Ho letto con interesse la lettera aperta indirizzata agli amici della Terra dall'ingegnere elbano Carlo Giangregorio. In essa esprime forte preoccupazione per i cambiamenti climatici e soprattutto sul silenzio che avvolge questo argomento. Parla specialmente da padre e propone un "estremo tentativo" per cercare di fare un salto di qualità, in sostanza mettere al centro il tema dei mutamenti climatici. Propone di mettere in rete aggregazioni e singoli per sensibilizzare e per esercitare pressione sui decisori politici. Tralasciando riferimenti ad eventuali prospettive partitiche, che qui porterebbero solo a divisioni, ritengo opportuna valida e urgente l'iniziativa di Giangregorio.
Mi sono sentito chiamato in causa. Soprattutto in questi ultimi anni, a scuola affronto questa tematica. Vedo studenti preoccupati o rassegnati o arrabbiati perché noi adulti abbiamo portato il mondo fino a questo punto ("Punto di non ritorno", di e con Leonardo Di Caprio, è il titolo di uno dei docufilm di riferimento). La frase più usata è: "ma perché non se ne parla?". E da qui nasce una discussione sulle cause di tale presunto "silenzio".
All'appello di Giangregorio rispondo con la disponibilità a dare il mio contributo, in particolare nell'ambito formativo. Un contributo che tiene conto dei personali presupposti culturali che sono in linea con l'impostazione dell'enciclica "Laudato si'" di papà Francesco. Il documento è dedicato alla cura della casa comune e si può riassumere nella necessità di ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri. La sofferenza del pianeta e la sofferenza dei poveri (esclusi, scarti) sono due aspetti della medesima realtà.
Sì, ha ragione Giangregorio: c'è urgente necessità di un progetto comune per scardinare l'ostinato silenzio e orientare le scelte verso la... salvezza del pianeta e degli uomini.
Ed è vero che occorre utilizzare qualsiasi canale, in particolare i social. E soprattutto rivolgersi (per coinvolgerli) ai giovani. Affinché avvenga qualcosa di simile (e ancora più forte) alle mobilitazioni contro gli armamenti nucleari (anni Ottanta) e il rispetto ambientale (anni Novanta). Iniziative che videro il coinvolgimento dei giovani in ogni parte del mondo e servirono a premere sui governi portando ad alcune importanti decisioni.
Disponibile, quindi, a prendere in considerazione proposte operative, ringrazio l'autore della lettera aperta per aver gettato una (ulteriore) pietra nello stagno.
Nunzio Marotti, insegnante
Foto di Alessio Gambini