La proposta di fusione delle sue Rio, appare come una operazione demagogica ed improvvisata che rischia di produrre, se dovesse passare, danni irreparabili alle due comunità di Rio Elba e Rio Marina ed all'attuali frazioni di Cavo e Bagnaia, anziché i benefici elettoralisticamente propagandati.
I due Sindaci, quello di Rio Elba dimissionario in anticipo sul termine del mandato e ciò a riprova del proprio fallimento amministrativo, l'altro, quello di Rio Marina, a fine di mandato ed anch'esso al di sotto delle aspettative, hanno lanciato propagandisticamente la fusione come toccasana di tutti i mali di questi territori, fantasticando una pioggia infondata di finanziamenti.
La verità è che si vuol far fare un salto nel buio alle comunità ed ai cittadini dei due paesi, senza aver previsto e fatto niente per rendere credibile ed affidabile questa prospettiva. La fusione non è altro che una riduzione degli spazi di partecipazione democratica alla cosa pubblica e l'esclusione degli interessi materiali di vita dei cittadini più deboli e bisognosi che trovano solitamente proprio nel Comune un luogo di solidarietà e conforto ai loro disagi. La fusione andrà a vantaggio esclusivo di quelli più avvantaggiati ed organizzati sul territorio, di quegli interessi che in ragione della loro forza economica e politica preferiscono egoisticamente, con la cosiddetta semplificazione istituzionale, non confrontarsi e condividere responsabilità economiche, sociali, ambientali e pubbliche, che proprio i Comuni rappresentano sul territorio. Si alimenterà inoltre una divisione e contrapposizione tra i vari centri abitati, ridotti a frazioni in competizione tra di loro, non più due, ma bensì quattro, Rio Elba, Rio Marina, Cavo e Bagnaia, con una riduzione di servizi ed uffici pubblici: dalle Poste, alle Banche ed agli stessi Uffici Comunali che, in ragione della cosiddetta politica dei tagli dei costi e del personale, saranno concentrati in un unico centro e luogo.
Si costituirà un ente, il comune prodotto dalla fusione, che risulterà una struttura estranea e lontana dai cittadini e dalle varie realtà territoriali, oltretutto con rappresentanze istituzionali elettive più ridotte e per questo non in grado di garantire a tutte le frazioni di vedersi rappresentate nella pubblica amministrazione.
I due Comuni, pur avendo le analoghe difficoltà finanziarie che da anni stanno patendo gran parte dei comuni italiani, grandi e piccoli, a causa delle politiche di tagli alla spesa sociale, di mancati trasferimenti, di blocco delle assunzioni, hanno comunque le risorse, proprie e quelle derivanti dalla tassa di sbarco e dalla legge sui piccoli comuni, di recente approvata, per fronteggiare le aspettative di sviluppo e crescita delle loro comunità. La questione è che per le prossime elezioni si eleggano amministratori che abbiano a cuore gli interessi generali dei cittadini e programmi con al centro i temi del lavoro, dello sviluppo economico, del rispetto ambientale, dei servizi sociali, sanitari, culturali e della mobilità.
Art. 1 mdp si sente impegnato a ricostruire un alternativa di governo imperniata sulla ricostituzione sul territorio elbano di una forza unitaria della sinistra e della proposta di liste e programmi che ne siano espressione. Vogliamo ridare voce alla speranza di cambiamento che fino ad oggi è stata delusa dal centrodestra, che governa gran parte dei Comuni elbani e dalla mancanza di una vera alternativa di governo. Troviamo che l'affermazione del PD elbano, che la fusione dei Comuni debba essere comunque sostenuta anche se ciò significhi rinunciare al consenso elettorale dei cittadini, suona come una abdicazione al ruolo della politica come progetto condiviso, partecipato e della democrazia basata sulle istituzioni rappresentative.
Ne prendiamo atto di questo assenteismo politico che fino ad oggi ha portato il PD ad estraniarsi dall'insieme della società e dalle vicende politiche e amministrative elbane ed a rincorrere al centro le proposte demagogiche ed antipolitiche della destra elbana.
Noi riteniamo che anche all'Elba, come in Italia ed Europa, debba ricostituirsi una sinistra di governo, una sinistra che sappia vedere le contraddizioni sociali ed economiche dell'attuale modello economico e sociale dell'isola, ormai non più in grado di soddisfare le esigenze di tutti i cittadini, dei giovani, delle donne: dalla carenza, precarietà ed insufficienza del lavoro e del reddito, dalle scarse opportunità, dalle difficoltà logistiche ed economiche a seguire iter scolastici superiori e universitari, dalle carenze del sistema sanitario locale, ospedaliero, diagnostico e pronto soccorso, dalle ristrettezze della mobilità marittima terrestre isola continente; una sinistra ambientalista che rappresenti e salvaguardi con politiche il patrimonio naturale e storico/artistico dell'isola, oggi aggredito da speculazione e privatizzazione, una sinistra che guardi all'eguaglianza sociale ed alla partecipazione dei cittadini e che valorizzi il ruolo delle istituzioni rappresentative, la loro autonomia e la loro funzione di governo e di mediazione, sul territorio elbano. Una sinistra, infine che rilanci il ruolo di governo, di programmazione, di collaborazione istituzionale dei Comuni elbani nelle forme associative e di unione.
Comitato Elbano
Art.1 Movimento Democratico Progressista