Che le cose per l’ambiente, e non solo in Italia e in Toscana, vadano sempre peggio è fin troppo noto.
L’Italia intatta, come ha scritto in un recente libro Mario Tozzi, si riduca sempre più è altrettanto noto.
E tuttavia nel momento stesso in cui la nostra regione al pari di altre che proprio in campo ambientale nuove competenze le cavolate si susseguono. Tra gli ultimissimi caso al Parco Nazionale dell’Arcipelago che di problemi irrisolti ne ha sempre parecchi e non di poco conto, la Commissione ambiente regionale presieduta da Anselmi vuol farne un’area particolarmente vocata alla caccia al cinghiale. Devo dire –interessandomi ormai da molti anni di questi problemi anche in Toscana- che Anselmi non è nuovo a simili sortite ( e purtroppo non è solo neppure in regione). Mi chiedo però – e lo chiedo anche a Mazzeo e a quelli che da tempo si stanno occupando delle nostre coste all’insegna di una attesa e finora non arrivata innovazione, se questo è il modo di cambiar musica. E soprattutto mi chiedo con che faccia chiediamo nuove competenze sull’ambiente se ci apprestiamo a gestirle in questo modo.
Me lo chiedo per la Toscana ma anche per il piano nazionale dove il Pd sui parchi – tanto per fare un esempio che a noi toscani interessa non poco e non solo per l’Arcipelago- finora sembra non avere trovato di meglio che ripresentare una legge fortunatamente non approvata nella passata legislatura e non certo a caso definita sfasciaparchi. Come dicevano una volta sulle nostre spiagge ‘duri di menta e croccanti alle mandorle’. Si, bisogna esser duri di capoccia se si continua a collezionare cavolate come se niente fosse. Mi rivolgo in particolare a Enrico Rossi e alla assessora regionale all’ambiente Fratoni che al Parco di San Rossore si è impegnata a sostenere il rilancio non solo del nostro parco, perché impediscano queste nuove cavolate che ci screditano –dovremmo dire peggio- sul piano nazionale.
Renzo Moschini