Il governo Monti, mentre con una mano cerca affannosamente risorse per fronteggiare la crisi e rispettare i parametri europei sul debito pubblico, con l’altra mano “bucata” si mette l’elmetto militare e investe sulla guerra.
C’è un settore della spesa pubblica che va a gonfie vele, e purtroppo non è la scuola, non è la sanità, non è il trasporto pubblico, ma sono gli investimenti sulle armi da guerra.
In contro-tendenza con tutti gli altri comparti, quello della difesa nel 2012 ha subito meno tagli ed ha ricevuto più fondi. Il governo Monti con queste spese folli prosegue il trattamento di favore avviato dal precedente governo di centro destra berlusconiana.
Con un colpo di coda assestato dall’ordine con le stellette, l’ausiliaria per generali e ammiragli in congedo, una sorta d'indennità di chiamata, salirà nel 2013 del 21%, con un costo aggiuntivo per i contribuenti civili di 74 milioni di euro.
Chissà perché in Italia, mentre il paese s'impoverisce e si può tagliare di tutto, la spesa pubblica si gonfia per finanziare le missioni all’estero a cominciare da quella in Afghanistan, per comprare i discussi e sofisticatissimi F- 35,” i cacciabombardieri più costosi di tutta la storia dell’aeronautica militare”, i due sommergibili di “ultima generazione” che costano un miliardo di euro e che sommati agli altri due si arriva a una spesa pubblica di due miliardi.
Tanto per avere un ordine di grandezza è una somma pari a circa la metà di quanto gli italiani hanno dovuto pagare di Imu sulla prima casa.
Mentre il governo Monti chiede agli italiani sacrifici feroci, altri paesi dimostrano atteggiamenti molto più sobri nei confronti delle spese militari, non esitando a metterle in discussione, a ridurle o a tagliarle del tutto.
Uno schiaffo all’onestà di tutti gli italiani ai senza lavoro ed a tutto il movimento pacifista.
Sinistra Ecologia e Libertà