Venerdì 17 novembre il consiglio comunale di Campo nell’Elba ha finalmente approvato il Piano Strutturale superando il triste primato di essere, pressoché, l'ultimo comune della Regione ad esserne privo - oltre 40 anni dopo il precedente piano urbanistico.
L’Amministrazione del Sindaco Montauti con efficienza e senso di responsabilità verso la popolazione campese è riuscita, in soli cinque mesi dall’insediamento, a portare a termine il percorso iniziato dall’amministrazione Segnini.
Un plauso, pertanto, deve essere rivolto alla compagine di governo per l’ottimo lavoro svolto.
Quello che lascia un po' perplessi in questa felice vicenda sono le motivazioni con le quali il gruppo consiliare di minoranza, guidato dall’ex sindaco Lambardi, ha giustificato il suo voto a favore dell’approvazione.
Il Lambardi, dopo aver letto un suo comunicato, nella sostanza si accoda alla maggioranza per due ordini di motivi:
- Il piano non è quello dell'amministrazione Segnini
- Grazie al nostro intervento il piano ha superato tutti gli errori che conteneva e ora è adeguato alle necessita del nostro territorio
Per comprendere le verità del Lambardi è opportuno ricordare cosa è successo dopo l'adozione dell'aprile 2014 del Piano strutturale “Segnini” così definito per brevità.
Appena dopo il suo insediamento - Luglio 2014 - il Lambardi convoca un consiglio comunale nel quale annuncia che il Piano è pieno di errori da superare e, pertanto, con un atto non disciplinato da alcuna normativa, riapre i termini delle osservazioni.
Atto singolare perché se il Piano avesse contenuto così tanti errori sarebbe stato opportuno procedere con una sua modifica, anziché riaprire i termini per le osservazioni.
Nessuno vuole sostenere che il piano “Segnini” fosse perfetto o che non contenesse errori, ma il percorso avviato dal Lambardi nel luglio 2014 non era lo strumento adatto per superarli.
Tanto è vero che la minoranza in quel momento fa un intervento che termina con la seguente frase:
“anziché adottare una delibera di Consiglio Comunale sospettata di illegittimità... ( ci si riferisce all'assenza di normativa per riaprire le osservazioni) con il rischio di rendere tutto il procedimento del Piano illegittimo, se la nuova amministrazione, ritenendo il Piano Strutturale adottato dalla precedente non rispondente al proprio disegno politico, perché non lo ha semplicemente abrogato e non ha proceduto alla redazione di uno Suo?”
Dopo le vicende dell’estate 2014 nel Comune di Campo non si parla più di Piano strutturale, documento che probabilmente era finito in un cassetto tra le cose da dimenticare.
Anno 2016 nasce il problema aeroporto (area che risultava priva di vincoli urbanistici perchè scaduti)
Il Lambardi in emergenza è costretto a fare una modifica al PdF del 74, unico strumento al momento vigente, e durante il percorso mette in ansia tutta l'Elba sul futuro dell'infrastruttura.
In quell'occasione da parte nostra si rilevava che se il Lambardi avesse approvato un piano strutturale di qualsiasi contenuto, quello adottato dal Segnini più o meno da lui modificato o altro di suo gradimento, avrebbe evitato di dover lavorare in affanno su di uno strumento vecchio perchè i vincoli sarebbero risultati sul nuovo.
Con queste premesse ci saremmo attesi che oggi il Lambardi si fosse comportato in altro modo.
Nulla da dire sul voto favorevole per l'approvazione del Piano da interpretare come gesto di responsabilità per la nostra popolazione, ma attribuirsene i meriti ci sembra francamente troppo.
Irrilevante, come sua motivazione, è anche conoscere se il piano è quello del Segnini dell’aprile 2014, anche se noi sappiamo, per verifiche fatte, essere stato approvato quello stesso integrato, come ovvio che sia, da alcune osservazioni presentate da Regione e Provincia.
Resta sorprendente il fatto che il Lambardi si riconosca meriti per l'approvazione di un piano tre anni dopo la sua adozione, dando atto che il nuovo Sindaco, in poco più di 5 mesi, ha raggiunto quell’obbiettivo che lui ha fallito.
Di tutta questa vicenda resta il fatto che si sono persi inutilmente tre anni con il risultato, in virtù delle nuove normative e vincoli sopraggiunti, di rendere più difficoltoso di quanto già non sia il percorso per giungere alla redazione di tutti gli strumenti di pianificazione che il nostro comune necessita. Questo deve far riflettere.
Vanno Segnini