dominante nelle azioni e nelle consapevolezze delle istituzioni e dei singoli cittadini. Occorrono risorse economiche: tutto bene e subito, è uno slogan trito e ritrito, ma un piano di interventi di breve termine deve essere fatto, attivando tutte le idonee procedure di finanziamento ( Europa, Stato, Regione), ivi compreso il "tesoretto" della tassa di sbarco, come il buon senso e il bisogno spinge, voci sempre più numerose, a richiedere.
L' Elba nell'ultima trentina di anni ha vissuto diversi momenti di criticità e pericolosità per frane ed alluvioni, da Pomonte e Cavo. Molte opere sono state fatte, la sensibilità e le consapevolezze dei problemi nelle istituzioni e nei singoli cittadini sono aumentate. Con la riunione del 12 settembre è stato fatto un grande e meritorio passo in avanti...un messaggio forte per tutto "Il Bel Paese".
Continuiamo il nostro cammino di qualità, concretizzando i progetti...e grazie a nome di tanti.
Beppe Tanelli