Ritorna alla ribalta come un tormentone estivo il tema di ospitare i migranti a Pianosa. E' gia conosciuta la posizione contraria del Parco in proposito e intendo ribadirla, anche se basterebbero a motivare le leggi nazionali e comunitarie che tutelano l’isola a mare e a terra per la grande ricchezza di biodiversità.
Pianosa l’Isola del silenzio, preservata attraverso un contingentamento, accudita come una cosa preziosa e con grande fatica rivitalizzata da collaborazioni virtuose tra le istituzioni competenti, dove sono state fatte recentemente incredibili scoperte archeologiche, dove si stanno recuperando edifici per farne museo della scienza, dove i detenuti hanno ritrovato una attività che li riscatta con la coltivazione delle verdure e le cene con gli chef d’autore. Pianosa laboratorio ambientale a cielo aperto, che offre oggi attivita ricreative e servizi per poche centinaia di turisti giornalieri, non potrebbe certo sostenere l’impatto di un centro di accoglienza di migranti. E non sarebbe giusto per l’isola e nemmeno umanamente giusto per persone che non potrebbero avere nessun tipo di servizio.
L’isola al momento puo’ sostenere poche decine di persone in modo stanziale e le infrastrutture e servizi, a partire dall’acqua, dalla depurazione, dallo smaltimento dei rifiuti dall’assistenza sanitaria sono già complicati e da migliorare per l’attuale numero contenuto di persone che soggiorna sull’isola, figuriamoci per un numero consistente di migranti e del personale ad essi dedicato.
Barbetti conosce bene Pianosa per i molti e variegati ruoli che ha coperto e ricopre nel Parco, sa che lo stimo come amministratore pubblico preparato e d’esperienza. Al di là dei nostri orientamenti politici diversi siamo quasi sempre riusciti a condividere azioni che andassero nell’interesse del parco e del territorio, ma questa sua proposta sinceramente non la capisco.
Giampiero Sammuri