Il comitato per la difesa di Lido e Mola scrive a tutte le amministrazioni comunali del bacino ASA, da Livorno a Piombino, compreso alcuni comuni pisani.
Lettera aperta ai Sindaci del bacino ASA
Siamo un gruppo di cittadini dell’isola d’Elba, abbiamo deciso di scrivere a tutti i Sindaci dei Comuni del bacino ASA, per informarVi, come probabilmente già saprete, del progetto di un dissalatore per rendere autonoma l’Elba e per restituire alla Val di Cornia una parte delle proprie risorse idriche.
Si è cercato di motivare questa scelta che appare improvvisata e forse anche poco ponderata con l’urgenza dell’approvvigionamento idrico dell’Elba, senza studiare soluzioni alternative che avrebbero potuto essere più idonee, e assai vantaggiose economicamente, prima fra tutte un serio piano di risanamento delle condutture per un recupero delle perdite della rete, valutate dalla stessa ASA oltre il 50 %, la cui continua e frequente riparazione ha costi elevati o la realizzazione di nuovi pozzi e di bacini distribuiti sul territorio per la raccolta di parte del ruscellamento per la raccolta e distribuzione dell'acqua piovana, un censimento degli oltre 6/7.000 pozzi privati e una severa normativa su questi emungimenti privati, con campagne educative verso i residenti e gli ospiti per l’utilizzo consapevole di una risorsa limitata (anche se rinnovabile).
Il progetto del dissalatore, aldilà delle procedure di approvazione, oggetto di un ricorso al TAR, presenta molte criticità ambientali, la zona prescelta, una pianura alluvionale, allagata più volte negli ultimi decenni, contigua ad una zona umida protetta (SIC), l’inquinamento acustico, lo scarico a mare della salamoia, che porterà nel giro di qualche anno ad un innalzamento della salinità nelle acque di un golfo, chiuso su tre lati. Problematiche queste che riguardano solo l’Elba e i nostri figli.
Un altro aspetto che invece, è sicuramente di vostro interesse, è quello finanziario. ASA spa non ha mai presentato ufficialmente, almeno ai Sindaci elbani, un piano finanziario dell’investimento, un costo che dovrebbe aggirarsi sui 15/20 milioni di euro, per cominciare. Probabilmente la Regione coprirà per intero la spesa di realizzazione, visto che da parte dei Comuni elbani, conoscendo lo stato delle finanze, ben poco arriverà.
Ma una volta costruito il dissalatore, nessuno, neanche ASA, conosce i futuri costi di gestione e la modalità di come saranno spalmati sulle bollette.
«In effetti le migliori tecnologie esistenti oggi richiedono circa 4 kWh di elettricità per ogni metro cubo di acqua prodotta», dice il professor di ingegneria ambientale Alberto Tiraferri, del Politecnico di Torino.
«Al momento non penserei alla dissalazione – dice Tiraferri – perché il nostro paese è molto ricco di acqua piovana, e prima di pensare ai dissalatori, la cui acqua costa circa 10 volte più di quella di falda, c’è molto lavoro da fare per rimettere in ordine il nostro sistema idrico, come le reti che perdono, in certe zone, anche la metà dell’acqua che trasportano. Intanto, però, continuiamo con la ricerca e la sperimentazione di tecnologie di dissalazione sempre più avanzate, così da essere pronti, se un domani le piogge diventassero insufficienti, a sfruttare anche la fonte marina».
In sostanza nessuno sa di quanto aumenterà il costo dell’acqua degli utenti. Da una lettera che ASA spa ha scritto a Legambiente e pubblicata su greenreport.it, si ipotizza che l’acqua aumenterà da tre a cinque volte quello attuale, ma sono solo stime.
Quindi Vi scriviamo per metterVi a conoscenza che anche i vostri concittadini, in qualità di utenti ASA, saranno chiamati a contribuire a questa colossale, ulteriore, inutile e dispendiosa gestione di questo impianto.
Si, perché (ci dimenticavamo di dirvi), Autorità Idrica Toscana ha commissionato uno studio sulle risorse idriche dell’isola all’Università di Siena e nonostante lo studio sia terminato da tempo e consegnato alla committente, nessuno conosce le risultanze di questo studio, nonostante sia stato ripetutamente richiesto, (però ce lo possiamo immaginare). Sarebbe interessante tirarlo fuori dal cassetto, dove è stato “dimenticato,” e farlo conoscere alla popolazione per verificare se davvero è così fondamentale la costruzione di questo imponente impianto, oppure più semplice ed economico sfruttare al meglio le risorse idriche locali esistenti.
Perché riteniamo un errore madornale il progetto del dissalatore?
Questa struttura dovrebbe servire alla risoluzione del problema del rifornimento idrico elbano, che è quello della grande variabilità nel tempo del fabbisogno d’acqua da parte dell’utenza elbana. Infatti all’Elba serve moltissima acqua per un periodo estivo brevissimo mentre per tutto il resto dell’anno di acqua c’è n’è in abbondanza. I dati pluviometrici trentennali dimostrano come il volume medio è sempre superiore al fabbisogno.
E’ necessario dotare l’isola di una struttura in grado di seguire la variazione di consumo, un accumulo. Il dissalatore in progetto è l’opera meno indicata, in quanto può solo produrre 80 l/sec continui 24 ore al giorno e per 365 giorni all’anno e quindi non è in grado di soddisfare i picchi di consumo estivi.
Una portata di 80 l/sec fa ben poco nel mese di agosto, quando, magari per poche ore e per pochi giorni servirebbero portate molto più consistenti. ASA che ben conosce questo problema ha già in programma di raddoppiare o la portata di questo primo dissalatore o la costruzione di un secondo gemello da realizzare nella zona occidentale, raddoppiando la produzione di acqua a 160 l/sec. In questa decisione si trova la dimostrazione del madornale errore, che si sta commettendo, perché avrebbe dovuto progettare, al posto del raddoppio della portata, la costruzione di un grande serbatoio (o di alcuni più piccoli), da poter essere riempito durante i mesi invernali con il surplus di produzione, visto la diminuizione del consumo. La creazione di un accumulo è l’unico modo per potere far fronte durante i mesi estivi all’aumento della richiesta di acqua.
Come finirà?
Probabilmente si costruirà il primo dissalatore che funzionerà solo nei mesi estivi ma, non essendo da solo in grado di risolvere nulla, si porterà avanti la costruzione del serbatoio in quanto ci si renderà conto che è questa la sola cosa da fare.
Però alla fine ci si accorgerà anche, che il grande serbatoio lo si può riempire molto più semplicemente ed economicamente con le acque di pioggia invernali dimostrando che il dissalatore è una grande opera totalmente inutile, sicuramente dannosa per l’ambiente e per le tasche degli utenti.
Sindaci, in qualità di azionisti politici, fate sentire la vostra voce.
Il comitato per la difesa di Lido e Mola