"Prendo atto con rammarico dell'esito dell'assemblea di Ato Toscana Costa, che non ha avuto il numero legale per procedere alla discussione degli atti posti all'ordine del giorno". Lo comunica l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni.
"Come Regione – prosegue Fratoni - ci troveremo costretti ad adempiere agli obblighi di legge comunicando nei prossimi giorni ai prefetti territorialmente competenti la mancata attuazione del cronoprogramma a suo tempo approvato".
"Vorrei che questo percorso delineato dalla legge - conclude Fratoni - fosse tuttavia condotto insieme ai sindaci, recuperando il giusto confronto con i territori e valorizzando al massimo la tradizione di efficienza che contraddistingue la gestione dei servizi sulla costa toscana".
Sulla vicenda dell'Ato Toscana costa interviene il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. "La legge nazionale 152 del 2006 (Norme in materia ambientale), recepita in una legge regionale del 2007, prevedeva – ricorda Rossi - l'istituzione di tre Ato e dava a questi il compito di affidare il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti scegliendo tra tre forme di affidamento: 1) in house; 2) gara di evidenza pubblica; 3) gara per la scelta del socio privato minoritario. Quest'ultima è stata la soluzione deliberata dall'Ato costa".
"Essendo intanto trascorso un tempo particolarmente lungo – prosegue -, lo stesso direttore dell'Ato, lo scorso anno, ha revocato la gara dichiarando l'intenzione di indirne una nuova. Attualmente la situazione è azzerata, perché nell'ultima assemblea è mancato il numero legale necessario per l'approvazione degli atti propedeutici alla continuazione della gara. Al 31 Ottobre 2017 abbiamo infine registrato l'inadempimento del cronoprogramma proposto dall'Ato costa alla Regione".
"Viste le inadempienze, sarebbe obbligo della Regione inviare una comunicazione ai prefetti delle quattro province coinvolte, perché i prefetti stessi agiscano come prescritto dalla legge. Tuttavia, prima di procedere con la comunicazione, se i sindaci intendono rimettere in discussione la scelta effettuata nel 2011 sono invitati a riunirsi, in tempi brevi e certi, in una nuova assemblea al fine di aggiornare le loro decisioni. Se questo non accadrà – conclude Rossi -, permanendo le inadempienze, scriveremo ai prefetti come sopra descritto".