Direttori carissimo di Ebbarepot,
Letto ho che giovedì prossimo, 23 novembre, un impottante incontro sul dissalatore ci sarà. Bona cosa è. Il Dottori Augello, ditto ha di inviatti quetta piccola nota aggiuntiva a quella pubblicata da Ebbarepot il 29 ottobre passato, che fozze aiutare un po' può.
A) Pozzi e sorgenti- Quando nel 1986 stava per entrare in esercizio la condotta dalla Val di Cornia, il potenziale idrico elbano derivante da pozzi e sorgenti era di 140 l/s ( Le risorse idriche dell’Isola d’Elba, Tacchi Editore, Pisa, 1986), oggi sono 110 l/s che uniti ai circa 140 l/s provenienti dalla Val di Cornia, caratterizzano l’attuale potenziale idrico delle condotte interne elbane (Comunicati Ati e Asa, 2017). Sia nel 1986 che ora, l’aliquota proveniente dalle sorgenti è attorno al 2% del totale. La diminuzione di acqua “autoctona“ quindi (attorno al 20%) è imputabile alla componente che deriva dai pozzi- in netta prevalenza scavati nelle piane costiere- nonostante che in questi trenta anni siano stati attivati nuovi pozzi pubblici.
Questo fatto può essere imputato:
1) diminuita capacità di ricarica delle falde a causa delle variazioni climatiche (precipitazioni temporalesche e diminuzioni delle precipitazioni nevose) e dell’aumento delle superfici impermiabilizzate.
2) incremento dell’emungimento dai pozzi privati.
3) ingressioni del cuneo salino. Stante questi fatti è altamente poco probabile che sia possibile un incremento significativo di disponibilità idrica pubblica, proveniente dalle falde freatiche isolane.
B) Perdite nella rete idrica interna- Le perdite oggi sono stimate prossime al 50%, questo comporta che dei 250 l/s immessi nella rete , circa 125 l/s sono dispersi.
Ragionevolmente le perdite- dato che utenze sono ubicate a quote che variano fra loro di alcune centinaia di metri- potranno essere abbassate fino ad un massimo del 25-30 %. Inoltre l'acqua dispersa dalla rete idrica interna concorre ad alimentare, almeno in parte, le falde freatiche e artesiane, istituendo, nel bilancio idrogeologico dell’Isola, una specie di partita di giro.
C) Serbatoi a cielo aperto e sotterranei – Nel corso degli anni sono stati avanzati vari progetti per serbatoi a cielo aperto e/o in sotterraneo - con capacità dalle centinaia di migliaia di metri cubi fino ad alcuni milioni - allo scopo di immagazzinare l’acqua piovana. Considerazioni ambientali ed economiche, ed infruttuose esperienze pregresse (Condotto) rendono questi progetti di difficile attuazione.
D) Nuova condotta dalla Val di Cornia - Le considerazioni sull’abbassamento delle falde idriche dette per l’Elba valgono anche per la Val di Cornia, per cui puntare sulla autosufficienza, diviene una scelta strategica per l’approvvigionamento idrico.
E) Dissalatori - Impianti di dissalazione, progettati, costruiti e gestiti a regola d’arte, magari serviti da fonti energetiche rinnovabili e dotati di opere per il recupero del sale (sale industriale) dalle salamoie, sono i cardini dell’autosufficienza, associati ad una idonea manutenzione della rete idrica interna e dalla ottimizzazione delle captazioni da pozzi e sorgenti.
<<La strada della bellezza>> come scritto ebbe un signore chiamato Pianofotte, Pianola, Clavicembalo, Oggano,... non ricoddo bene quale stumento sia, comunque un grande acchitetto è ,<<è lastricata di cultura materiale ed immateriale; essa non è soltanto quella della conservazione, in un mondo naturale ed antropico in continua evoluzione, ma soprattutto quella di sapere costruire opere di qualità ecologica, estetica e tecnologica, economicamente sostenibili, in grado di coniugare il passato con il futuro>>.
Bacio le mani a Vussia
Catarella