Il tema della sicurezza domina il dibattito pubblico, nonostante un diminuimento dei reati ciclico, addirittura dell’8% in provincia di Livorno rispetto ai 2 anni precedenti (2015/2016), la percezione di insicurezza del cittadino è in continuo aumento.
Il binomio droga-sicurezza ha da sempre occupato la scena della criminalità, oggi l’allarme per lo straniero è prevalente e condizionante nell’opinione pubblica, soprattutto nelle realtà periferiche come la nostra, deprivate di servizi e di opportunità. Il risalto mediatico che si è voluto dare a questo problema certamente ha influito in modo condizionante, senza dimenticare che l’informazione online ed i social network raggiungono tutti indistintamente, mentre in passato restava tutto molto più circoscritto.
Tuttavia, non si può sottovalutare il fenomeno della paura, tanto meno cavalcarlo, ma con sobrietà ed asetticità analizzare i diversi fenomeni criminosi per costruire un percorso di prevenzione, intervenendo in modo efficace. Uno dei punti nevralgici della criminalità, sia in forma diretta che indiretta, riguarda la droga. La questione droga rimane centrale per comprendere la questione sicurezza” e viceversa.
Purtroppo è un meccanismo vizioso che coinvolge larga parte della società sotto diversi aspetti. Oltre il 60% dei reati commessi sono legati agli stupefacenti e contro il patrimonio, che in taluni casi sono in stretta relazione l’un con l’altro. Lo spaccio di stupefacenti per caratteristica si combina con forme di profondo degrado che alimenta tutto un sistema malavitoso in cui si insinuano le classi più disagiate, sia italiane che straniere. All’origine di tale fenomeno c’è il consumo dei diversi tipi di droga, sempre più esteso fra giovani e meno giovani e soprattutto di tutti i ceti sociali. Quindi, non possiamo prescindere da un’analisi che vede una corresponsabilità dei consumatori nello stimolare quella filiera che è all’origine di alcune forme di criminalità. In tal senso non dobbiamo tapparci gli occhi, ma aprirli ed andare oltre gli slogan di facciata.
Certamente, la certezza della pena, maggiori poteri alle forze dell’ordine, la detenzione in strutture adeguate e non ai domiciliari, sarebbero un passo importante per ripristinare una forma di sicurezza maggiormente percepita. Allo stesso tempo serve la consapevolezza che non si può prescindere da un’analisi superficiale che cerca solo capri espiatori senza andare in fondo alle questioni.
Una dura lotta alla microcriminalità, quella che più influisce sul sentimento di insicurezza, ha bisogno di strumenti concreti nelle piene disponibilità delle forze dell’ordine, degli inquirenti e di nessun altro.
L’immigrazione clandestina ed incontrollata può essere un serbatoio di manovalanza per la malavita, ma sono 2 problematiche diverse che devono essere affrontate separatamente, onde evitare che si confondano i piani di intervento sia nazionali che transnazionali.
Luigi Coppola
candidato al Senato collegio Toscana 2 per la lista “Noi con l’Italia-UDC”