Era scontata la replica di Legambiente, sul provvedimento della Regione, per il mantenimento delle attività estrattive in località Buraccio, quindi nessuna sorpresa.
Tuttavia, l’accostamento di Confindustria addirittura al “Trumpismo”, vagheggiato da Legambiente, pur denotando un simpatico senso dell’umorismo, conferma in modo inequivocabile che, quando mancano gli argomenti, si va per frottole!
Nessuno, infatti, ha sostenuto che le attività in oggetto non avessero incidenza, bensì che l’aspetto ambientale – unico elemento contestato da Legambiente – non è stato affatto tralasciato ma, al contrario, è stato approfonditamente valutato all’interno di uno scenario molto più articolato di fattori, sfociati successivamente nella sintesi tecnica che ha determinato la delibera della Giunta regionale.
Nel frattempo anche ItaliaNostra si è accodata alla convoglio delle lagnanze ribadendo gli stessi temi sollevati da Legambiente, concedendosi censure contorte sull’operato della Regione e degli altri enti, azzardando la tesi che la tutela dell’occupazione e la continuità delle attività produttive sarebbero niente di più che alibi e pretesti!!!!!
Se da un lato è legittimo dissentire, secondo il proprio punto di vista, dalle decisioni assunte, dall’altro non è accettabile disconoscere la fondatezza e la serietà delle istruttorie svolte dagli enti competenti, quando i pronunciamenti non coincidono con le aspettative di parte. Altrimenti sarebbe come se, terminato un confronto, chi non ottiene la ragione sostenesse che l’arbitro non è stato attento ne’ imparziale !
Il tema vero rimane la garanzia della continuità produttiva e della relativa occupazione con il valore aggiunto dell’indotto che ogni attività genera, nel rispetto della sostenibilità.
Al di fuori di questi criteri, le chiacchere restano a zero!