Desideriamo fare alcune riflessioni in tema sanità all’Isola d’Elba.
Dal 2009 al 2018 molte cose sono cambiate, dalla minaccia di chiusura dell’Ospedale di Portoferraio (2009) al Presidio Ospedaliero di Portoferraio situato sul Distretto Zona insulare Elba (ottobre 2016) ai servizi ottenuti: servizio di anestesia rianimazione H/24, reparto di medicina UOC, letti di sub intensiva, punto nascita (deroga per l’Elba anche se inferiore 500 parti/anno), materno-infantile, ortopedia, chirurgia, laboratorio analisi, radiologia, telerefertazione, dialisi, servizio di oncologia, ambulatori specialistici, NPI, terapia del dolore, cure palliative, Ospedale di Comunità, servizi sul territorio, 2 elicotteri (da Massa e Grosseto), elisuperficie sul tetto dell'ospedale, trasporto neonatale in emergenza (STEN).
Abbiamo tuttavia alcuni dubbi e vorremmo sapere quale sarà la strada da percorrere.
Dopo le dimissioni del Dott. Mumoli, siamo in attesa della nuova nomina del Direttore dell’Unità operativa Complessa di Medicina (ovvero del Primario di Medicina) che ci auguriamo avvenga prima possibile.
Quale sarà il futuro dei Reparti Chirurgici: Chirurgia e Ortopedia?
È stata più volte ventilata l’ipotesi di un’area unica medico-chirurgica: corrisponde al vero?
La strutturazione del Presidio Ospedaliero di Portoferraio in quanto insulare dovrebbe prevedere due aspetti: a) rinforzare i reparti garantendo un nucleo operativo efficiente, stanziale sull’Isola;
b) utilizzare le risorse della Rete Aziendale facendo sinergia.
Un’organizzazione basata essenzialmente sulla rete è facilmente vulnerabile in quanto in caso di avversità meteo il sistema va in crisi (come più volte già sperimentato).
Non si trovano medici ed infermieri disposti a venire sull’Isola? È vero che per alcune specialità è difficile trovare personale (es. Pediatria), tuttavia occorre anche essere tempestivi nelle assunzioni, altrimenti i vincitori del concorso troveranno soluzioni in altre zone.
La carriera è importante; da quando c’è stata una diminuzione di primariati e di figure di responsabili di reparto sull’Isola, l’interesse sembra essere spostato sul continente.
Se passa il messaggio che, coloro che vengono a lavorare sull’Isola non faranno mai carriera, sarà sempre più difficile trovare qualcuno disposto a venire.
Motivare, incentivare coloro che lavorano nella sede insulare: potrebbe essere una valida strategia, consentendo di avere a disposizione materiale, strumentazione, aggiornamento necessario per lavorare bene.
Sul territorio occorre maggiore attenzione ad alcune problematiche riguardante bambini e pazienti fragili in generale (es. logopedia, fisioterapia). Andrebbero implementate per essere meglio fruibili dall’utenza.
Questi aspetti sono stati segnalati dal Comitato Elba Sanità sia all’Assessore Stefania Saccardi, sia alla Direttrice Generale Maria Teresa De Lauretis.
Ampliando l’orizzonte anche a livello nazionale sarebbe opportuno rivisitare il numero chiuso di medicina e delle scuole di specialità (in accordo con Università e Ordine dei Medici) al fine di programmare gradualmente il personale che occorrerà nei prossimi anni, altrimenti a breve avremo difficoltà sempre maggiori.
Sarebbe inoltre opportuno un maggior dialogo tra Cittadini ed Istituzioni, perché un confronto costruttivo potrebbe essere un arricchimento per tutta la comunità elbana.
In quest’ottica sarebbe auspicabile la presentazione del Piano Sanitario ai Cittadini firmato il 28/12/17 dalla Conferenza dei Sindaci e presentato in Regione, consentendo a tutti di conoscere il lavoro fatto dai Sindaci e dall’ASL con uno scambio proficuo di opinioni.
Comitato Elba Sanità