Caro Direttore,
ho letto il tuo puntuale resoconto dell’ultima seduta del Consiglio comunale di Portoferraio. E’ vero, il nostro Primo cittadino non vuole accettare che per lui “la pace” è finita. Che da tempo ormai la sua “Petite armée” si è ridimensionata e non gode più della fiducia di tutti i suoi Consiglieri.
Si è salvato per il rotto della cuffia, grazie anche al ripensamento finale del Vice Sindaco Marini che gli ha evitato il pareggio dei voti contrari e favorevoli, un 6 a 6 che numericamente gli poteva bastare lo stesso, ma che avrebbe comunque rappresentato una cocente sconfitta sul piano politico Mi chiedo, allora, se il Sindaco può concludere tranquillamente la legislatura pensando di poter contare sull’eterno aspirante alla carica di Primo cittadino e facendo finta che non ci siano alcuni Consiglieri con forti mal di pancia. E poi, tra quegli stessi sei che sono rimasti seduti in aula per confermargli la fiducia, è proprio sicuro che siano tutti graniticamente disposti a sostenerlo fino in fondo, rischiando di essere coinvolti in vicende che sono poco, molto poco “impeccabili” e sulle quali gravano anche non leggeri sospetti di illegittimità.
Ma la crisi evidente, il lento logoramento della maggioranza non credo dipendano solo dai fatti di cui si è discusso nella seduta consiliare del 3 ottobre. C’è qualcos’altro sotto. C’è forse una crescente insoddisfazione per quanto ha fatto l’Amministrazione Ferrari, una sempre più lucida consapevolezza del suo fallimento.
In un tuo recente “A sciambere” hai steso una sorta di “Orazione funebre” della Giunta ricordandone una nutrita serie di incredibili “performances”. Ma a quelle che hai elencato, altre ne possiamo aggiungere. Penso ad esempio:
- Alla tanto “strombazzata” rotonda a S.Giovanni. Dopo il tramonto della proposta bertucciana di installare un semaforo intelligente, era stata scelta la rotonda e sembrava che i lavori dovessero iniziare e concludersi quanto prima. Ma nulla è successo. O, meglio, qualcosa è accaduto: sono stati tagliati due pini lasciando ai lati della strada due tronconi molto pericolosi e uno dei pali dell’impianto semaforico, dalla scorsa estate, è fuori uso.
- Al ritardo con cui la Giunta ha approvato i conti consuntivi del 2016 (8 mesi) e 2017 (4 mesi). Per accelerare i tempi di approvazione del consuntivo del 2017 il Prefetto ha dovuto nominare un Commissario ad acta (a mia memoria è la prima volta che succede!). Proprio per questi ritardi l’Amministrazione si è trovata in gravi difficoltà soprattutto per la insufficienza del personale addetto alla vigilanza urbana. Eppure il nostro fantasioso Sindaco ebbe l’ardire di denunciare la mancanza di Vigili, con una tanto inutile quanto penosa sceneggiata di andare a dirigere il traffico in Via Carducci, munito di paletta e pettorina rifrangente.
- Alle vendite a favore di alcuni privati del palazzo ex Poste dopo poco tempo annullate per una evidente violazione del Regolamento comunale che regola l’alienazione di immobili comunali.
- Alla travagliata chiusura al traffico della Calata. Hanno fatto ben 4 ordinanze per stabilire l’orario e avevano anche partorito la “emerita favata” di non chiuderla del tutto, ma di farla diventare zona a traffico limitato, consentendo la circolazione degli automezzi dei residenti nel centro storico.
Ti segnalo infine un’ultima “chicca”. Il 14 dicembre dell’anno “passo”, per un intervento di restauro e tinteggiatura del fornice di Via V.Hugo veniva incaricata la medesima Impresa che aveva provveduto a sistemare la facciata del Palazzo municipale (dopo più di tre anni dal sopralluogo del Sindaco con tanto di cestello e casco di cantiere). Ebbene, il 30 agosto scorso, dopo 8 mesi e mezzo, quell’incarico è stato revocato con la motivazione che era stato dato con “scarso” rispetto del vigente Codice degli appalti. Quindi i lavori al fornice sono stati appaltati ad un’altra Impresa. Per carità si può sempre sbagliare, interpretare male una legge, ma come si fa ad accorgersene dopo oltre 8 mesi?
La finisco qui. A raccontarcele tutte si potrebbe stare io e te a veglia per un bel po’ di sere. Avremmo tanti motivi per ridere, ma anche... per piangere.
Ti saluto
Giovanni Fratini