Sta nascendo in Italia un'iniziativa politica nuova con il fine di costituire dal basso un polo alternativo agli attuali schieramenti politici. Un raggruppamento che intende presentarsi alle prossime elezioni politiche senza diventare la replica di passate esperienze (es. l'Arcobaleno) o la raccolta di sigle di partito o di esperienze populiste. Un progetto che mette insieme coloro che si sono impegnati, sia a titolo personale che nelle organizzazioni di appartenenza, in iniziative quali i referendum sui beni pubblici e contro il nucleare, nella difesa dei diritti dei lavoratori, contro il precariato, per l'effettiva parità dei sessi, nelle campagne di pace e nelle tante altre lotte che hanno visto la partecipazione di centinai di migliaia di persone. L'unione di passioni e intelligenze, capacità ed entusiasmo per costruire una proposta elettorale coerente con una nuova prospettiva politica che sconfigga la convinzione sempre più diffusa che non ci sia più nulla da fare, che ogni decisione si obbligata e vincolata dalle esigenze del capitale e della rendita.
Invece CAMBIARE SI PUO' !!!
Le differenze economiche e sociali sono diventate intollerabili: il 10% degli italiani è padrone del 50% della ricchezza. E la situazione sotto il Governo Monti è peggiorata in tal senso. Governo le cui decisioni sono state appoggiate e votate in Parlamento tanto dal Partito Democratico che dalla destra. Un appoggio senza se e senza ma da parte del PD che ha provocato un grave arretramento sul tema dei diritti del lavoro e del concetto stesso di stato sociale di tipo europeo. Su questa prospettiva si è purtroppo appiattito il gruppo dirigente di SEL con la scelta di partecipare alle primarie e di sottoscrivere sciaguratamente la Carta degli intenti del PD con la quale hanno rinunciato a priori a qualunque possibilità di influire sulle scelte dell'eventuale futuro Governo Bersani. Vendola ha così sancito la piena subalternità al Partito Democratico nella conferma, anche per la prossima legislatura, della c.d. “Agenda Monti”.
A fronte di ciò, non è possibile stare a guardare. L'alternativa non può che basarsi sulle promesse di civiltà contenute nella nostra Costituzione: tutti i cittadini hanno diritto al lavoro e, in quanto lavoratori, a una retribuzione sufficiente ad assicurare un'esistenza libera e dignitosa.
“Cambiare si può” vuol rappresentare un'alternativa che guardi a un mondo diverso, in cui si rispetti l'ambiente, siano valorizzati i beni comuni, si pratichi l'accoglienza, si assicuri a tutti e a tutte la possibilità di una vita degna di essere vissuta, anche s si è vecchi, malati o senza lavoro. Non è un'utopia ma la conferma della possibilità di un welfare vissuto non come il “lusso” dei periodi di vacche grasse ma come la chiave storicamente utilizzata per superare i grandi periodi di crisi. Quindi, non una prospettiva da tempi lunghi, ma l'azione immediata per scelte positive da compiere subito e decisioni sbagliate da bloccare. L'elenco è semplice e riguarda sia gli interventi da compiere sia le modalità per recuperare le risorse necessarie. In primo luogo, il contrasto all'evasione fiscale e alla corruzione, il ritiro da tutte le missioni di guerra e la definitiva rinuncia alle famigerate grandi opere quali la TAV e il ponte sullo Stretto (rifinanziati da Monti con il voto del PD e della destra). Rilancio dell'occupazione con l'avvio di migliaia di piccole opere di immediata utilità collettiva ad iniziare da quelle legate al riassetto del territorio. Centrale dovrà essere l'investimento sul mondo della scuola, della formazione, della ricerca e dell'università, settori strategici per il rilancio della società italiana. Il ripristino di un sistema pensionistico che possa garantire un futuro dignitoso alla fine della vita lavorativa è essenziale per ridare fiducia.
La politica italiana dovrà tornare ad affrontare con forza il tema della parità di genere, così come sarà fondamentale riprendere la strada del riconoscimento dei diritti civili degli individui e delle coppie a prescindere dal genere.
E' questo, in sintesi, il senso della campagna “Cambiare si può”, e che sta portando migliaia di persone alle assemblee locali convocate in vista dell'assemblea nazionale del 22 dicembre. I tempi per convocare anche all'Isola d'Elba un'assemblea locale erano troppo stretti. Ma riteniamo comunque importante che anche nella nostra Isola si avvii il processo di costituzione del nuovo polo elettorale. Noi non vogliamo leader carismatici: sul nostro simbolo non ci saranno nomi. La pratica della personalizzazione della politica non ci appartiene. Crediamo nell'azione collettiva, nella politica vissuta dal basso. Nell'agire disinteressato per il bene comune. Per questo abbiamo scelto di rispondere all'appello di intellettuali, sindacalisti, professori universitari , magistrati, sacerdoti e tante altre personalità (tra i quali Luciano Gallino, Antonio Ingroia, don Cozzi vice- presidente di Libera, Vittorio Agnoletto, Oliviero Beha, Massimo Carlotto, don Andrea Gallo, Paul Ginsborg, Giovanni Palombarini, Paolo Sollier, Guido Viale, don Manganiello parroco di Scampia), con l'obiettivo di contribuire alla presentazione alle elezioni politiche 2013 di una lista di cittadinanza politica radicalmente alternativa alle scelte del Governo Monti e alle politiche liberiste che lo caratterizzano. Alternativa quindi anche a quei partiti che le hanno sostenute e che si sono impegnati a perseguirle anche in futuro.
Noi ci siamo e pensiamo che molte e molti vogliano costruire con noi questo percorso. Potete unirvi a noi scrivendo alla casella di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
primi firmatari
Davide Cambi
Giovanni Berti
Cristina Cioni
Emilio Francini
Benedetto Lupi
Daniele Palmieri
Arturo Francini
Marco Luciani
Marco Balatresi
Flavio Marzolla
Rosana Oscos
Ermanno Barsalini
Marcello Pagnini
Luca Polesi
Gingi Sangalli
Stefano Tanghetti
Matteo d'Ambra
Roberta Costa