Entrato nella Sala della Provincia, ho percepito subito un’inusuale cappa di piombo, un fastidioso muro di gomma in termini di assenza di dibattito in democratico contraddittorio. Tutto era stato combinato perché il “cosiddetto dibattito sull’acqua” si riducesse unicamente ad un assordante monologo dei convenuti fiorentin-livornesi sul dissalatore.
Mi ha stupito e sorpreso che parte così importante del gotha regionale, politico ed istituzionale, oltre ASA ed A.I.T. ai massimi livelli dirigenziali, si fossero mossi per venire all’Elba per dibattere seriamente il problema dell’acqua per la nostra isola...ho voluto pensare per un attimo che avessero in sé un autentico bisogno di ascoltare la cittadinanza elbana, tecnica e non, per ricevere indicazioni in grado di dare un'impronta tecnico-logico-professionale tesa ad individuare ed a condividere coralmente una strategia gestionale idrica per il breve e medio-lungo respiro la più congrua possibile per soddisfare le legittime indifferibili istanze idropotabili ed irrigue della realtà socio-economica elbana...dalla comunità elbana presente all’incontro si sarebbero volute porre istanze tese a ricercare soluzioni ecocompatibili, di rispetto assoluto della realtà umana, sociale ed economica del contesto territoriale di Mola, in definitiva per dibattere in democratico contraddittorio e con onestà intellettuale una tematica di primaria importanza per l’Elba stanziale e turistica quale è quella dell’acqua.
Ma non è stato così...Lor Signori fiorentin-livornesi sono venuti all’Elba con l’unico fine di esternare con malcelata arroganza le loro tesi pro-dissalatore tanto illogiche quanto dense di sconcertante inesattezza tecnico-scientifica e per dirci tout-court che il progetto esecutivo del dissalatore da 40 l/sec. (stralcio 1 del LOTTO I) era già di fatto pronto a partire da subito nella sua realizzazione.
Hanno proiettato slides riportanti graficamente l’andamento centennale delle temperature e delle piovosità con toni allarmistici per quanto riguarda l’Elba; si è arrivati a sostenere che le rocce nostrane non hanno capacità di assorbire acqua all’interno delle loro masse; hanno insistito nell’arrogante caparbietà di negare l’esistenza di gravissimi impatti ambientali quali ad esempio quello acustico e della qualità dell’aria; hanno dichiarato candidamente di non disporre di un bilancio idrico dell’Elba ma che però studieranno il sottosuolo elbano postquam realizzazione del dissalatore; nessun cenno neanche marginale sulle possibili, per noi certe, riserve idriche del suolo e sottosuolo nostrano, per loro pregiudizialmente del tutto irrisorie od affatto inesistenti.
Al di là e ben oltre il trattare del problema dell’acqua per l’Elba, a lor Signori interessava soprattutto la concreta realizzazione almeno del primo dissalatore, cui poi farne magari seguire in un futuro non prossimo un secondo, ed in ciò si motiva e si sostanzia la loro venuta all’Elba, non certo per dibattere seriamente del problema dell’acqua per l’Elba.
Sconcerta che il manipolo di tecnici ASA-AITIANI non si siano neanche lontanamente cimentati nel fare alcuni piccoli ma importantissimi computi numerici sulle portate raggiungibili con cotanto ingente dispendio di pubblico danaro perché avrebbero trovato che la punta di massimo carico di luglio-agosto richiede, se si vogliono eliminare in via definitiva le criticità idriche estive e quindi i conseguenti razionamenti luglierin-agostani, una portata ben oltre quella già disponibile aggiunta all’ irrisoria portata del dissalatore da 80 l/sec., perché la portata di massimo carico estivo per non procedere, come detto dall’Assessore regionale all’Ambiente, all’evacuazione dei turisti agostani, occorre raggiunga valori di non meno di 600-700 l/sec., cosa che coi loro dispendiosi illogici progetti mai raggiungeranno.
Lor Signori sono venuti all’Elba per un’operazione di marketing pro-dissalatore presso l’opinione pubblica elbana non disgiunta dalla determinazione di innalzare un muro di gomma rispetto a chi dissente motivatamente e non ideologicamente e/o pregiudizialmente ma portando numeri inconfutabili che testimoniano che uno o due dissalatori non risolveranno il problema dei razionamenti del trimestre estivo e che quindi si sta spendendo un immane quantità di danaro pubblico per ragioni di inafferrabile interpretazione senza esiti positivi relativamente al fine di rendere l’Elba autonoma dal punto di vista idropotabile ed irriguo.
L’acqua all’Elba c’è, ma non la si vuol vedere, cercare ed emungere perché farebbe saltare il disegno dei megaprogetti ingegneristici di ASA ed A.I.T. cui troppo si è inspiegabilmente abbarbicati. Lor Signori avevano ed hanno il solo compito di realizzare un qualcosa che è stato spregiudicatamente stabilito a tavolino a Firenze e dintorni tant’è che hanno fatto approvare nello scorso aprile con tempestica svizzero-bouloviana un Decreto di non assoggettabilità del progetto di dissalazione a Valutazione di Incidenza né a VIA. Geomorfologia, Idrografia, Idrologia, Idrogeologia, Geologia Ambientale ed Applicata all’Ingegneria, Idraulica, Fotointerpretazione, studio delle lineazioni rocciose, Tomografia geofisica del sottosuolo, riserve idriche locali, sono una terminologia implicante il suolo ed il sottosuolo elbano per un più che possibile reale contributo per il raggiungimento della portata di punta di massimo carico idrico agostano, di cui avremmo voluto con parlare e dibattere nel cosiddetto convegno sull’acqua per l’Elba.
