Ieri, 16 aprile, a Portoferraio si è tenuto il partecipato convegno “Destinazione Elba: dove l’ambiente è futuro” di Coldiretti che ha visto la presenza dei rappresentanti del Parco dell’Arcipelago toscano e di Confcommercio, Confesercenti, Associazione Albergatori, Cna e Legambiente Arcipelago Toscano. Coldiretti non nasconde la sua soddisfazione: «L’hashtag è #destinazionelba, ma il messaggio lanciato va ben oltre i confini isolani e si allarga a tutta la Toscana. Lo sviluppo per essere reale deve essere un mix equilibrato di distintività, valorizzazione dell’origine salvaguardia dell’ambiente, il tutto finalizzato a creare traiettorie di futuro per le popolazioni sui territori«.
Simone Ferri Graziani, presidente di Coldiretti Livorno ha sottolineato che «All'avvio dell'imminente stagione turistica, sono molti gli interrogativi che stimolano e preoccupano allo stesso tempo i diversi attori del mondo economico elbano. La giornata di oggi nasce con l'obbiettivo di riunire le tantei voci del territorio che sentono l'esigenza di dare un rinnovato slancio alla salvaguardia ambientale dell'isola».
Il presidente del Parco Nazionale, Giampiero Sammuri ha evidenziato «La necessità di offrire al Parco dell’Arcipelago strumenti operativi per il controllo di cinghiali e mufloni, specie alloctone in forte espansione, in modo da contenerne il numero anche attraverso strumenti incruenti come le gabbie, che subiscono frequenti sabotaggi«. Gli ha fatto eco Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana, che ha ricordato: «Appoggiamo in pieno le due delibere del Parco, ovvero le delibere relative alla densità zero di cinghiali e mufloni, per la salvaguardia del patrimonio ambientale dell’isola, e chiediamo l’applicazione di questi provvedimenti anche nelle aree esterne al Parco. Raccogliamo la preoccupazione espressa dai vertici del Parco sul sabotaggio delle gabbie per la cattura dei cinghiali. Una denuncia emersa durante il dibattito che conferma ulteriormente la necessità di rivedere l’atto regionale, fortemente voluto, tra gli altri, dal presidente della Commissione Agricoltura Gianni Anselmi col sostegno dei cacciatori di cinghiali».
Infatti, «La Regione riveda la norma sulle aree vocate al cinghiale e al muflone», è la richiesta unitaria emersa da un momento di discussione molto partecipato e voluto per superare le tante criticità del territorio elbano, la cui biodiversità è ad oggi fortemente minacciata dalle due specie alloctone che ne stanno mutando il profilo. Tante le proposte emerse dalle realtà convenute: dal recupero della flora e della fauna attualmente a rischio, la valorizzazione dell'isola in termini ambientali e turistici in alta e bassa stagione, la salvaguardia dell'agricoltura Elbana come valore distintivo per le imprese.
Umberto Mazzantini, responsabile nazionale Legambiente per le Isole minori, ha detto che «Come ci hanno ricordato i ragazzi con lo sciopero globale per il clima del 15 marzo, è il momento del coraggio e delle scelte radicali. I cinghiali introdotti all’Elba negli anni ’60 e ’70 a scopo venatorio e i mufloni introdotti negli anni ,80 a scopo “ornamentale” hanno provocato un disastro ecologico, facendo praticamente scomparire specie autoctone di grande importanza, i gioielli naturali della flora e della fauna elbana. Un disastro che non può essere affrontata solo dal Parco o lasciata nelle mani di chi l’ha creato: una minoranza di cacciatori. Occorre che tutte le istituzioni, a partire dai Comuni, ma soprattutto la Regione e il Governo, si facciano carico dell’eradicazione, nel modo più sostenibile e incruento possibile di due animali introdotti all’Elba per il divertimento venatorio di una minoranza e che stanno distruggendo una biodiversità preziosa e delicata e strappando la minuta rete del vivente della nostra Isola. E’ arrivato il momento della responsabilità, a partire dalla Regione Toscana che deve ritirare la scellerata classificazione dell’Elba ad Area Vocata per il cinghiale approvata con il beneplacito del centro-destra e della Lega di Salvini».
Stefano Masini, capo area Ambiente e Territorio di Coldiretti, ha lanciato un appello al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: «L’isola, come tante altre aree della Regione Toscana, deve sviluppare il proprio potenziale agricolo. Per raggiungere questo obbiettivo chiediamo al Presidente Rossi di raccogliere le esortazioni del territorio: l’Elba non è un’isola per cinghiali».
Filippi ha aggiunto: «Dall’Isola d’Elba lanciamo un messaggio a tutta la Toscana per uno sviluppo equilibrato dei territori occorre rendere possibile la tutela delle attività economiche con il rispetto dell’ambiente. Il settore agricolo soffre per una proliferazione esponenziale di cinghiali ed ungulati che devastano le campagne e non consentono una normale attività d’impresa. Se vogliamo che le imprese agricole continuino a governare e presidiare il territorio occorre che la Regione proroghi la Legge Obiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana (LR 9 Febbraio 2016, n.10), che ha esaurito la sua validità a fine Febbraio scorso. A nostro giudizio occorre un momento di verifica sulle disposizioni regionali che hanno inserito vaste zone dell'isola fra le aree vocate al cinghiale. Per noi è imprescindibile un percorso per la rivisitazione delle aree “vocate” al cinghiale sull’Isola e nell’intera Toscana».
Coldiretti conclude: «Se l'obiettivo della giornata era quello di superare le polarizzazioni, agricoltori vs cacciatori, parco vs cinghiali, si può affermare che le testimonianze di chi sull'isola vive e lavora ogni giorno, ci dicono che è possibile un riequilibrio dell'ecosistema che diventi un modello da replicare in altri territori della Toscana».