La diatriba se Piombino debba stare con Grosseto o con Livorno, ci appassiona davvero poco perché la vediamo inappropriata e anacronistica.
Viste le enormi incertezze che sono andate sommandosi riguardo non solo al destino dell’unificazione fra province, ma addirittura dell’attuazione stessa del disegno originario, ci pare fuori luogo che la politica perda ancora tempo sulla questione mentre le imprese muoiono di non lavoro, non pagamenti, non credito.
Se dovessimo prendere una posizione in tal senso, diremmo meglio con nessuna delle due che vale a dire: sarebbe meglio se le province venissero proprio del tutto cancellate per ottenere l’unico vero risparmio.
Ma preferiamo rimanere con i piedi per terra pensando invece a come rialzare la testa dai tanti problemi che affliggono Piombino e la Val di Cornia, concentrandosi sul futuro della siderurgia, sullo sviluppo del porto anche in altri settori come le riparazioni navali, sulla continuità territoriale con l’Elba, sulla realizzazione delle infrastrutture viarie ancora mancanti, sulle potenzialità turistiche del territorio ancora inespresse.
Non disperdiamo energie politiche inutilmente: teniamole concentrate sulla realtà, sulle imprese, sui progetti utili e concretamente realizzabili.