“IL NULLA IDRICO“ è purtroppo quanto ci si è profilato nella sala della Provincia, comportante peraltro un cospicuo dispendio di danaro pubblico di assoluta inconsistenza rispetto al problema di rendere l’Elba esente dalle reiterate criticità estive, che continueranno con gli illogici megaprogetti di ASA-A.I.T. sine die.
Si è partiti da fantascientifiche previsioni pluviometriche e termometriche per i prossimi 100 anni tese ad indurre insicurezza nel caso non si procedesse alla realizzazione del dissalatore perché, come da essi rimarcato, potremmo ritrovarci a dover ricorrere in piena estate all’evacuazione della massa turistica dall’Elba per grave carenza idrica...si è tentato di indurre insicurezza a livello inconscio-psicologico pur di arrancare in una gestione fallimentare perché miope, astrusa da una realtà geologica-idrogeologica-litotipica quale presenta l’isola.
L’Elba non è come Capri, Giglio, Giannutri, Ponza, Lipari, Ventotene e quant’altro di simile, è un’isola che ha una variegata interessantissima litologia dalla parte orientale a quella occidentale in grado di consentire accumuli superficiali e sotterranei di acqua di ottima qualità ed in buona quantità.
Intorno al dissalatore si è voluto creare un vero e proprio muro di gomma impermeabile a qualsiasi anche oggettiva critica ben tecnicamente e scientificamente argomentata, un muro di gomma rispetto ad una comunità locale che motivatamente dissente dal dissalatore con considerazioni e numeri inconfutabili a sostegno delle loro tesi dimostranti in via oggettiva che né uno nè due dissalatori non risolveranno il problema delle nostre criticità idrico-estive.
Si voleva far capire, con congrue inconfutabili argomentazioni di ordine tecnico-scientifico, che i convenuti da Firenze e Livorno si accingevano ad impiegare malamente milioni di euro di danaro pubblico senza avere l’equivalente in termini di cessazione delle nostre criticità idriche estive, proprio come già recentemente, per non averci ascoltato, è accaduto con l’assurdo invaso collinare del Condotto costato milioni euro senza avere ad oggi né mai in futuro neanche una goccia d’acqua…dopo il Condotto non è più possibile continuare ad un dispendio di milioni di euro di danaro pubblico senza che gli Elbani si trovino risolto il loro problema idrico.
Le ragioni di tale dispendio di danaro pubblico ci appaiono ad oggi di inafferrabile interpretazione. Ci ritroviamo un entourage tecnico della politica regionale che in 16 anni di gestione idrica ha procurato danni tutt’altro che marginali e quindi non può più essere il punto di riferimento per futuri progetti. Non si è udita una sola parola plausibile ed accettabile per una sana futura gestione del settore idrico isolano fatta cioè di interventi tattico-tecnici tesi in un periodo di ragionevole durata al perseguimento della reale autonomia idrica elbana; si è navigato da 16 anni a vista relegando gli Elbani a subire le loro illogiche determinazioni gestionali senza mai essere stati né interpellati né ascoltati.
Con pazienza francescan-certosin-cinese attendiamo che ASA ed A.I.T. si decidano una buona volta a dare concreta attuazione alla sezione “Ammnistrazione Trasparente” in attuazione del Decreto Legislativo 14 marzo 2013 n. 33 e ci facciano dunque sapere perché si è ad ogni costo voluto in tempi recenti far assurgere ad invaso collinare multifunzionale irriguo ed idropotabile una pozzanghera d’acqua di dubbia qualità e provenienza in quel del Condotto a Portoferraio senza avere ottenuto neanche una goccia d’acqua per le criticità idrico-estive di Portoferraio e dell’Elba più in generale. Per quella pozzanghera ad oggi sono stati spesi infruttuosamente milioni di euro di danaro pubblico. Si dica perché si è voluto ad ogni costo quell’assurdo invaso del Condotto quando l’ex-cava dismessa in cui è stato realizzato non possedeva anche ad una sommaria preliminare ricognizione tecnica nessuno dei requisiti tecnico-acquedottistici imprescindibili per un vero invaso collinare.
Si è letto sulla stampa che è avvenuto il collaudo del cosiddetto invaso, in particolare della sua diga di sbarramento e della impermeabilizzazione delle spalle e del fondo lago, vogliamo conoscerne l’esito, e vogliamo in particolare sapere chi ringraziare di cotanto regalo, di cotanta genialità tecnica, oltre ovviamente il reale importo in euro che è costato alla collettività elbana.
Il sinora assordante silenzio in proposito non può a nostro avviso continuare all’infinito.
Luciano Campitelli