Ecco la replica inviataci da Sammuri che pubblichiamo integralmente:
Devo dire che sono rimasto molto sorpreso dell’articolo di Marco Franchi, che non conosco e che di conseguenza non conosce me. Evidentemente le “fonti” che lo hanno “informato”sulle caratteristiche della mia persona gli hanno fatto un quadro molto parziale (ad essere buoni). Apprendo con sorpresa di essere definito “dagli addetti ai lavori” come il “killer dei direttori naturalisti”.Affermazione che mi offende personalmente e lede il mio onore. Sinceramente è una definizione che non ho mai sentito, e, in tutta modestia, credo di essere conosciuto dagli “addetti ai lavori”più come la persona che ha ideato e condotto la reintroduzione del Falco pescatore in Italia e che per tale motivo ha ricevuto dalle mani dell’allora presidente del WWF Italia Fulco Pratesi il prestigioso Panda d’oro. Oppure per aver ricevuto il Pegaso dalla Regione Toscana lo scorso anno “per l’impegno e la dedizione profusi nella sorveglianza e gestione per la prima nidificazione di tartaruga Caretta caretta mai accertata prima per l’isola d’Elba”. Oppure per i miei anni di docenza sulla gestione delle aree protette presso l’Università di Siena. Oppure ancora per le oltre 30 pubblicazioni in campo zoologico e ambientale.
E invece no “killer dei direttori naturalisti” ed ex assessore alla caccia della provincia di Grosseto.
Quest’ultima cosa me la ricordo bene, l’allora presidente della provincia di Grosseto Stefano Gentili mi chiamò per propormi di fare l’assessore nella sua giunta. Mi disse che lui voleva fare una cosa innovativa. Poiché nelle giunte gli assessori all’ambiente e/o aree protette, appoggiati dagli ambientalisti, litigavano con quelli alla caccia appoggiati dai cacciatori, lui pensava di riunire le deleghe in un unica persona, particolarmente competente e così divenni assessore all’ambiente, alle aree protette e alle risorse faunistiche (che non voleva dire solo caccia). Era il 1995 e questa fu una vera innovazione, successivamente percorsa, a mio giudizio troppo raramente, anche da altre amministrazioni. All’epoca fu una visione veramente innovativa: un approccio tecnico-scientifico in una materia che già allora aveva le sue “tifoserie”, figuriamoci al giorno d’oggi…
Nell’articolo c’è un inizio ed una fine di virgolettato con in mezzo dei commenti. Quindi non capisco dove comincino le affermazioni attribuitemi o dove sono commenti del giornalista, ma io le chiarisco tutte così non mi sbaglio.
Ovviamente non ho mai affermato che sia “un guaio sapere di conservazione della natura ed aver preso decisioni per difendere un parco”, non solo perché sono cose che non penso minimamente, ma perché sarei un perfetto idiota, visto che per tutta la mia vita non ho fatto altro che prendere decisioni per difendere i parchi e, sempre modestamente, ma con evidenti dati di fatto, penso di “sapere di conservazione della natura”. Non credo che chi pensa una cosa del genere che sia di sinistra di destra o di centro possa essere definito una persona con un quoziente intellettivo nella media, così come chi pensa che il Direttore di un parco “dovrebbe essere un burocrate al servizio del politico”. Invece quando si parla di un direttore che deve avere come caratteristica quella “di essere un soggetto che mai possa contrastare le scelte degli amministratori”, forse si ha una visione non corretta di quali sono i rispettivi ruoli. Con le riforme degli anni ‘90 del secolo scorso si è sempre più separata, a mio giudizio giustamente, la sfera politica da quella tecnica nelle pubbliche amministrazioni. Alla prima spettano le scelte di indirizzo generale alla seconda la gestione e l’attuazione delle stesse. Ed in effetti è così. Nell’ esempio citato della strada di Marciana marina la scelta di non costruirla è stata fatta dagli organi politici. Come? Attraverso l’approvazione del piano del parco da parte del consiglio direttivo dell’ente, previo il parere della comunità del parco (composta tutta da sindaci, orrore!) e con l’approvazione definitiva del consiglio regionale della Toscana. In base a tale strumento quella strada li non si poteva fare e, correttamente, il direttore non l’ha fatta fare. Preciso che tutto questo, che ha determinato una scelta giusta e da me condivisa, non è farina del mio sacco, i meriti vanno dati al presidente (Tozzi) e al consiglio che ha preceduto il mio mandato, perché loro hanno approvato il piano del parco. Se invece il piano del parco avesse previsto che li la strada si poteva fare il direttore non avrebbe potuto far altro che concedere il nullaosta.
Sulla legge non approvata nella passata legislatura che per l’associazione che rappresento, la Federparchi e a mio personale giudizio era tutt’altro che “sfasciaparchi”, contrariamente a quanto scritto nell’articolo penso che la responsabilità della non approvazione, che a mio giudizio è un demerito, sia da attribuire al PD che aveva i numeri per approvarla e l’aveva già approvata una volta al senato ed una alla camera. Se il “PD renziano” come dice l’articolo l’avesse voluta approvare credo che nella legislatura avrebbe avuto i numeri, come per tante altre cose, quindi la mia opinione, invece, è che non la volesse approvare. Ma questa è storia del passato. Mi permetto inoltre di far notare che l’esempio fatto sulle competenze dei presidenti è piuttosto fuori luogo: è la legge attualmente in vigore che non prevede nessuna competenza, né naturalistica né di altro tipo, per fare il presidente di parco e l’introduzione di “competenze gestionali” era comunque qualcosa in più rispetto al niente attuale. Se qualcuno si vuole levare lo sfizio, vada a vedere le competenze naturalistiche dei presidenti nominati in questi 27 anni….
E veniamo alla cosa più spiacevole, perché quando si parla di persone è così. Il caso della dottoressa Zanichelli. Nel 2015 io ero presidente del parco e avevo più o meno lo stesso consiglio attuale. Anche allora facemmo la selezione per direttore e nella terna da inviare al Ministro Galletti inserimmo la dottoressa Zanichelli, che poi fu scelta dal Ministro stesso. Perché fu messa nella terna? Perché il consiglio reputò che tra le domande arrivate (una decina) fosse una delle migliori tre professionalità. Quest’anno si è ripetuta la stessa procedura, con la differenza che le domande arrivate sono state 67 e il consiglio ha ritenuto che tra le migliori 3, non ci fosse la stessa Zanichelli.Tutto qui, una cosa normalissima e trasparente. Capisco che una cosa normale non fa notizia, mentre ipotizzare strani complotti, congiure ed epurazioni lo fa, sopratutto quando si parla di un incarico che è retribuito con un centinaio di migliaia di euro all’anno, ma così sono andate le cose. Magari sarebbe bastato, per curiosità, che si fosse andati a vedere i curricula delle tre persone selezionate per rendersi conto che non sono quelli di “burocrati asserviti alla politica” (ma chi li vuole? Io no di certo). 2 hanno un’esperienza ventennale di direzione rispettivamente del parco della Maremma (Uccellina) e del parco del Beigua, due parchi che hanno ottenuto una lunga serie di riconoscimenti nazionali ed internazionali per i risultati ottenuti nel campo della conservazione. Il terzo è un relativamente giovane segretario comunale con master, pubblicazioni ed un curriculum di tutto rispetto. Detto questo i tre selezionati sono oggettivamente i tre più bravi dei 67? Certo che no. Sono stati così ritenuti dal consiglio direttivo del parco, mentre un altro presidente un altro consiglio ne avrebbero potuto scegliere altri 3. A mio personale giudizio ce n’erano una quindicina molto buoni, tra i quali quello della stessa d.ssa Zanichelli, ma ne dovevamo scegliere 3. Il CT dell’Argentina alla prima partita del mondiale ha fatto giocare Aguero e non Higuain. Questo vuol dire che Higuain non è un grande centravanti? No davvero, ma di centravanti ne gioca uno e chi deve scegliere sceglie…
Giampiero Sammuri
Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e di Federparchi
(da www.greenreport.it)
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