Vediamo che le elezioni risvegliano le voglie e le paturnie di movimenti e individui letargici che ora additano responsabilità altrui. Il caso delle accuse agli ambientalisti a Rio Marina, dove un gruppo di buontemponi scrive: “Dove sono e cosa propongono le associazioni ambientaliste, di fronte a questa emergenza, di solito preoccupate del degrado del territorio per il crollo di qualche muretto o parapetto?”, ci sembra l’ennesima commedia dell’assurdo di chi, con la scusa di cambiare la politica, cancella tutte le colpe e le omissioni politiche, per accusare chi invece si è occupato di difendere ambiente e territorio.
Conoscevamo lo smemorato di guerra di Collegno, ma vediamo che gli smemorati della Piaggia hanno fatto della dimenticanza addirittura un programma della loro battaglia elettorale.
Ci domandiamo dove erano e cosa proponessero questi signori quando sinistra, destra e centro, scambiandosi vicendevolmente i ruoli di maggioranza e opposizione, hanno fatto carne di porco del territorio di Rio Marina, dove erano quando si voleva fare il Villaggio Paese da 47.000 m3 su una costa in chiaro dissesto idrogeologico, dove erano quando Legambiente lottava contro le speculazioni a Capodarco e a Ortano, quando con le nostre osservazioni e i nostri blitz abbiamo cercato di impedire (e in parte ci siamo riusciti) una cementificazione di coste e vallate riesi e cavesi che avrebbe decuplicato il rischio idrogeologico del quale oggi si accorgono perché si è aperta una voragine nella strada provinciale. Se c’erano stavano zitti e coperti, se c’erano stavano purtroppo dall’altra parte, a criticare chi denunciava il dissesto ambientale e le politiche cementificatorie e a sostenere chi diceva, a destra-centro-sinistra, che gli ambientalisti erano cattivi e volevano rovinare l’economia riese. Non abbiamo sentito fiatare nessuno quando l’ormai ex parlamentare Bosi scrisse in un libro che questa isola in dissesto geologico doveva ospitare una popolazione di 200 mila abitanti come Malta e che la colpa se si era costruito troppo poco (sic!) era di Legambiente!
Questi entusiasti neofiti della politica dovrebbero essere più prudenti prima di lanciare accuse strampalate e magari, prima di farlo, leggersi almeno i comunicati di Legambiente (i dossier no, perché non ci sembra abbiano tempo e memoria per informarsi e studiare), scoprirebbero per esempio che il 20 gennaio scrivevamo: “La frana che sta interessando la strada provinciale per Porto Azzurro, all’altezza di punta San Giovanni, sulla curva del Fanaletto, ha nuovamente messo in luce i già conosciuti rischi idrogeologici dell’area per il suolo e la popolazione e, con l’altro episodio della voragine apertasi sulla strada provinciale a Rio Marina, anche l’estrema fragilità della rete viaria dell’intero versante orientale».
Va bene il nuovismo protestatario alla Beppe Grillo, ma deve almeno essere sostenuto da una storia fatta di prese di posizioni coerenti e da un po’ di rispetto per chi quelle battaglie le ha fatte davvero, mentre loro stavano in poltrona o al bar. Invece qui siamo alla solita selettiva memoria da pesce rosso, circa 3 minuti, che individua il colpevole in chi denuncia e propone soluzioni alternative vere, che sono di sistema. Complimenti, la nuova politica oltre la politica somiglia proprio a quella vecchia che ha distrutto la buona politica!
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano