"Fino al 1943 gli schedati all’Isola d’Elba dal fascismo furono 232, secondo una ricerca fatta dal compianto storico Ivan Tognarini, che realizzò una specifica pubblicazione diffusa all'isola dal Circolo Pertini. E quindi si può dire che oltre 1000 elbani vissero varie ritorsioni perpetuate da regime di Mussolini, perché la colpa degli antifascisti schedati si ripercosse a parenti e amici. Il dato degli schedati isolani, in percentuale, in rapporto ai residenti, fu superiore a quello di molte province italiane tra cui Torino, Bologna e Napoli. I più colpiti furono capoliveresi, riesi e di Marciana Marina".
E tra loro, si legge sul sito del circolo Pertini, furono schedate anche tre donne, due socialiste Efigenia Gattoli (Rio Elba) e Alide Mibelli (Campo) e l’anarchica Elvira Sparagli (Portoferraio).
Aspetti ricordati da Danilo Alessi e discussi con Marco Ambra del direttivo Anpi elbano e col prof. Peli, nell'incontro pubblico svoltosi il 25 aprile, giorno della Festa nazionale della Liberazione italiana, in una affollatissima assemblea tenutasi nella sala della Gran Guardia.
"Un incontro molto riuscito- commenta Ambra- Abbiamo sviscerato ogni aspetto della Resistenza italiana e dell'azione dei partigiani, che insieme agli Alleati scrissero la parola fine alla dittatura nazifascista nel 1945. Riflessioni e approfondimenti che fanno risaltare quanto sia stato inopportuno e antistorico il discorso del sindaco Mario Ferrari di Portoferraio, espresso il 25 aprile scorso nella piazza della Repubblica, di fronte alle autorità e alla cittadinanza".
Il rappresentante dell'Anpi quindi torna su quella giornata in cui buona parte del suo gruppo lasciò subito l'assemblea davanti al monumento ai caduti, cantando “Bella ciao”, appena il sindaco avviò il suo discorso.
"Un'azione necessaria, -conclude- abbiamo abbandonato la manifestazione, non si possono sentire certe storture della storia italiana. Ferrari, come ha fatto in altre occasioni del genere. Ha cominciato col dire che il 25 aprile è la festa della Libertà, dimenticando di dire che è il giorno della Liberazione, un concetto ben diverso: gli italiani si opposero e si liberarono dall'oppressione nazifascista. Poi ha detto che è addirittura il giorno della Festa della bandiera, ma la ricorrenza del Tricolore avviene il 7 gennaio. Abbiamo partecipato ad una riunione in Comune, giorni prima, e al termine della quale ci hanno consegnato il comunicato stampa e il programma, tutto già stabilito e senza nessuno spazio di intervento per l’Anpi. Sottolineo poi come la nostra iniziativa della Gran Guardia non abbia goduto di nessuna attenzione da parte delle istituzioni cittadine, che sembrano ignorare cosa sia l’Anpi e quale ruolo svolga rispetto alla cura della memoria e della riflessione storiografica sui temi della Resistenza, della guerra mondiale, dell’antifascismo e della lotta partigiana. La lettura pseudo storica che ci è stata propinata in piazza della Repubblica da Ferrari, dicendo anche che la festa della Liberazione è stata per anni “egemonizzata dalla sinistra comunista”, con lo scopo di minare l’unità nazionale, non trova appigli in nessuna lettura seria del fenomeno resistenziale. La Resistenza fu plurale, politicamente variegata e socialmente stratificata. Checché ne dica il primo cittadino di Portoferraio, al riscatto nazionale di vent’anni di feroce dittatura, parteciparono tutte le culture politiche del Paese, dai comunisti ai cattolici, dai liberali ai socialisti, dai monarchici ai repubblicani".