Ancora il Consiglio Regionale, non ha deciso per la fusione e già si stanno facendo le "celebrazioni" o si disegnano e progettano stemmi e gonfaloni: tutto ciò la dice lunga sul rispetto che questi personaggi, sostenitori a vario titolo e ruolo del Si alla fusione delle due Rio, hanno delle procedure democratiche ed anche per coloro che non hanno condiviso tale scelta o per chi ha dimostrato indifferenza per essa.
Purtroppo il livello è questo ed oltre alla fusione per "plebiscito minoritario" si preannunciano le carature politico culturali di questa "nuova classe dirigente" che guiderà il nuovo Comune unico. Sono e saranno sempre gli stessi e non sarà facile liberarsene.
Tra la farsa ed il burlesco, in salsa folcloristica, questi apprendisti stregoni si avventurano a cercare di riconciliare quello che hanno diviso e contrapposto. Crediamo che questo referendum abbia lacerato le due comunità e sia vissuto come un atto d'imperio che non sappiamo quanto tempo ci vorrà perché possa essere riassorbito.
Non basteranno ne tagli di nastro, ne comitati unitari, o la gara dei disegnetti di stemmi e gonfaloni a costruire una unità e una nuova classe dirigente. Noi aspettiamo ciò che deciderà il Consiglio Regionale, unico organo preposto a questa decisione. Pur sapendo che il PD, attuale detentore della maggioranza e Forza Italia, attualmente all'opposizione, si sono dichiarate favorevoli, noi auspichiamo che non sia una semplice ratifica, una pura e semplice registrazione notarile, decidere la fusione.
Noi auspichiamo che la politica, quella seria, quella non populista o demagogica, faccia il suo "mestiere", discutendo quale ruolo e funzione abbiano i piccoli comuni toscani, delle zone montane e insulari, dei territori periferici e le rispettive piccole comunità, nel definire una democrazia dal basso, rispettosa dell'autonomia amministrativa e territoriale e del principio di prossimità ai cittadini, dei luoghi istituzionali di decisione.
Per questo auspichiamo che le varie forze in esso rappresentate valutino attentamente e responsabilmente cosa decidere, alla luce anche della stessa Legge Nazionale sulla difesa dei Piccoli Comuni ed anche sulla limitatezza che offre una consultazione referendaria, peraltro poco partecipata e con un consenso limitato, su decisioni di questo tipo.
Comitato del NO alla Fusione