Il Comune di Portoferraio ha indetto un avviso pubblico (bando) per un posto di addetto stampa del Sindaco da assegnare a un giornalista professionista, anche pubblicista, con un compenso a ribasso d’asta come si trattasse di acquisto di un accessorio d’ufficio a prezzo scontato. Nella sostanza, si “intende stipulare un contratto di incarico professionale” della durata trimestrale a un giornalista che accetti di diventare “collaboratore diretto” del primo cittadino portoferraiese con una retribuzione da ribassare al massimo.
Vince il posto chi, in busta chiusa, si propone per la somma il più possibile inferiore alla base d’asta di 8.036.
La singolare e inedita procedura di dubbia legittimità, più idonea per gare di appalto di lavori o servizi, e non per assumere un professionista come potrebbe essere anche un architetto o un ingegnere, non solo non rispetta la legge 150 sugli uffici stampa (pur citata nel bando), le regole per gli impegni di natura intellettuale, i minimi tabellari ordinistici di categoria, le intese fra ANCI e sindacato giornalisti toscano, ma richiama a sproposito gli articoli 59/60/95 della legge 50 del 2016. La quale ammette il criterio della offerta economica più vantaggiosa per l’ente appaltante del lavoro, ma negoziata a trattativa, e non messa all' asta come fosse per la compravendita di risme di carta da scrivania.
Romano Bartoloni