Abbiamo letto con attenzione le dichiarazioni riportate dal Tirreno con cui l'Autorità Idrica Toscana rende noti i contenuti dello studio sul bilancio idrico dell'Elba.
Gli autori dello studio ci informano che l’acqua della Condotta sottomarina non è il 53% del consumo dell’isola, come invece sempre detto da ASA, ma rappresenta circa un terzo del consumo totale.
È sconcertante l'assoluta leggerezza ed irresponsabilità con la quale si affronta il problema non a monte, ma a valle, con scelte frettolose, in un percorso amministrativo, che tenta di imporre la scelta del dissalatore a tutti i costi.
Con assoluta e distaccata indifferenza - come se tra i propri compiti istituzionali non ci fosse anche e soprattutto quello di salvaguardare la risorsa idrica - AIT ci informa della propria incapacità (tecnica ed economica) ad intercettare l’acqua di ruscellamento e la conseguente perdita ogni anno dell'80% della risorsa, pari a circa 36 milioni di mc di acqua a costo zero e di ottima qualità.
(Il totale dell’acqua distribuita all’Elba da ASA è poco più di 7 milioni di mc.).
Praticamente noi lasciamo andare in mare un quantitativo pari a poco più di 5 volte di ciò che ASA distribuisce all’isola.
Questo mentre per anni ASA ci ha portato, attraverso la condotta, acqua ricca di Boro e Arsenico.
Ma chi paga il danno erariale per tutta questa risorsa delapidata? Chi risarcisce i cittadini dei maggiori costi e della scarsa qualità subita?
Se riuscissimo ad intercettare e ad immagazzinare soltanto un sesto dell’acqua perduta, potremmo essere autosufficienti, non avremmo neanche più bisogno della condotta.
Visto che abbiamo la memoria lunga, non abbiamo dimenticato gli obiettivi del Pano d'Ambito dove si declama oltre l'autonomia idrica dell'Isola d’Elba, anche e soprattutto la restituzione alla Val di Cornia delle proprie risorse. Sarà questa la priorità di un tanto ponderato investimento? Sarà questa la chiave di lettura di una scelta puramente politica che salvaguarda un territorio (Val di Cornia) e ne danneggia un altro?
I conti dell'Autorità Idrica non tornano perché sono paragonati volutamente e demagogicamente alla realizzazione di un dissalatore con portata di 80 lt. al secondo, circa la metà di quanto fornito dalla condotta. Tanto che un mese fa sul sito dell'AIT si ipotizzava anche un intervento per una nuova condotta con portata di 120 lt. al secondo.
Nell’articolo si fa riferimento ad un’analisi costi-benefici; secondo la quale non sarebbe conveniente la realizzazione di invasi/serbatoi, rispetto al dissalatore. Ma se ASA non è stata in grado di stabilire il costo futuro dell’acqua dissalata, come è stato realizzato questo rapporto?
Ma quali sarebbero i minor costi?
Probabilmente il dissalatore ha un costo iniziale più basso, ma quanto costerà la sua gestione economica? E il rischio guasti? Forse il costo di costruzione di uno o più bacini/serbatoi avranno inizialmente un costo più alto, ma la gestione e il rischio guasti saranno assai più basso.
Ma al di là di questo indigna un dato evidente.
Nel bilancio dell'Autorità Idrica Toscana non compare un elemento fondamentale: l'inestimabile valore ambientale di questa isola, lo stupro di una spiaggia come Lido, ha un costo monetario?
Hanno calcolato i potenziali danni ad un’economia, fondata sul valore ambientale?
A tutto questo rispondiamo: fate il vostro dovere, perché non è con le dichiarazioni di pubblica utilità, che imporrete scelte assurde a questo territorio.
Per il Comitato per la difesa di Lido e Mola
Italo Sapere