La lettera aperta di Simone Meloni che apre ufficialmente la campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2019 mi dà l’opportunità di esporre a mia volta delle considerazioni che precedono di qualche settimana il mio resoconto di fine mandato e che spero possano contribuire a creare il clima giusto in vista della prossima tornata elettorale.
Devo innanzitutto sottolineare che quando si parla di “delusione per una politica sempre più chiusa in sé stessa” e di “necessità di cambiamento” probabilmente non si ha minimamente la cognizione di cosa significhi amministrare la cosa pubblica in una realtà amministrativa così complessa come quella del Comune di Portoferraio.
Certo, chi amministra un paese, così come chi prova a progettare di farlo, è armato di buona volontà e pieno di buoni propositi e di idee. Per metterle in pratica, però, bisogna saper “cavalcare la tigre”, ovvero conoscere i meccanismi della pubblica amministrazione e trovare le strade giuste, insieme ai collaboratori giusti, per farli funzionare a dovere. Per questo, pur apprezzando buona volontà e buoni propositi di chi si propone, non credo che si possa governare una città come Portoferraio senza esperienza nei rapporti con il personale, senza una opportuna conoscenza delle leggi e dei regolamenti della pubblica amministrazione e senza collaboratori capaci e leali, sia fra il personale che fra gli amministratori. In parole povere, non si può governare una città solo con le buone intenzioni.
Per quanto mi riguarda io, che non sono un uomo politico, sono entrato da vincitore nel maggio del 2014 a Palazzo della Biscotteria forte di una stima e di un
apprezzamento che oltre duemilacinquecento portoferraiesi hanno dimostrato nei miei confronti, con una immagine di “uomo del fare” proveniente dalla mia
trentennale carriera di dirigente pubblico sempre in prima linea anche fisicamente, ed una fama di profondo conoscitore della storia e della cultura elbane derivante dalle mie note pubblicazioni, che hanno avuto recente apprezzamento anche dal Presidente della Repubblica.
Alla fine di questo mandato elettorale, la sensazione che provo è quella di profonda frustrazione derivante dal quotidiano confronto/scontro con la macchina
amministrativa comunale, pur con le dovute e riconosciute eccezioni, tanto farraginosa e lenta quanto spesso infida e piena di tranelli, di fatto impedendomi di
esercitare le mie funzioni di sindaco. Una realtà annunciata, qualcuno dirà, che dipende soprattutto dal sistema e meno dalle poche persone rimaste nel palazzo a cercare di svolgere al meglio il proprio lavoro, con la quale si è scontrata ogni amministrazione comunale degli ultimi decenni, ma che per una serie di eventi mi ha costretto in questi cinque anni praticamente ogni giorno a difendermi da qualche penosa insidia e a cercare risorse ed energie per superare ostacoli ed imprevisti, confinandomi nel palazzo ed impedendomi di stare fra la gente come avrei voluto.
Certo, qualche errore è stato commesso, soprattutto delegando ruoli che spesso si sono trasformati in ostacoli ed in insidie per la stessa maggioranza.
Solo oggi, a pochi mesi dalla conclusione del mio mandato, posso dire di aver faticosamente messo in fila i tanti problemi incontrati e di avere la soluzione per
risolverli definitivamente, come dimostrerò nei prossimi quattro mesi, nei quali ci saranno molte cose da raccontare e da chiarire. E’ per questo che ho sciolto la
riserva decidendo di cercare di proseguire con un nuovo mandato, confidando in una rinnovata fiducia, nella consapevolezza di avere le idee giuste per riavviare il percorso di crescita della città, tornando a viverla in prima persona per ascoltare le esigenze dei cittadini ed assecondare i loro bisogni.
Per questo accolgo molto favorevolmente le idee e i propositi che sono arrivati da Simone Meloni, rendendomi fin d’ora disponibile al dialogo e al confronto, così
come nello stesso tempo sono pronto ad accoglierne altri che arrivino dalla parte politica e imprenditoriale che mi sento di rappresentare, quella che ha come punto di riferimento la coalizione di centro destra che oggi si propone unita come forza di governo credibile e capace di scalzare l’egemonia della sinistra in Toscana. Credo che con il contributo di tutti gli attori della società civile portoferraiese che si identificano in questi valori si possa consolidare ulteriormente il governo della città, restituendole - tanto per citare i primi due punti fermi da perseguire - quella centralità e quella funzione di punto di riferimento per l’intera isola che da sempre le appartengono, e riprendendosi la gestione della promozione turistica facendo ripartire attraverso la gestione del contributo di sbarco le opere necessarie per garantire dignità e decoro alla porta di accesso dell’isola, insieme alla permanenza dei turisti all’interno dei suoi contenitori culturali.
Ben venga dunque un cambiamento, con facce nuove e persone che abbiano voglia di fare e di cercare di aver cura del proprio paese: mi metto fin d’ora a loro
disposizione affinchè, con un libero ed opportuno confronto e con i giusti equilibri, si possa lavorare insieme per costruire la Portoferraio del futuro.
Mario Ferrari, sindaco di Portoferraio