In un momento così particolare della nostra vita sociale,avvicinandosi al voto per le elezioni politiche,sentiamo la necessità di riaffermare la posizione della nostra Associazione in quanto crediamo fortemente che, parallelamente a questa indegna “gazzarra” mediatica, sia fondamentale il ruolo dell’opinione pubblica e della società civile.
Se da una parte si assiste ad una forte disaffezione nei confronti delle istituzioni, della classe politica e dei partiti, dall’altra vi sono innumerevoli espressioni di impegno civile, come Italia Nostra ed altre Associazioni, che fanno da contrappeso ma non hanno grande cassa di risonanza.
La vitalità che esse esprimono è una risorsa ineludibile che invece viene puntualmente disattesa.
Facciamo interventi, partecipiamo a convegni, inviamo osservazioni ai vari Piani regolatori, Piani Energetici e così via, ma poi, alla resa dei conti, restiamo spesso inascoltati.
Poi avviene, come nel caso dell’Elettrodotto Terna e, ci auguriamo avvenga per il grave problema della Sanità, che di fronte ad una sollevazione popolare, allora forse si raggiungono faticosamente obiettivi minimi fondamentali che dovrebbero essere il primario interesse degli amministratori.
Questa parte della società chiede di parlare di “democrazia partecipativa” nel senso che non vuole sostituirsi alla democrazia rappresentativa, ma esserne semplicemente ascoltata e coinvolta.
Il coinvolgimento non deve necessariamente essere legato al fatto che questo movimento si esprima attraverso una lista civica; potrebbe semplicemente emergere nei programmi dei partiti e di coloro che chiedono la fiducia degli elettori.
Purtroppo non vi è un solo programma, di qualsiasi partito, che esprima chiaramente una posizione su ambiente e cultura; nessuno che spieghi come valorizzare il nostro patrimonio culturale e il consumo “responsabile del suolo” nel rispetto dell’ambiente.
Questa è la prova inconfutabile di come tutto l’attivismo espresso dalle nostre Associazioni sia considerato dai nostri politici e come spunti di cambiamento e di “provocazione “ vengano puntualmente scoraggiati.
Ad esempio sul tema della “cultura”: torniamo alle nostre considerazioni sulle possibili azioni “a costo zero” di cui abbiamo parlato nelle puntate precedenti sul tema della “Cultura come volano dell’economia”.
Perché non sfruttare la miriade di espressioni artistiche e culturali in un’ottica di crescita dell’economia locale? Basta catalogarle, sottoporle ad attenta analisi, selezionarle e renderle fruibili al circuito domestico e turistico stabilendo una forte condivisione con le risorse gratuite della società civile.
Invece laddove vi è volontariato, entusiasmo, disponibilità, le Istituzioni latitano sia per cecità manageriale sia per estrema burocratizzazione.
Si ha la sensazione che la situazione del nostro Arcipelago sia, in piccolo, quella dell’intero Paese: una società che vive nel passato, gente “vecchia” che si crogiola a testimoniare un glorioso “tempo che fu”, che vive nell’immobilismo, che si muove solo secondo le regole ormai decrepite della Pubblica Amministrazione.
Bisognerebbe invece favorire la creatività, valorizzare tutti i positivi esempi che ogni giorno, anche nelle nostre isole, prendono corpo e poi vengono puntualmente smorzati dalla mancanza di attenzione e conseguentemente di fondi.
Non è il caso dell’Elba, dove la disattenzione in questo senso è solo dovuta, a nostro avviso, ad un problema culturale e alla frammentazione amministrativa, ma in generale a livello del Paese, la motivazione più evidente di questo “stallo”, ormai ampiamente dimostrata dalla valanga di scandali che ci sta travolgendo, si annida nelle varie forme di interessi privati che decine di amministratori hanno manifestato.
Interessi privati che confliggono fatalmente con il bene comune.
La cultura, il paesaggio, l'ambiente sono urgenze del nostro Paese. In particolare ITALIA NOSTRA e FAI continuano a battersi perché diventino anche priorità dell'agenda politica italiana, e quindi anche elbana.