Leggo sconcertata l'articolo di Legambiente riguardo alla presunta conversione del sindaco di Capoliveri in merito all'intervento del dissalatore di Mola.
“Il bue chiama cornuto l'asino“ ci sarebbe da dire continuando la serie degli spiritosi proverbi che caratterizzano l'articolo.
Peccato che da ridere ci sia ben poco e che non proprio di buon gusto sia la strumentalizzazione che l'associazione fa del diritto di giovani scesi in piazza senza etichette né magliette.
Chissà cosa direbbero i ragazzi che hanno manifestato a Portoferraio se leggessero le richieste di mitigazioni formulate da Legambiente in merito al dissalatore.
La loro sensibilità ambientale è quella nata
da una globalizzazione che tra tanti difetti ha il merito di unire il mondo di fronte ad una causa comune.
E questa loro sensibilità non merita lezioni di vita da chi si fa profeta in patria barcamenandosi negli equilibri politici locali e tcciando gli altri di scarsa sensibilità ambientale.
Tante sane energie avrebbero forse potuto essere impiegate per un pellegrinaggio al convegno che si è tenuto a Roma al Senato qualche giorno fa e dove un unico coro di autorevoli voci del mondo accademico e delle associazioni ambientaliste ha chiesto che i dissalatori abbiano una regolamentazione che a tutt'oggi in Italia non c'è non c'è e che siano magari oggetto di quella valutazione di impatto ambientale prevista come obbligatoria da altri Paesi. Sull'ambiente non si scherza, vero.
Per questo farebbero bene i locali esponenti di Legambiente ad aggiornarsi umilmente sugli ultimi studi ambientali e sanitari che lanciano allarmi gravi e scientificamente provati in merito agli effetti irreversibili dell'immissione in mare di salamoia o ai rischi per la salute derivanti da composti chimici utilizzati per la dissalazione o al sottovalutato rumore.
Siamo certi che anche in materia ambientale tutti abbiano molto da imparare e che peraltro il vero pericolo sia rappresentato da chi si mette la medaglia dell'ambientalismo di facciata senza avere la libertà morale e politica di vere battaglie.
Il Comitato per la difesa di Lido e Mola l'ha avuta quando tacevano il Comune di Capoliveri, Legambiente, i sindaci Elbani ed i partiti politici.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Paola Mancuso