Repubblica ha pubblicato un articolo dal titolo ‘dai boss all’Unesco la seconda vita dell’Aspromonte’ da cui emerge, come un parco nazionale istituito nel 1989, è passato ‘da carcere a cielo aperto a simbolo di speranza’.
Nella sua fase d’avvio ebbi modo, come responsabile del Centro studi Valerio Giacomini di Federparchi, di gestire un incontro internazionale che ci permise di visitare un territorio zeppo di latitanti e di rifiuti. Che oggi quel parco aspiri al riconoscimento Unesco non può che rallegrare. Tanto più che la regione confinante la Sicilia che sui parchi aveva iniziato molto prima della Calabria a dotarsi di una ampia rete di aree protette che oggi, dopo le ultime elezioni sta mazzolando alla grande; i Nebrodi che avevano saputo far fronte coraggiosamente anche alla mafia sono stati commissariati.
Queste situazioni, come molte altre nelle più diverse realtà del paese, dalle zone terremotate alle Dolomiti, dalla Liguria al Piemonte, dalla Sardegna alla Toscana confermano quanti danni abbia fatto l’impegno fasullo del parlamento con una legge non a caso definita sfasciaparchi. D’altronde che il suo relatore sia stato trombato il 4 marzo non può essere un caso. Così come è sorprendente leggere che il Pd dopo la recente batosta elettorale intenderebbe ripresentare quella legge fortunatamente nella passata legislatura non approvata.
Ma se il Parlamento ha fatto una bruttissima figura il ministero dell’ambiente non ha fatto certo meglio, brillando per la sua assenza.
Se infatti sia il quadro nazionale al pari di quello regionale e locale risultano così malmessi dipende da una latitanza politica che non risparmia alcun livello istituzionale.
Carenti insomma non sono le leggi ma la politica che non sa avvalersene perché quando ci riesce come all’Aspromonte i buoni risultati non mancano.
Gira gira è sempre con la politica che bisogna fare i conti anche se ancora in troppi continuano a far finta di niente.
Per quanto ci riguarda noi cerchiamo di fare la nostra parte anche con il libri della Collana ETS perché con la cultura si mangia e si pensa.
Renzo Moschini