Non abbiamo mai voluto entrare nel merito di quelle che possono essere state la cause che hanno determinato nel 2016 il licenziamento del Dirigente del Servizio finanziario del Comune. Ma su come tale licenziamento è stato disposto, sulle evidenti illegittimità del procedimento seguito, più volte confermate dalla Magistratura del lavoro e sull’irresponsabile comportamento fino ad oggi tenuto dalla Amministrazione Ferrari, non possiamo tacere.
Per due volte il Giudice del lavoro presso il Tribunale di Livorno, in prima istanza, ha dato torto al Comune. Ha ritenuto che il procedimento seguito per emettere il provvedimento di licenziamento è stato mal costruito ed è quindi platealmente illegittimo. Non sono bastate le prime sentenze sfavorevoli emesse dal Tribunale di primo grado. Si è voluto testardamente continuare la causa, facendo ricorso alla Corte d’appello di Firenze. Ed il Collegio giudicante della Corte ha confermato le prime due sentenze. Ma c’è di più. Questa volta il Giudice del lavoro ha anche “corredato” la sentenza di reiezione del ricorso presentato dai legali del Comune con un giudizio pesante. Ha valutato in sostanza che quella portata avanti dai nostri Amministratori si configura come una “lite temeraria” , vale a dire assolutamente inutile perché del tutto infondata. E per questo il Comune dovrà pagare allo Stato una particolare sanzione, che si aggiunge al rimborso delle spese processuali sostenute dal Dirigente liquidate dalla Corte in circa 12 mila euro. Spesa che, sommata a tutte le altre a cui l’Amministrazione ha dovuto far fronte dal settembre 2016 ad oggi (per il risarcimento del danno da riconoscere al dipendente, per incarichi di consulenza e per le parcelle degli avvocati difensori del Dirigente e del Comune )si raggiunge la più che considerevole cifra di oltre 330 mila euro! Sì non abbiamo sbagliato, si tratta davvero di trecentotrentamila euro! Una spesa enorme che formalmente grava sui bilanci comunali, ma di fatto la pagano tutti i cittadini.
Speriamo di no, ma può darsi che i nostri Amministratori, tanto bravi nello spendere non i propri, ma i soldi dei loro “sudditi”, non siano ancora soddisfatti delle clamorose sconfitte giudiziarie finora subite e decidano, con folle determinazione, di continuare; di presentare un ulteriore ricorso, questa volta in Cassazione. Ma con quali speranze di vittoria? Nessuna. Ed allora si arriverà ad oltre 400 mila euro, buttati al vento. Ma tanto non pagheranno loro. A meno che qualche Autorità competente non intervenga per accertare se le spese sostenute per una “lite temeraria” non costituiscano danno erariale.
Gruppo consiliare PD Portoferraio