Caro Direttore,
la ringrazio per l’interessantissimo articolo pubblicato il 9 gennaio scorso, che segnala la presenza, sul territorio campese, in prossimità del fosso di San Francesco, di uno straordinario mulino in ottimo stato di conservazione.
La costruzione, segnalata dal Signor Soria, fa parte di un gruppo di sette mulini che accompagnavano il Fosso di San Francesco nel percorso tra Sant’Ilario e Pian di Mezzo, tratto dove il principale fosso campese è più ripido e, nel fondo di granito, si creano numerose pozze e cascate, alcune delle quali alimentavano i mulini. Tali costruzioni erano già presenti e perfettamente rappresentati nel catasto Leopoldino.
I mulini erano tutti della stessa tipologia, con una vasca trapezoidale di raccolta a monte ed un piccolo fabbricato con, al primo piano, il locale contenente gli ingranaggi e le ruote in pietra ed un arcata sottostante dove era posizionata la pala.
Di questi sette mulini ad oggi, alcuni risultano ristrutturati mentre, i rimanenti, sono abbandonati nella vegetazione e necessiterebbero di interventi di manutenzione e restauro.
Questa sua puntuale segnalazione ci permette di ricordare un’interessantissimo scorcio della storia campese ad oggi completamente dimenticato. Si presume che i mulini producessero farina di castagne, anche in considerazione della presenza di castagneti nella zona.
Proprio in virtù dell’importante testimonianza del passato della operosità della comunità campese che queste belle costruzioni ci trasmettono, sarebbe auspicabile il loro recupero, mediante il coinvolgimento dei relativi proprietari, anche al fine di creare un percorso di trekking lungo le cascate di granito, gli antichi mulini ed il bosco alto. Tali elementi, uniti allo splendida visione in lontananza del mare, potrebbero rappresentare una esperienza escursionistica unica, che solo la nostra straordinaria isola può regalare.
E’ nell’impegno della mia amministrazione, pur nelle difficoltà economiche legate al rispetto del patto di stabilità, il tentativo di recupero di tutte quelle ricchezze architettoniche e paesaggistiche di cui il nostro territorio è ricco. Basti pensare alla magnifica chiesa di San Niccolò a San Piero, alla chiesetta di Santa Lucia della Pila, ai resti della lavorazione romana del granito lungo il crinale che da Castancoli arriva a Seccheto e Pomonte, ai reperti legati alle fiorenti attività del passato presenti a Pianosa. L’azione meritoria di alcune associazioni presenti su territorio, ha permesso che molti di questi elementi non andassero inesorabilmente distrutti ma, anzi, divenissero preziosa testimonianza di un vissuto dell’isola anche molto antico, permettendo di offrire al turista una preziosa alternativa storica e culturale, rispetto all’ esperienza esclusivamente balneare.
Arch. Davide Montauti, Sindaco di Campo nell’Elba