Con l’insediamento della nuova Amministrazione del Comune di Rio si completa il progetto di riunificazione dei due Comuni di Rio nell’Elba e di Rio Marina, voluto dalla cittadinanza col referendum del 29/10/2017.
I nuovi Amministratori sono ora chiamati a dare pratica attuazione al progetto, sia dal punto di vista amministrativo che istituzionale.
Dopo l’emanazione del decreto regionale di concessione del contributo di 500.000 euro per 5 anni, avvenuta in febbraio, il DM Interno del 27/4/2018 ha determinato in 383.980,66 euro il contributo di fusione che sarà erogato dallo Stato per 10 anni.
Ammonta così a 6.339.806,66 l’importo complessivo che sarà complessivamente erogato.
Si tratta indubbiamente di una cifra importante per una Comunità di 3.300 abitanti, priva di vincoli, che l’Amministrazione subentrante si troverà a poter spendere per migliorare le condizioni socio-economiche del versante.
Per dare sotto questo profilo più forza propositiva alle diverse comunità, il progetto di fusione prevedeva l’istituzione di due Municipi amministrativi presso gli ex comuni di Rio Marina e di Rio nell’Elba, con la facoltà, concessa dall’art.2 secondo comma dello Statuto, di istituirne altri con delibera consiliare.
Corollario a questa risoluzione statutaria è, sempre che la nuova Amministrazione la voglia attuare, la creazione con apposito Regolamento di esecuzione dei Municipi-istituzione, non elettivi “organi di partecipazione (ch)e rappresentano la comunità di persone che vivono nel loro territorio, ne curano gli interessi, ne promuovono lo sviluppo nell’ambito dell’unitarietà del Comune di Rio”, come recita l’articolo 1 comma due del progetto di Regolamento.
Sono dunque organi di partecipazione e di rappresentanza delle aspirazioni e dei bisogni della Comunità nell’ambito dell’ unità comunale, composti da membri eletti dal Consiglio Comunale con gli stessi criteri di proporzionalità e per la durata della consiliatura.
Volendo andare più addentro ai compiti loro assegnati, cosi recita il progetto di Regolamento:
“1. I Consigli di Municipio hanno funzioni di iniziativa, proposta e vigilanza sulle attività comunali che interessano il Municipio.
2. I Consigli di Municipio possono rivolgere ai competenti organi del Comune richieste, interrogazioni e proposte di deliberazioni, in ordine ai servizi comunali di interesse del Municipio. Gli organi comunali debbono dar corso a tali atti secondo le modalità previste dal Regolamento.
3. I Consigli di Municipio avanzano proposte per la formazione degli atti di programmazione comunale ed esprimono parere sui conseguenti atti sottoposti all’approvazione del Consiglio comunale; esprimono inoltre parere sulle materie previste dal regolamento. Le deliberazioni del Consiglio e della Giunta comunale debbono riportare il parere dei Municipi e motivare le eventuali decisioni difformi.
4. I Consigli di Municipio svolgono azione di vigilanza sull’andamento dei servizi e sulle altre attività comunali di interesse del Municipio con le modalità previste dal regolamento.
5. I Municipi, al fine di consentire un intervento coordinato, collaborano e si raccordano con gli assessorati e i settori competenti ed esercitano compiti e funzioni in materia di istruzione, patrimonio, attività culturali e turistiche, attività sportive, verde pubblico, assistenza sociale, politiche giovanili
Si tratta quindi di organi di democrazia indiretta con poteri consultivi, propositivi e di vigilanza che incidono sul rapporto cittadinanza/ente, avvicinandolo quindi alle sue Comunità.
Ora l’Amministrazione comunale entrante ha in effetti individuato nelle persone del vice-sindaco e di un assessore i responsabili dei due territori riuniti, ma ritengo che con l’attuazione del decentramento istituzionale, oltre che amministrativo, essi dovrebbero godere di quella autonomia reclamata e promessa.
A mio modesto avviso i due consiglieri delegati dovrebbero assumere il ruolo formale di pro-sindaci dei territori, ricevendo ulteriori poteri delegati dal Sindaco.
Essi costituirebbero il giusto raccordo fra il Comune-ente e i consigli di Municipio, rappresentati dal suo presidente.
Si costituirebbe così un solido decentramento capace di ascolto e di soddisfacimento dei bisogni dei cittadini.
Non credo che le dimensioni del territorio siano così modeste per sviluppare una tale architettura costituzionale, ma al contrario che sia invece capace di costituire un valido sensore dei bisogni del territorio che spesso con i metodi tradizionali non emergano.
Spero che la nuova Amministrazione faccia tesoro di questo consiglio, che non è tanto un pensiero personale, quanto il risultato dei suggerimenti raccolti nell’elaborazione del nuovo Statuto comunale.
Renzo Galli