Il compromesso precongressuale, raggiunto nel PD Piombinese tra le componenti interne, tutte comunque riconducibili all'attuale linea di Renzi, segna la definitiva rottura di questo partito con un patrimonio storico, politico e culturale e di una prospettiva della sinistra a Piombino.
I tentativi trasformisti del Fabiani sono serviti a poco. La soluzione trovata non è altro che una conferma degli esiti dell'ultimo Congresso Nazionale che ha visto, nella consultazione primaria locale, la vittoria di Renzi, sia tra gli iscritti, sia tra gli elettori nel nostro territorio. I tentativi Fabianeschi per far sopravvivere un ben che minimo filo con una grande tradizione e con l'idea di cambiare il PD dall'interno, sono mestamente falliti e l'accordo trovato chiude definitivamente questa possibilità, in una realtà che ha ancora una forte presenza del mondo del lavoro e della sinistra organizzata.
Ora non ci sono più scuse, né alibi in chi si è traccheggiato a coltivare possibili ripensamenti e riconversioni di una forza che si è chiaramente collocata in una posizione di rottura con la sinistra e con un'alleanza con essa, nazionale e locale.
Per noi di Art. 1 MDP si apre una fase nuova su Piombino, una fase nella quale diventa pressante la necessità di ricostruire un progetto unitario della sinistra di governo che riparta dal lavoro, dallo sviluppo dell'occupazione, che valorizzi e rilanci la vocazione produttiva di Piombino, dal rilancio di una siderurgia tecnologicamente avanzata, all'economia turistica, centrata sul risanamento, sulla salvaguardia e valorizzazione ambientale, all'agricoltura specializzata e ad una logistica infrastrutturale, a cominciare dal Porto, come piattaforma al sevizio delle economie e delle risorse del territorio, del suo sviluppo e dei collegamenti con i mercati internazionali.
Sappiamo che queste problematiche sono e sono state presenti nell'azione dei vari soggetti istituzionali e politici locali, ma sacrificati e frustrati dalle politiche nazionali e da un PD locale che ha agito più da ammortizzatore politico e sociale che sollecitatore di sviluppo e uscita dalla crisi.
Noi chiediamo un cambiamento radicale delle politiche governative che si sono dimostrate subalterne alle logiche finanziarie e liberiste: chiediamo una soluzione pubblica immediata alla mancanza di risorse finanziarie ed alla perdita di mercato per rilanciare la prospettiva dello stabilimento piombinese, senza sacrificare diritti e sicurezza nel e del lavoro e per questo sosteniamo le lotte e l'azione dei lavoratori, delle loro organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali.
Pino Coluccia